|33|》Ciò che si cela nel demone.

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«E se io volessi ucciderti?» domanda passandosi la lingua sui canini senza nemmeno prestarci molta attenzione mentre è a cavalcioni su di me.

Il paradiso è così? Spero di sì per quelli che ci stanno.

«Ti sento, smettila» continua posandomi le mani sul petto in un cipiglio.

«Senti quello che penso?» domando stranito. Io non ho collegato le nostre menti e come è possibile che lei mi senta?

I nostri occhi si scontrano e sembrano capirsi in un secondo.

Non so cosa sia, ma è incredibile. Lei mi sente senza che io faccia niente. La mia attenzione ora è tutta per lei.

Si avvicina di poco, ma solo perché la mia mano è sulla sua nuca e l'ho tirata verso di me.

I suoi occhi tornano duri quando finisce sotto di me e lotta per riprendere posizione.

«Non fare la difficile» le sussurro all'orecchio sfiorando con le labbra il suo lobo.

Si ferma immediatamente dallo scalciare e io ne approfitto per baciarle la guancia.

«Azaleya. Mi pensi quando non ci sono?» le chiedo scendendo sul collo che sta tornando lentamente del suo colore originale.

Sembra essere l'unico modo per calmare questa bestia così affascinante.

«A volte» bastano due parole per mostrarmi una parte così minuscola che poche persone conoscono di lei.

«Ma non pensare chissà a cosa. Tu mi pensi?» domanda usando la sua velocità per appendermi al muro.

Il colpo che prendo è così forte che ci manca poco a sfondare la parete.

«Spesso» mi mordo le labbra dal dolore mentre lei ha una mano sul mio collo e le unghie piantate nella mia carne.

Non so perché, ma lei con la sua irruenza e la sua durezza, mi fanno venir voglia di lottare in un letto con lei tutta la notte.

Le nostre sarebbero come carezze. Tralasciando il fatto che lei sembra un carrarmato e io sento dolore, a differenza sua.

«Se senti quello che penso, perché sei ancora qua?» le chiedo spingendola lentamente ma con forza dalle spalle.

«Perché non te ne vai dopo aver visto tutto ciò che c'è nella mia mente?» continuo ed esattamente come doveva andare, lei cade sul letto silenziosamente.

«Perché sei qua se tutto quello che hai visto è ciò di cui hai paura?» domando, ormai sono sopra di lei. Non riesco a starle lontano.

«Di te non ho paura» risponde, facendomi scattare automaticamente verso le sue labbra.

È la prima volta che Azazel mi appare così. Che segue quello che faccio io e che non sta ferma immobile a guardarmi.

Velocemente mi leva la felpa e la maglietta. Dalla fretta mi graffia con le unghie lungo il costato, ma niente a confronto di ciò che ho sulla pelle.

Le slaccio la solita felpa che indossa, è di Aamon, sembra piacerle apparire una barbona, la capisco.

Appena la zip si apre, il tessuto si sposta di poco rivelando la mia maglietta.

When night comesWo Geschichten leben. Entdecke jetzt