|48|》Chi non muore si rivede.

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Sangue, non sento solo il mio, sento anche quello proibito, quello tanto dolce e traditore.

«Vattene» cerco di star calma, nonostante i canini mi premano per attaccare e io li soffoco nelle mie labbra, sanguinando.

«Azaleya, fammi spiegare» continua a parlare, deve smetterla in fretta altrimenti mi alzo e lo uccido.

«Spiegare? Che spiegazioni potresti darmi per esserti scopato lei? Non ti voglio più vedere, vattene» commento stringendo i denti nelle mie labbra.

«Non vado da nessuna parte. Ascoltami» si avvicina di qualche passo, io balzo in piedi piena di ira, probabilmente con gli occhi iniettati di sangue.

«Che cazzo non capisci di non ti voglio più vedere? Vattene prima che ti faccia morire» ringhio stringendo i pugni e attirando la sua attenzione su di essi.

La mia cade sul sangue che ha sulla guancia, sembra essere una frustata.

«Che cazzo hai fatto?» mi chiede allungando la mano verso di me, che mi sposto riluttante.

«Allontanati cazzo» cerco di strapparmi via gli occhi e di ferirmi il volto con le unghie, non credo di rimanere abbastanza concentrata per non ucciderlo.

«Allontanati!» strillo coprendomi le orecchie per scacciare via quella voce che mi dice di farlo.

«Se non vuoi morire oggi, allontanati!» continuo a strillare dato che lui sembra non voler allontanarsi.

Mi tiro i capelli per cercare di non reagire.

«Fallo cazzo, mordimi. Se ti fa star meglio, fallo» fa un altro passo verso di me.

«Puoi scordartelo. Non ti meriti di morire, ti meriti di vivere e soffrire» sputo fuori acida mentre lui fa un altro passo avanti.

«Io credevo fossi tu! Io la vedevo con le tue sembianze!» si giustifica, facendomi scattare.

«Cazzate! Una persona che ci tiene a me avrebbe capito che quella non ero io! È l'opposto!» strillo puntandogli un dito contro, mentre il sangue mi cola giù per per il mento.

«Ma io che cazzo ne sapevo?» domanda indicandosi.

«Vaffanculo! Se avessi avuto un minimo di empatia verso i miei confronti lo avresti capito!» gli urlo in faccia, spingendolo ma senza farlo muovere.

«Io non ho empatia? Proprio tu me lo stai dicendo? Ho fatto di tutto per te da quando ti ho conosciuta! Non c'è un singolo giorno in cui non ti sono stato vicino» mi accusa corrucciando la fronte e il fatto che si stia arrabbiando, mi fa salire ancora maggiormente l'ira.

«Proprio per questo mi aspettavo che tu mi conoscessi! Ho passato ore con te, giorni interi. Hai dormito con me e ancora non hai capito quali sono i miei comportamenti?» domando iraconda.

«Sai una cosa, Seth? Ho sbagliato io, ho sbagliato tutto! Ho dato troppa importanza alle tue cazzo di carinerie» arretro, ma lui avanza.

«Non dire cazzate. Posso capire che tu sia arrabbiata ma credi lo abbia fatto di proposito? Non ho più toccato nessuna dopo aver toccato te» commenta, aprendo uno spazio dedito al silenzio.

«Lo sai che cazzo vuol dire per me» prosegue.

Continuo a pensarci e mi si spezza il cuore. Il modo in cui mi toccava... Credevo fosse speciale.

«Secondo me lo hai fatto di proposito perché la tua testa sapevo che non ero io»

«Smettila! Cazzo Azaleya, smettila! Okay? Sei ipocrita se pensi che tutto quello che ti dico sia falso! Io non mento. Mi dispiace profondamente, credevo fossi tu»

«Io? Ipocrita? Sei solamente tu l'ipocrita qui! Ora devi solamente andartene! Vattene per sempre!» di nuovo il silenzio.

«Io devo andarmene perché tu non hai fiducia in me?» domanda ironico, nasconde dentro di sé una grossa rabbia.

«Dimmi una sola volta in cui ti ho tradita. In cui ho tradito la tua fiducia» dentro di me il ricordo è ancora vivido.

«Quando hai invocato quella puttana! Mi hai rovinato la vita! Tu e le tue cazzate, lo sapevo che sarebbe finita così!» le lacrime mi riempiono gli occhi ma io non piangerò per lui.

«Ti ho messo il mio cuore tra le mani e tu lo hai distrutto. Mi hai conosciuta per quella che sono e mi hai comunque ferito» storco il naso.

«E tu? Ho fatto la stessa cosa che hai detto! Sono stato buono con te, mi sono fidato di te e tu non riesci nemmeno a farti una ragione di ciò che è successo» commenta, ferendomi.

«Non me ne faccio una ragione perché io non so perdonare, cazzo. E sai una cosa? Se potessi farlo non lo farei ugualmente!» controbatto, facendogli scuotere la testa.

«Infatti, non sai farlo. Non sai avere relazioni umane, Azaleya» è come se mi avesse lanciato una freccia dritta al cuore.

Aveva detto che non mi avrebbe mai criticato, che avrebbe accettato il mio essere.

«Per te sono solo Azazel. E hai ragione, stronzo. Ora, siccome non so avere emozioni, prendi e vattene per sempre» gli indico la strada con un dito, mi si è formato un groppo alla gola.

«Che cazzo dici? Non è questo quello che volevo dire, lo sai bene» si giustifica, ma io vorrei solo sparire e non vederlo mai più.

«Non ti voglio più vedere. Fattelo entrare nella testa» scandisco lentamente le parole con cattiveria.

I suoi occhi si fanno lucidi.

«Non è vero. Sei solo ferita» ribatte e io devo pensare ad un modo per farlo andare.

«Non sono più ferita. Perché dovrei essere ferita per te? Non ho mai provato niente e mai proverò qualcosa per un essere come te» guardo a terra perché non ho il coraggio di dirglielo in faccia.

«Guardami negli occhi e dimmelo. Me ne andrò più che volentieri» velocemente fa gli ultimi passi che ci dividono e mi afferra per il collo.

A quel contatto, sto per perdere e le lacrime diventano quasi incontenibili.

Alzo il volto verso di lui, rivolgendogli il più brutto dei miei sguardi.

«Non ho mai provato» nulla di così forte per qualcuno.

«Niente per te» mento, prendo un po' di tempo per sentire per l'ultima volta le sue dita calde sulla mia pelle.

«E non proverò mai» nulla per nessun altro che non sia te.

«Nulla per te» concludo, mentre la delusione si fa largo nei suoi occhi.

«Ora dimmi che non sono nulla» sussurra, come se avesse ancora la speranza che io possa cedere.

Lui era tutto per me. Tutte le cose belle che mi sono capitate. Però no.

«Credi che stia mentendo? Non sei niente per me. Ora vattene per sempre, non voglio nemmeno minimamente vedere più la tua faccia da lontano» riluttante afferro la sua mano, levandola dal mio corpo.

Non dice nulla, l'ho solamente lasciato con un malessere che mi fa star meglio.

«Addio, Azaleya» mentre lo pronuncia, gli si incrina la voce.

«Addio, Seth» ripeto io con un nodo alla gola che mi vien voglia di staccare con le unghie.

Sparisce. Mi ritrovo finalmente libera di cadere a terra e piangere, piangere la mia solitudine eterna. Il vuoto che non riuscirò mai più a colmare.

When night comesDonde viven las historias. Descúbrelo ahora