La ballerina

By LucaDagostino36

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Ethan Welback, giovane giornalista di successo di New York, viene lasciato dalla ragazza che ama, Marianne. D... More

Omicidio
La prima vittima
Marianne
Le tredici ragazze assassinate
Lascia questa città, Ethan
Qualcuno alla porta
Ricorda il mercato
Ritrovarsi
Fotografie da un assassino
Ryan Cooper
Bruciati da un incendio
Marianne, la mia ballerina
L'incontro
Vite spezzate
Il male nero
Balla per sempre, Gloria
Lago di sangue
Sopravvissuta
Nella stanza dell'orrore
I demoni
A guardare le stelle che non c'erano
Rivedendo Karen
Cosa ricordi?
La superstrada dei minatori
Il mostro invisibile
Una mente malata
Il ritrovamento del corpo
Il re del caos
Una seconda occasione
Il ciondolo
Mettere insieme i pezzi
Tutto ciò che non voglio rimpiangere
La mia luce
Gli occhi di chi è senza pace
Il carcere - Ray Dwight
Delirio
Le vedi, adesso?
Una nuova scoperta
Fantasma
A tre centimetri dal cuore
Tu mi conosci
Un mondo fuori controllo
La cantilena
La ragazza che danzava sul ghiaccio
Un aereo che ci aspetta
Destinazione Italia
A Melissa
L'inferno che sorride
Dove ritroverai qualche parte di lei
La cosa giusta
Alessandria
La città degli orafi
Sotto la Mole
Non siamo fantasmi
Cicatrici
Nessuno ti sentirà urlare, da qui
Maschera di sangue
Porto Cesareo
Carlo Salviati
La verità sul ciondolo
Evelin- la ballerina
Persona scomparsa - lo specchio del terrore
Cercando Evelin
La paura del male
Prima ti taglierò la gola, poi ti vestiró di bianco
Mentre il resto del mondo continua a correre
Melodie e il mostro
La villa sul Mulholland Drive
Il passato ritorna
Legami di sangue
Le due sorelle
L'ulima volta che la vidi
Ciò che accadde a Evelin Perth
Gli spettri
Anni di notti senza luna
Qualcosa di terrificante
La sera dell'incendio
La gabbia
Da Christopher Dwight
Le campane della città dorata
Sentendo il male
In mezzo alla tempesta
Due corpi, un corpo - l'amore ritrovato
Il mondo diventa nero
Rapita nella pioggia
Intuizione
Dove si nasconde l'orrore
Il presente è nel sangue
Il morto che cammina - Verso la verità
Non voltarti a destra
La telefonata di Ryan
Il nascondiglio del serpente
Ti farà paura quando lo vedrai
La vittoria di Ray
Ryan e il serpente - le vittime
Sangue
Nel tunnel dell'orrore
Destino
Il motel
La camera numero due
È finita
Lo sconforto dei sopravvissuti
Neve
La mia decisone
Norma
Labirinto
Il mio posto nero nel mondo
Confessione - Lei amava lui, lui amava lei
Dire addio
L'uomo peggiore di tutti
Chiudere i conti
Vieni con me, adesso
I mostri
Giudice e giuria
Due mesi dopo - Febbraio
Il destino di Ryan Cooper - Ciò che accadde alla stazione
Epilogo - La marea
Ringraziamenti
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Un tempo lontano

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By LucaDagostino36

L'uomo ci guardò, con i suoi occhi di un azzurro intenso e circondati da tante piccole rughe.

<<Posso aiutarvi?>> domandò, con un sorriso sulle labbra. Aveva più di settant'anni, ma ne dimostrava molti meno. Era in perfetta forma.

<<È quello che speriamo>> gli rispose Marianne con la consueta gentilezza, porgendogli la mano.

Si presentò, poi gli disse i nostri nomi ed io e Ryan lo salutammo tirando fuori un "buongiorno" molto traballante.

<<Siamo americani. O meglio, loro sono americani, ed io sono francese. Ma per fortuna ricordo ancora un po' di italiano>> gli disse Marianne, quasi fornendo una spiegazione al fatto che fossimo stranieri in terra straniera.

Lui sorrise, sistemò alcune grosse corde con le quali stava lavorando e infine scese dalla barca con un equilibrio, una sicurezza e un'agilità che non avrei immaginato potesse avere.

<<Suppongo che lei sia l'unica a parlare italiano, signorina>> disse, guardando me e Ryan senza smettere di sorridere. Marianne annuì con la testa.

<<Allora, che cosa vi porta qui?>>
Marianne esitò per un istante mentre lui si puliva le mani con uno strofinaccio.

<<È una storia lunga. Si tratta di qualcosa che pensiamo sia stato fabbricato da lei, tanti anni fa, a Valenza.>>

L'uomo sgranò gli occhi e il suo sguardo chiaro mi parve rimanere d'un tratto sospeso a mezz'aria, fisso oltre il blu del mare che gli si spianava di fronte.

<<A Valenza? Allora deve trattarsi davvero di una vecchia storia. Come mi avete trovato?>>
<<È stato il signor...Francesco Brunetti, sì, questo è il suo nome, se non sbaglio, a fornirci delle informazioni. Ci siamo recati a Valenza qualche giorno fa, e dopo diverse ricerche abbiamo conosciuto Francesco. Una persona fantastica. Ci ha parlato tanto di lei e dei suoi due figli, signor Carlo. Roberto ed Edoardo.>>

Salviati ci guardò, o meglio, ci studiò, con stupore.

<<Ci ha raccontato dell'oreficeria nella quale lei ha lavorato per tanti anni, prima di chiudere e trasferirsi a Torino.>>
<<Mi sembra che sia trascorsa una vita intera>> disse, riportando gli occhi sul mare.
<<Non ci si rende mai abbastanza conto di quanto il tempo voli, non è vero?>> rispose Marianne, sottovoce.
<<Già.>>
<<Da Valenza ci siamo spostati a Torino, sperando di trovarla. E invece abbiamo conosciuto suo figlio Roberto e sua moglie. Alla fine, lui ci ha detto che l'avremmo potuta incontrare qui, in Puglia.>>
Carlo Salviati annuì, poi socchiuse le labbra, come se fosse sul punto di dire qualcosa, ma si fermò nuovamente.
<<Ne avete fatta di strada per trovarmi. Adesso sì che sono curioso di conoscere la vostra storia.>> Si strinse nelle spalle e sorrise. Era un bel sorriso, pensai. <<Ero un artigiano dell'oro, è vero, ma ormai la mia vita è cambiata. Che cosa stavate cercando, di tanto importante?>>

Marianne guardò per un attimo me, poi Ryan. Come se fosse incerta sul modo in cui muoversi.

<<Si tratta di qualcosa su cui pensiamo lei abbia lavorato, parecchio tempo fa. Nel 1986, forse.>>
Carlo Salviati ci guardò con espressione ancora più interrogativa, e Marianne chiese a Ryan di consegnarle il ciondolo. Lui lo fece, e lei glielo porse.
Prese la busta tra le mani, la aprì, estrasse il ciondolo. I suoi occhi si spalancarono per un istante, poi sembrarono perdersi da qualche parte. In un tempo lontano.

<<Riesce a ricordare questo ciondolo, Carlo?>>
Lui socchiuse le labbra, continuando a guardarlo, a rigirarlo, a studiarlo.
<<Dove... dove l'avete..?>> domandò, senza riuscire in alcun modo a nascondere la sorpresa.
<<Mi creda, è davvero una storia lunga>> rispose Marianne, sorridendogli ancora una volta.
<<Riesce a ricordare questo ciondolo?>> gli domandò nuovamente.

Carlo Salviati alzò la testa, guardò Marianne, poi me e Ryan. Infine i suoi occhi si spostarono ancora una volta verso il mare. Piano, con calma, attraversando lo spazio come se invece, in realtà, stessero attraversando il tempo.

<<Sì>>, disse, <<lo ricordo. Ricordo quel ciondolo.>>
Marianne fece un passo verso di lui, e gli strinse una mano nella sua.
<<E riesce a ricordare chi lo ha ordinato?>>

Carlo sorrise, poi tornò a guardarla negli occhi.

<<Certo. Lo ricordo bene. E credo che anche mio figlio Edoardo e mia moglie Rosa possano ricordare qualcosa.>>

Marianne ci guardò, e mi sembrò di vedere l'adrenalina prendere vita sul suo volto.

<<Sentite, io abito poco distante da qui. Rosa ed Edoardo dovrebbero essere rientrati, a quest'ora. Venite con me. Vi offro qualcosa. Vi racconto ciò che ricordo.>>
Si fermò un istante, lasciando a Marianne giusto il tempo di accettare l'invito.

Poi, incamminandosi, aggiunse qualcosa, quasi sottovoce, quasi come se stesse parlando da solo. Quelle poche parole gli uscirono piano dalle labbra, in un sussurro, ma le potemmo udire lo stesso.

<<Era da una vita intera che non ripensavo a quel ciondolo.>>

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