|Azaleya's point of view|
Rientro in casa e come al solito i miei fratelli non ci sono, c'è solo Seth.
Mi siedo da parte a lui mentre sta guardando one motor, two boobs.
Orribile.
«Sai, dovresti giudicare un programma dopo averlo guardato» annuncia, ormai è già sera.
«Hai mangiato?» ignoro la sua affermazione e lui annuisce.
«E per tua informazione, è un programma sicuramente meglio di sturacessi» mi lancia uno sguardo di sfida che accolgo.
«Rimangia subito quello che hai detto» lo minaccio mostrandogli mezzo canino.
Sorride malizioso e assottiglia gli occhi.
«Ho detto che Sturacessi è demenziale» ripete scandendo bene le parole.
Alzo le spalle tirando un pugno nella mia mano aperta.
«Te la sei cercata» sussurro e lui si ritrova a terra, con me sopra.
Questa volta ho intenzione di farlo sul serio, di lottare come si deve, perché secondo me sono più forte io.
Gli tengo i polsi stretti e lui ride.
«Combatti, dai» lo provoco nonostante lui fa di no con la testa.
«Sono troppo forte per te, ti faccio male» risponde.
Si è dimenticato che io non posso provare dolore e quando glielo ricordo, fa comparire una fossetta sulla sua guancia.
Non passa più di qualche secondo che mi trovo a terra, mentre lui è sopra di me.
Cerco di dimenarmi, ma non funziona. Sono costretta a barare, infatti uso la super velocità e mi rimetto in piedi.
Gli salto sulle spalle, mentre lui è ancora a terra.
Con un colpo mi scaraventa vicino alle scale, fortuna che atterro bene e cado a terra senza rompermi niente.
Mi rimetto in piedi, sto per tornare all'attacco quando mi ritrovo schiacciata contro il muro con un colpo troppo violento.
Il petto di Seth è contro il mio e mi fa quasi mancare il respiro per quanto sia premuto contro di me.
Le mie mani senza nemmeno che me ne accorga sono bloccate dalle sue.
Il suo volto è a pochi centimetri dal mio.
Respiro pesantemente solo a causa della mancanza d'aria.
«Te l'ho detto, io sono più forte. Sturacessi è un programma per decerebrati» continua a provocarmi e io di rimando faccio l'unica cosa che posso fare.
Gli tiro una ginocchiata nei coglioni e mettendo la gamba in mezzo le sue, lo faccio cadere.
È a terra mezzo morto e dolorante, perciò lo giro e gli blocco le braccia dietro la schiena.
«Scusa, avevi detto?» domando ridacchiando.
«Questo è un colpo basso, Azaleya» biascica e in un batter d'occhio non c'è più.
Mi guardo in giro. Qualcosa alle mie spalle mi spinge e io cado a terra, con un enorme carico sul fondoschiena.
«Anche questo è un colpo basso» cerco di liberarmi senza riuscirci.
Wow, è seduto sopra di me. Geniale, Seth.
Si alza e mi porge una mano per rialzarmi, che rifiuto ovviamente, sedendomi sul divano.
«Sei forte per essere un vampiro»
«Pure tu per essere uno stronzo» scherzo e lui mi sorride.
«Senti, sono parecchio stanco. Vado a dormire nella stanza di Draven» mi informa indicandomi le scale con il pollice.
«Puoi dormire nella mia se vuoi. Però mi devi raccontare una cosa che nessuno sa» dico curiosa e lui annuisce.
Saliamo le scale, non ho nemmeno il tempo di chiudere la porta che mi ritrovo Seth a petto nudo.
«Oddio! I miei occhi!» urlo coprendomi la faccia con le mani.
Non mi da una risposta e non dice niente, perciò sono costretta a guardarlo.
Spalanco gli occhi. Non è perfetto, la sua pelle è rovinata, ha delle cicatrici che gli percorrono tutto l'addome e probabilmente anche la schiena.
«Iside mi ha appeso a testa in giù per tre giorni e mi ha torturato» annuncia.
Sono stupita, molto stupita.
Lo guardo e forse non dovrei, ma allungo una mano e tocco quella pelle rovinata.
C'è una cicatrice che parte dalla clavicola, scende per il pettorale e arriva giù fino agli addominali.
E lì, nella riga che li divide, ce ne è una bella grossa, sembra quasi che la dea abbia cercato di aprirlo in due.
Gli giro intorno. Sulla schiena sono più lineari, sembrano frustate che scendono e si infilano anche dentro i pantaloni.
Sfioro con le dita quella più lunga, sulla colonna vertebrale.
È buio, ci vedo bene ugualmente, ma Seth forse no.
Appena il mio dito sfiora la sua pelle, gli esce un verso strano dalla bocca. È particolare, mi piacerebbe risentirlo.
Noto la pelle d'oca che ha sulle braccia, perciò lo lascio stare. Io sono gelata e lui è caldo. Sicuramente ora sentirà freddo.
«Perché me le hai fatte vedere così facilmente?» domando mentre lui si riveste e si infila nel letto.
«Avevi detto che tu non sai se fidarti di me o no. Voglio dimostrarti che io non ho niente da nascondere, ti puoi fidare di me» annuncia mentre io mi siedo vicino a lui.
Lui è così umano, così perfetto.
«Io posso commettere errori, non sono perfetto. Ti farò arrabbiare ancora Azaleya, sicuramente. Non lo farò apposta. Sbagliare appartiene a tutti, anche ai demoni. Soprattutto ai demoni» spiega e senza accorgermi mi trovo con la testa sul cuscino.
«Fai finta di dormire qui, stanotte? Puoi fare tutti gli esperimenti che vuoi, promesso» sorride e questo provoca anche il mio sorriso.
Seth non è speciale, io e lui non abbiamo un legame, non siamo amici e non siamo destinati a niente, ma una cosa la devo riconoscere: lui mi tratta come vorrei essere trattata.
«Buonanotte Azaleya» sbadiglia e chiude gli occhi mentre io sto lì a fissarlo.
«Buona dormita, Seth» ripeto.
Pochi minuti dopo lo sento dormire, perciò gli alzo la maglietta per vedere meglio le cicatrici.
Mi accorgo di un dettaglio irrilevante, ha un tatuaggio, una frase.
Ubi tu gaias, ego gaia.
È proprio sulle costole, una delle parti più dolorose da tatuare, ho letto.
Sono abbastanza sicura che ciò significhi "dove sarai tu, sarò anche io".
Lo stomaco mi si contorce dalla curiosità perché anche io ho un tatuaggio di cui nessuno è a conoscenza.
Memento mori.
Ricordati che devi morire.
L'ho scritto sotto il seno sinistro, nessuno lo sa eccetto il tatuatore.
Ha un significato molto importante per me. Forse, arriverò ad un giorno in cui la mia vita avrà un senso.
Forse dovrò aspettare tanto tempo, ma quel giorno arriverà, spero.
«Seth» lo chiamo, non riesco a stare nella pelle.
«Seth» ripeto, facendogli aprire gli occhi un po' di malavoglia.
Almeno si era appena addormentato, volevo solo rubargli due minuti.
«Che c'è principessa?» domanda stravaccandosi e sbadigliando.
Si guarda lo stomaco nudo e poi guarda me.
Gli indico il tatuaggio sulle costole.
«È in latino, significa ovunque tu sarai, io sarò» mi spiega, ma questo lo so già.
Il tono con cui lo dice guardandomi mi mette in soggezione e mi fa fremere dalla curiosità.
«Lo so. Lo so pure io il latino. Ne ho uno anche io» mi sfugge e mi toppo la bocca con la mano.
«Posso vederlo?» domanda, ma io scuoto la testa.
«Posso sapere almeno che cosa dice?» chiede curioso, perciò annuisco.
«Memento mori» ripeto e lui si siede guardandomi.
«E dove si trova il tuo tatuaggio?» chiede con gli occhi pesanti, strano che non mi mandi a fanculo.
«Sotto il cuore» dico, lui fa un sorrisetto malizioso.
«Quindi sotto la tetta sinistra. Posso stregarti e costringerti a farmi vedere?» domanda e io di rimando alzo un sopracciglio.
«Okay, okay, scherzavo. Non ti scaldare» mi dice accarezzandomi velocemente la guancia fredda.
«Per chi è il tuo tatuaggio?» chiedo curiosa, il silenzio si fa ancora più tombale.
«Vuoi saperlo?» domanda mettendosi seduto.
Mi fissa. Pendo totalmente dalle sue labbra, tanto che mi metto seduta pure io per sentire.
Punta i suoi occhi nei miei.
«È per una persona che ancora non conosco, forse. È per la ragione della mia vita. La mia anima gemella, la parte perduta di me. Quella che mi ha messo davanti il destino» sussurra.
Sento qualcosa, di nuovo. Succede qualcosa, non ho mai provato una cosa simile.
Sento di dire a Seth che è carino, che è una bella cosa, non so cosa è.
Forse lui capisce la mia perplessità perchéo guarda e mi prende una mano.
«Hai sentito una emozione?» domanda e io annuisco.
«È qualcosa che mi rende vulnerabile, qualcosa di calmo, qualcosa che mi fa sorridere, mi fa pensare che tu sei...» e adesso come glielo spiego?
«Carino» sussurro guardando le mie gambe incrociate.
Sorride e mi alza il mento con un dito.
«Si chiama tenerezza» spiega rimettendosi giù.
«Se ti faccio vedere il mio, giura che non fai il pervertito» lo metto in guardia e lui annuisce.
Alzo la maglietta a maniche lunghe fino ad arrivare a un terzo del seno.
Seth fissa la linea della mia vita salire vertiginosamente fino ad arrivare alla maglietta.
Si morde il labbro, allunga una mano sfiorandomi il fianco.
«Tu sei così innocua come sembri o stai facendo apposta?» chiede spostando le dita più in su, sopra l'ombelico.
«Mi torturi un po', ma è questo che mi aspetto dall'inferno» continua rimettendo le mani a posto.
«Posso solo guardarti e toccarti con il pensiero. Lo sai però? Sei bellissima» sussurra e io mi risistemo.
«Tu mi hai fatto provare tante emozioni, ma io non sarò mai di nessuno. Nessuno mi avrà, nessuno mi possiederà» sparisco.
Questa è l'unica prova che posso dargli. Io non sarò di nessuno, non sono nemmeno di me stessa, mi appartiene un corpo morto, non un corpo vivo.