Capitolo 2 - Se non voglio, non voglio - III

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«Sei stato grande, King». Zack mi colpisce la spalla passandomi alle spalle.

«Eccezionale, amico». Anche Cruz mi dà una pacca.

«Insomma, nessuno che si congratula con me?» Blake si siede sulla mia stessa panca, ma nel verso opposto.

«Il nostro principino è geloso!» esclama Zack, scatenando una risata collettiva. «Tranquillo, Harper, anche tu hai combinato qualcosa di buono durante l'allenamento».

I ragazzi sghignazzano, la porta dello spogliatoio si chiude e i loro schiamazzi diventano sempre più ovattati.

Inspiro, espiro. Fisso le mani sospese fra le gambe. Stringo i pugni, facendoli tremare.

Non riesco a togliermelo dalla testa. Scava e striscia. Si cementifica. Mi sbatte in faccia la realtà.

«Ne vuoi parlare?» La voce di Blake mi sveglia dai pensieri.

«Di cosa?»

Apro le mani, le richiudo e stringo ancora.

«Sai bene di cosa».

Inspiro, espiro. Le gocce d'acqua scivolano ancora sulla schiena nuda, cadono dai capelli bagnati e spariscono sull'asciugamano bianco che copre le gambe.

Fermati. Smettila di battere così forte. Lo sapevi già. Non è cambiato niente.

«La situazione ti sta sfuggendo di mano». Blake si drizza in piedi alla mia sinistra. «Devi fare qualcosa, in un senso o nell'altro».

«Non sono affari tuoi» sibilo stringendo i pugni.

Apre il suo armadietto e prende il giubbotto. «Siamo amici, no? E so molto bene cosa stai passando».

Sbuffo. «Il tuo passato è diverso dal mio». Non sa niente. Non ne ha neanche la più pallida idea.

Smettila di battere. Smettila di tradire i miei sforzi.

«Se ti aprissi di più, magari potrei dirlo anch'io». Blake si ferma alle mie spalle. «Insomma, facciamo un sacco di cazzate insieme, ma non mi parli mai di cosa ti riduce così. Sono mesi che...»

«Lasciami in pace».

Passo le mani tra i capelli e le fermo sul collo. Chiudo gli occhi, ma li riapro subito. È come se quell'immagine si fosse stampata sulle palpebre e in qualsiasi punto della mia mente.

L'ho pensato per un solo istante. Non c'era niente di male se per una volta... Se...

Ma è sbagliato. Lo so da quel giorno. E nulla potrà cambiarlo. Neanche la speranza che non smette di dilaniarmi l'anima.

Blake sospira. «Datti una mossa, fra un po' chiudono. Sei rimasto solo tu». La porta si apre e richiude, producendo un suono metallico che si propaga nello spogliatoio vuoto.

Apro e stringo i pugni.

Devo tornare al mio posto. Per fortuna me ne sono accorto prima che fosse troppo tardi.

Le ombre calano. Colori scuri. Densi. Sporchi di colpa.

Forza. Posso riuscirci ancora.

Sono qui per questo.

Mi alzo e avvicino all'armadietto. Tolgo l'asciugamano dai fianchi e lo butto sulla panca, afferro il borsone e cerco i boxer puliti.

Il cigolio della porta attira la mia attenzione. Muovo un passo indietro per osservare l'ingresso senza l'impedimento dell'anta dell'armadietto e torno a cercare i boxer sotto la roba sporca.

Chiamami per nome - Call me by name [Completa]Where stories live. Discover now