Capitolo 16 - Che cosa ho fatto...? - I

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Prendo la gomma pane e la strofino ancora sullo schizzo. Non mi piace, non è proporzionato. Forse se lo schiaccio un po' alle punte... Passo la matita con gesti accurati, avvicinando il viso al foglio. Un ovale perfetto, poi arrotondo i lati. Ecco... così penso che... Afferro la gomma e cancello ancora, questa volta con quella più dura per eliminare ogni traccia. Odio che non mi riesca come vorrei!

«Trovato!»

Sobbalzo e sollevo lo sguardo. I capelli biondi, chiari come la luna in un cielo senza nuvole, si agitano nel vento arrivando a sfiorarle il gomito, mentre gli occhi verdi, luminosi di gioia, mi fissano riuscendo in un attimo a spegnere il mio nervosismo.

Sun sorride. «Perché non sei entrato? Ma, soprattutto», si siede accanto a me, «perché non mi hai chiamata?» L'ombra dell'ippopotamo la copre, ma per qualche ragione mi pare sempre luminosa.

Lancio uno sguardo allo zaino di fronte a me e torno a guardarla, anche lei lo sta fissando. La bretella spezzata e le macchie di fango non si possono ignorare.

Riprendo a disegnare. Cosa stavo facendo? Ah, non posso continuare. Lei è qui e non posso. Per fortuna ero all'inizio.

Sun poggia la testa sulla mia spalla e sussulto. La guardo, rannicchiata su di me con gli occhi puntati sul quaderno da disegno.

«Cosa fai? Hai visto qualcosa che ti ha ispirato? Posso aiutarti? Sai che sono brava a notare i dettagli. Su, dimmi». Punta lo sguardo nel mio e sono costretto a fissare di colpo il foglio bianco. La pelle brucia come fossi vicino al fuoco e il cuore batte tanto forte da ballare nello stomaco. È un po' che succede e sembra peggiorare ogni giorno di più.

«Non... non mi ricordo» mormoro osservando i segni lievi lasciati dalla matita. Devo cambiare foglio.

«Non ricordi cosa stavi disegnando?»

«No». Sì, ma non posso dirtelo.

Sun resta in silenzio e la guardo, gli occhi verdi sono su di me, sorridenti.

«C-Che c'è?» Quando mi fissa così è un casino, non capisco più niente e comincio a sudare. Forse mi sto ammalando.

«Aspetto che mi dici cosa stavi disegnando. Lo so che lo sai e lo voglio sapere anch'io».

Torno a guardare il quaderno, la mano sinistra trema mentre scarabocchio un cerchio nel foglio accanto. «Beh, ma non...» La guardo di sfuggita, mi fissa ancora. Non mollerà finché non glielo dico. Deglutisco. «Ecco, fa caldo per stare fuori a disegnare, così ho pensato a qualcosa che... ricordo bene e...»

Sun si china in avanti e afferra il mio zaino. «Mh-mh» mi incita a proseguire, analizzando la bretella rotta.

«Ecco, volevo...» Accarezzo il collo, ora non fa più fresco qui dentro. «Volevo... farti un ritratto».

Chiamami per nome - Call me by name [Completa]Where stories live. Discover now