Capitolo 1 - Rosa - II

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«Uffa» brontolo, incrociando le braccia al petto e corrugando la fronte.

«"Uffa" lo dico io». Aki mi affianca.

«Stavamo parlando e poi il tuo biondino l'ha chiamato. Non poteva aspettare un po'?» La guardo. «Perché dovresti dire "uffa"?»

«Prima di tutto, Prince non è il mio biondino; e per rispondere alla tua domanda: perché, come sempre, il resto del mondo sparisce per te quando c'è King in giro. E con "il resto del mondo" intendo la sottoscritta». Mi fissa irritata.

"Non è il mio biondino". Come no...

Punto l'attenzione sui sandali dorati con il tacco e risalgo la sua figura osservando la gonna blu a metà coscia e la camicia ocra, che esalta l'azzurro delle sue iridi.

«Sei molto carina oggi, lo sai?» Aki alza gli occhi al cielo; ama i complimenti – è una gran vanitosa –, ma capisce subito quando voglio distrarla. «Quello a cui non stai pensando è che ciò ch'è appena successo vale così tanti punti sulla scala dei mie progressi per riconquistare l'amicizia di Elián che ogni altro tentativo impallidisce!» esclamo contenta, incamminandomi verso l'istituto.

Speravo in una sua reazione, però non avrei neanche sognato tanto interesse. Mi ha stupita.

«No, tesoro. Questo ne vale a stento uno. Tutti quelli che si stanno voltando a guardarti si stanno chiedendo che cavolo hai combinato ai capelli».

«Ma scherzi?» Fermo il passo davanti all'ingresso e mi giro verso di lei. «Primo», sollevo l'indice, «è stato lui a parlarmi. Lui! Non io. In un anno e mezzo è capitato sette volte». Ripasso i ricordi, scuotendo un po' il capo alla scena di me che lo fisso tanto intensamente da costringerlo a dirmi di smettere. «Facciamo sei e mezzo. Secondo», sollevo il medio, «mi ha fatto ben tre domande! Anzi, in realtà sono quattro. Mi ha anche chiesto se avessi finito di rendermi ridicola». Sorrido a denti stretti.

Ho decisamente esagerato a saltargli addosso, devo ammetterlo, ma non sono riuscita a controllarmi. A parte ciò, nota molto interessante, lui non si è opposto. Si è gelato sul posto, però non mi ha cacciata.

Aki mi fissa diffidente. «Guarda che ti ho chiesto anch'io dei capelli e se non ci avesse interrotto con quel "Ehi, tu" inquietante, ti avrei fatto anche le altre domande».

Corrugo la fronte, infastidita. «La vuoi smettere di smontare i miei progressi? Tu mi avresti fatto quelle domande perché ti sto a cuore, perciò la stessa cosa vale per lui». Il mio ragionamento non fa una piega.

Entriamo nella hall, venendo aggredite dal vociare degli studenti e dalla puzza di igienizzante che fa splendere il pavimento bianco in contrasto con le pareti rosso scuro.

In effetti, non avevo calcolato che avrei potuto attirare altri sguardi e la cosa mi mette a disagio. Non mi calcola mai nessuno, perché ora sembro la reginetta del ballo? O magari è Aki che fissano, lei sì che è la reginetta.

«Beh, vi conoscete da quando siete nati. Un minimo di considerazione è ovvio che ce l'hai, senza contare che gli stai dando il tormento da quando ti sei iscritta al college».

Le schiaffeggio il braccio. «Io non tormento nessuno». Forse solo un po'. «Vedrai che ce la farò» dico più o meno convinta, fermandomi di fronte al mio armadietto.

«Questa la sento da un anno e mezzo. Il tempo stringe. È per questo che hai tinto i capelli? Un gesto estremo?»

Sblocco il lucchetto con la combinazione numerica e apro lo sportello. «Ma sto così male?» domando più a me stessa, fissando l'interno dell'armadietto. Cos'ho alla prima ora? Non lo ricordo più.

Chiamami per nome - Call me by name [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora