Sidereus

Av guardolefarfalle

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"Ti svelo un segreto, le coincidenze non sono mai tali". Madison, giovane ragazza ventenne, è pronta per par... Mer

Dedica e playlist
Cast
Prologo
Capitolo 1. Verso il Nuovo Mondo
Capitolo 2. Coinquilina
Capitolo 3. Nuovi compagni d'avventure
Capitolo 4. La straniera
Capitolo 5. Migliori amici e ottimi amanti
Capitolo 6. Vertigini
Capitolo 7. Uomo nell'ombra
Capitolo 8. Diavolo dalle dolci fossette
Capitolo 9. Sorprese
Capitolo 10. Sfide a tavolino
Capitolo 11. Non sospettare di me
Capitolo 12. Come fa a non piacerti?
Capitolo 13. Mi perseguiti
Capitolo 14. Sono solo inchiostro su carta
Capitolo 15. Io e te una sfida continua
Capitolo 16. Poca lucidità e troppe parole
Capitolo 17. Vengo con te?
Capitolo 18. Sono nei guai
Capitolo 19. Hai paura di me?
Capitolo 20. Scoperte e pericolo
Capitolo 21. So cosa ho visto
Capitolo 22. Un'insolita amicizia
Capitolo 23. Vieni da me
Capitolo 24. Tieniti forte
Capitolo 25. Malintesi
Capitolo 26. Non puoi raccontare di me
Capitolo 27. Sono pericoloso, non starmi vicino
Capitolo 28. A caccia di indizi
Capitolo 29. Proteggila
Capitolo 30. Scoprirò tutto su di te
Capitolo 31. Missione top secret
Capitolo 32. Mani sulle armi
Capitolo 33. Stai lontana da lui
Capitolo 34. Voglio la verità
Capitolo 35. Confessioni
Capitolo 36. Il cuore non si comanda
Capitolo 37. Resta con noi
Capitolo 38. Non avere paura di me
Capitolo 39. Ammetti che mi vuoi vicino
Capitolo 40. Pensi ciò che penso io?
Capitolo 41. Cuori vulnerabili
Capitolo 42. Benvenuta nella squadra
Capitolo 43. Attenti agli spari
Capitolo 44. Madison! Abbassati!
Capitolo 45. Aiutami a capire
Capitolo 46. Farfalle
Capitolo 47. Allarme (del cuore)
Capitolo 48. Vi ho scoperti
Capitolo 49. Non andare al falò
Capitolo 50. La nostra prima volta
Capitolo 51. Lasciati andare
Capitolo 52. Grave errore
Capitolo 53. Una di noi
Capitolo 54. Scoop
Capitolo 55. Due cuori che battono
Capitolo 56. Perchè mi proteggi?
Capitolo 57. Fiori di libri
Capitolo 58. Io e te, prima o poi
Capitolo 59. Natura illegale
Capitolo 60. Addestramento criminale
Capitolo 61. State sempre al sicuro
Capitolo 62. Il mio regalo perfetto
Capitolo 63. Tanti auguri, leader!
Capitolo 64. Incontri pericolosi
Capitolo 65. Io e te sulle stelle
Capitolo 66. Il mio nome, ripetutamente
Capitolo 67. Stella in latino
Capitolo 68. Voglia di riscatto
Capitolo 69. Si torna sempre a casa
Capitolo 70. Rumore
Capitolo 71. Piani e lettere a mano
Capitolo 72. Dormi con me stanotte
Capitolo 73. Maschere di Munch
Capitolo 74. Tiro a segno
Capitolo 75. Sparami se hai il coraggio
Capitolo 76. Il mio punto debole
Capitolo 77. La pistola è carica, non agitarti
Capitolo 78. Non immischiarti nei miei affari
Capitolo 79. Guardami le spalle
Capitolo 80. Battaglia a casa Torres
Capitolo 81. Sali in moto
Capitolo 82. Chi ti ha fatto questo?
Capitolo 83. Stelle o luna?
Capitolo 84. Empire State Building
Capitolo 85. La sinfonia della nostra storia
Capitolo 86. Lettera nera
Capitolo 87. Salta
Capitolo 88. Obbligo o verità?
Capitolo 89. Le feste dei criminali
Capitolo 91. Urlo di Munch
Capitolo 92. Non vedo più farfalle
Capitolo 93. Lacrime e sangue
Capitolo 94. Ti cerco fra le stelle
Capitolo 95. Siete la miglior squadra
Capitolo 96. Ti aspetto fra le stelle
Capitolo 97. È davvero finita?
Epilogo
Ci sarà un secondo volume?

Capitolo 90. Balliamo sotto le stelle

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Av guardolefarfalle

'Inter sidera versos'

Mi sposto tra le stelle.

Giuseppe Corallini

ALEX

"Andiamo! Togliete questi musi lunghi e usciamo per una fantastica passeggiata!"

Dopo due settimane e mezzo, Simon è uscito dall'ospedale. Nonostante siano i primi giorni di dicembre, l'aria è tutto tranne che natalizia. "Guardate che i mercatini di Natale sono un evento epico. E poi, cara Madison, mi avevi promesso di guardare insieme a me il mio film preferito".

Madison seduta sul divano si mette un cuscino sulla faccia. "Alex, ho detto che guarderò con te Pretty Woman, ma sai che ho un mucchio di cose da studiare e poi Simon ha bisogno di assistenza".

"Tranquilla, Madison. Il personale di casa mia mi assilla e poi Stella è sempre con me. I miei genitori mi riempiono di interrogativi ed è una fortuna che ritengono più importante cercare di trovare il padre di Jack piuttosto che verificare la mia salute".

Stella è a fianco è gli accarezza i capelli, mentre Simon avvolto da bende e con le stampelle è sdraiato sul divano del suo soggiorno. Madison vicino a Stella.

Io in piedi cerco di farmi notare. "Simon, non ti perderai l'accensione dell'albero a Rockfeller Center. Te lo garantisco. Ti prenderò in braccio".

"Sei impazzito? Preferisco buttarmi di nuovo da quel tetto e finire nel lago. Accidenti, mi sono ricordato di aver perso tutte le lezioni di Chimica! Sono disperato".

Stella si posa una mano sullo stomaco come se stesse per vomitare dopo che Simon citò quella notte. Per un attimo ricordiamo tutti e non è affatto piacevole.

"Madison" la chiama Simon. "Come sta Jack?"

La mia migliore amica si stringe il cuscino sul petto come per proteggersi, i suoi dolci occhietti marroni sembrano spegnersi. "Viviamo sotto lo stesso tetto ma non lo vedo quasi mai, è sempre chiuso nel suo ufficio o nella sala addestramento. Altre volte è nella Torres House tutto il giorno. Lo aspetto fino a tardi che venga a letto, ma ad un certo punto mi addormento. Non sono neanche più sicura che venga a dormire con me".

Abbassa la fronte sul cuscino e Stella le accarezza la gamba. "Mi manca da morire. Sono preoccupata, da quando hai avuto questo incidente non è più lo stesso. Io non so cosa fare, forse non mi vuole più. Non ascolta neanche voi, cosa devo fare?"

La sua voce è spezzata. È simile a me, nonostante dentro soffra cerca sempre di sorridere nonostante la situazione non sia delle migliori. Mi siedo accanto a lei e l'abbraccio.

"Brunetta, per favore. Jack è semplicemente sconvolto. Vedi, essendo il leader crede che siamo sotto la sua responsabilità e cerca di proteggerci a tutti i costi. Non è mai successa una cosa del genere ed è giusto che abbia reagito in questo modo. Vedrai che starà bene, ma tu hai bisogno di svagarti. E tu..." dico al vecchietto sul divano. "Vedi di rimetterti in fretta, che mi manchi non solo nella nostra squadra, ma anche quella di pallavolo. Il ragazzo che ti ha sostituito è scarso tanto quanto quello che ha sostituito Jack".

Mid alza lo sguardo verso di me. "Non viene neanche più agli allenamenti di pallavolo?" Dice con occhi grandi e innocenti.

Vorrei mentirle per non farla stare peggio, però dovrebbe sapere. "No, Mid. Non viene più. Dice di non avere tempo e che ha di meglio da fare".

Tira su con il naso. "Eppure a lui piace tanto la pallavolo".

"Ci parlo io con quell'idiota" dice Stella. "Adesso basta, mi hanno stancato gli Harrison e tutta questa storia. Io voglio riavere i miei amici, la mia squadra" si alza in piedi. "Sfondiamo casa di Jack, non mi interessa. Basta che esca da quel buco. Alex ha ragione, è quasi Natale e noi staremo insieme".

"E guarderemo Pretty Woman!" Dico alzandomi dal divano euforico.

Stella alza gli occhi al cielo. "Guarderemo Pretty Woman".

"Madison, appena starò meglio lo riprenderemo, non preoccuparti. Vedi cosa puoi fare, ho paura che se dovesse passare troppo tempo sarebbe ancora più difficile recuperarlo". Dice Simon.

"Simon, sto facendo il possibile. Ma dice che ha bisogno di stare da solo" ora ha iniziato a piangere nascondendo il viso. "Però va bene, continuerò a provarci". Si alza in piedi e si mette il cappotto. "Da ora".

"Aspetta, Mid. Ti accompagno, è tardi ormai. Non voglio che tu esca da sola". Dico prendendo la mia giacca.

"No, non preoccuparti Alex. Vi chiamo quando sono a casa". Ci abbraccia tutti, come sempre. È così piccola e affettuosa.

"Madison, fatti accompagnare, per favore". Dice Stella.

"Tenetemi d'occhio con il GPS installato nella macchina, così mi controllerete". Prende la sua borsa ed esce mandandoci un bacio con la mano. Si mette una cosa in mente e non puoi fare nulla per fermarla.

Torno a sedermi vicino Simon insieme a Stella. "Beh, potremmo guardarci noi un film".

"Ti sembra il momento?" Dice Stella mentre prende il giornale sul tavolo davanti al divano.

"Che problema c'è? Se vuoi sceglierlo tu il film basta dirlo". Come si agita facilmente la sorellina, ma la capisco. Il suo fidanzato non è proprio in forma.

"Non mi riferisco a quello. Penso che Jack sia in una sorta di afflizione con sé stesso".

Dice giocando con i capelli di Simon.

"Penso che lei possa salvarlo" ammette Simon. "La guerra non è finita, abbiamo bisogno di lui".

"La guerra non è finita?" Dico trattenendo una risata sarcastica. "Ragazzi, non è neanche iniziata".

MADISON

Salgo sull'enorme scalinata, poi apro il portone marrone scuro che conduce alle stanze private. Dopo almeno un mese ho imparato ad orientarmi in quello che sembra un labirinto; invece, è solo una casa maestosa piena di passaggi segreti e stanze per ogni situazione.

Ma adesso il mio obbiettivo è il suo ufficio, sono sicura che sia lì. Ormai è tarda sera, dovrebbe venire a dormire e riscaldarmi con il suo corpo come sempre. Voglio che torni da me, voglio che si riprenda e sono determinata a farlo tornare. Deve capire che non può assumersi queste colpe, tutto ciò però fa capire molto della sua personalità apparentemente fredda e distaccata.

Io lo amo per quello che è.

Busso alla porta, nessuno risponde. Busso di nuovo e lo sento parlare, forse al telefono. Dunque, attendo e dopo qualche minuto apro lentamente la grande anta di legno.

Lui è lì, con la camicia bianca sbottonata leggermente e i polsi arrotolati fino ai gomiti con le vene ben esposte, la testa china sul pavimento e le gambe incrociate mentre è appoggiato sulla scrivania.

"Ehi" dico a bassa voce e cautamente. "Possiamo parlare?"

Alza lo sguardo. "Riguardo cosa?"

Mi fa male il petto, perché lui è sempre più freddo. Soprattutto con me. "Su come stai".

Sospira, ma non si muove e rimane come una perfetta statua nella sua posizione. La stanza è in ordine come sempre, le librerie impeccabili e vedo documenti sparsi sulla scrivania beige.

"Sto bene. È tardi e dovresti dormire".

Sembra che siamo tornati punto da capo.

"Non vieni con me?" Tento timidamente. Sento di temere le sue risposte.

"Non sono stanco, riposa". Il suo sguardo di ghiaccio su di me mi congela più del solito. Mi mette così tanta pressione che le mie labbra iniziano a tremare come le gambe.

Improvvisamente la mia ansia mi avvolge. Ritorna.

Vorrei un abbraccio caldo, la mia famiglia inizia a mancarmi e sento che ho bisogno di essere protetta. Gli occhi diventano pieni di lacrime e inizio a tirare su con il naso senza neanche accorgermene. Lui finalmente sembra come svegliarsi, sgrana gli occhi ed è come se connettesse e realizzasse con il mondo.

Inizia ad avvicinarsi subito a me velocemente. Mi mette le sue mani calde attorno al viso e mi scruta con i suoi occhi celesti.

"Che succede? Cos'hai che non va?" Chiede insistente.

"Nulla". Mi pulisco con il polso gli occhi.

"Dimmi cosa c'è che non va, per favore". Insiste e non toglie le mani dalle mie guance. Poi esplodo.

Inizio a piangere e lo abbraccio di istinto, stringendolo forte a me. Sento il suo petto che batte forte, ma sento anche il suo odore delizioso e mi sento protetta e amata.

L'ansia scompare e il cuore è a casa.

"Mi sentivo... quella sensazione di ansia, ho bisogno di te".

"Sono qui con te, amore. Non devi avere paura di nulla".

Sono qui con te.

Queste parole sono come una medicina e mi scaldano l'animo. Inizio a piangere di più perché la solitudine e la preoccupazione di questi giorni senza di lui si fa sentire. Mi stringe ancora di più.

"Torna da me". Gli dico.

Lui cerca di guardarmi negli occhi alzandomi il viso. "Ma sono qui".

Scuoto la testa. "P-perché non stai più con me? Non dormi più insieme. Si può sapere che ti succede? Sono preoccupata. Mi manchi tanto".

Mi sento una bambina, non la ragazza che lo ha difeso puntando una pistola a ragazzi armati. Possiamo mostrarci forti quanto vogliamo ma tutti abbiamo bisogno di essere cullati e amati nei momenti bui.

Lui sorride, mostrando le fossette che non vedo da una vita. Mi accarezza le guance.

"Mio dolcissimo amore, mia splendida farfalla, credi davvero che io non voglia più passare il mio tempo con te?"

Quando mi chiama così.

Annuisco. "Perché mi eviti insieme agli gli altri? Sei sempre chiuso qui. Guarda che non è colpa tua per quello che è successo a Simon. T-tu sei coraggioso, buono e perfetto. Non devi prendertela con te stesso. Ci manchi, la squadra non è la stessa senza di te e siamo tutti davvero grati per quello che fai. Ma le cose brutte possono accadere e tu non devi sentirti il responsabile per tutto. Guarda che so quello che fai, so che stavi per farti uccidere per impedire che mi rapissero. Io so quanto tu abbia un cuore enorme. Ti prego, lascia che ti aiuti. Io e te siamo una squadra, ricordi?".

Mi guarda profondamente, tanto che ho i brividi.

Il suo battito è regolare, eppure cerca di trovare altre risposte nei miei occhi. Io sono paralizzata e affascinata da lui, dal suo modo di capre e comunicare. Il suo coraggio mi affascina, come il suo senso di dovere e responsabilità.

Inclina il volto. Finalmente risponde. "Vieni".

Mi prende per mano e usciamo dall'ufficio. Poi insiste per farmi mettere il cappotto e lui fa lo stesso. Andiamo sul grande terrazzo della sua stanza e ci poggiamo sulla ringhiera, dove la vista di New York brilla davanti ai miei occhi. Lui guarda il panorama, tenendomi il suo braccio attorno ai fianchi stretto.

"Questi giorni sono stati frutto di molte riflessioni" dice posando il ghiaccio su di me. "Dopo quello che è successo, mi sono reso conto di quante cose si diano spesso per scontato" lo ascolto con attenzione, godendomi le sue braccia che mi proteggono. "Le persone danno per certo che si rivedranno il giorno dopo, che avranno tempo per recuperare il tempo perso e che i nostri cari torneranno sempre a casa la sera dopo essere andate dal lavoro".

Cerco di seguire il suo ragionamento. "In realtà, ho capito che non è sempre così. Due settimane fa abbiamo rischiato che Simon non tornasse a casa e questo nessuno l'aveva previsto a fondo. Riflettei su come io dissi a mia nonna che ci saremmo visti la mattina dopo; invece, quella è stata l'ultima volta che potei salutarla" mi posa un lieve bacio sul naso. "Poteva non essere Simon, poteva essere Stella, Alex, Liam, tu... io. Per quanto io cerchi di proteggervi, è bene tenere presente che il tempo è prezioso e bisogna cogliere l'attimo" mi accarezza il volto. "Carpe diem". Sussurra.

Sorrido. "Sai anche il latino".

"È tatuato sulla mia pelle, ricordi?"

SIDEREUS

Continua. "Il tempo è un regalo prezioso, un bene inestimabile. Bisogna concederlo solo a chi vale la pena lo custodisca. E io, amore mio, ti donerei ogni secondo che questa vita mi concede per farti vivere e sognare come solo tu sai fare" gli stringo le mani sulle mie guance, ancora calde. Continua. "Vorrei dirti grazie... per concedermi il tuo tempo vivendolo con me, grazie per rischiare la tua vita per restarmi accanto. Io prometto di renderti felice con ogni mezzo che mi compete, per far in modo che il tempo della tua vita sia memorabile il più possibile". Sorride nel vedere il mio viso basito dalle sue parole, ne resto incantata ogni volta.

"Il tempo insieme al destino ha lasciato che ci incontrassimo. Ti svelo un segreto" si avvicina alle mie labbra. "Le coincidenze non sono mai tali".

Questa frase è come se la conoscessi già da sempre. Come se me l'avesse già sussurrata in passato.

Come fa ad essere un ragazzo così poetico e sensuale allo stesso tempo? L'unica cosa che vorrei ora è lui e che si accertasse che le coperte coprano entrambi i nostri corpi. Nudi.

"Lo sai che mi sei mancato da morire, vero?" Dico. "Voglio passare ogni attimo della mia vita con te, se è vero ciò che dici sei la coincidenza più bella della mia vita, Jacob Torres".

Lo avvicino ancora più a me, le sue labbra sono ad un soffio dalle mie. "Tu non hai idea di quanto io ti abbia aspettato. Sei la causa del perché io abbia smesso di temere l'amore, un sentimento che porta il tuo nome. Lo stesso nome che ho inciso sul mio cuore e così sarà per sempre". Confesso.

Inizia a mordermi le labbra, ad assaporarle dolcemente e giocare con i miei capelli. Le mie mani passano sul suo petto, fra i suoi capelli. Sto per parlare, ma mi chiude le labbra con un dito.

"La tua lettera" dice sussurrando con il suo timbro profondo. "Quella che mi regalasti al compleanno, la leggo tutte le sere, solo in questo modo riuscivo ad addormentarmi quando non ancora vivevi con me. E ogni notte di queste ultime settimane, per quanto non dormissi sempre, venivo a controllare ogni notte che fossi ben coperta e dormiente. Vorrei che lo sapessi".

Poi avvolge le mie braccia al suo collo e circonda i miei fianchi con le sue, ha un sorriso insolente e questo vuol dire che sta tramando qualcosa.

"Sai ballare?" Mi chiede.

Scuoto la testa. "So cantare".

"Che sai cantare lo so benissimo, anzi, inizio a pensare che mentre suono sarai la mia Musa accompagnatrice". Sorrido alla sua riflessione.

"Il cielo sopra di noi è stellato. Balla con me sotto le stelle, Madison".

Le guance mi avvampano mentre inizia a muoversi lentamente e sorridendo. Questo ragazzo sa fare tutto. "Amore, io... non sono capace". È la verità, sembro un pezzo di legno che si muove.

Chiude gli occhi e mostra le fossette. "Quanto impazzisco quando mi chiami così".

Mi avvicino alle sue labbra, consapevole di cosa sto facendo. "Come? Amore?"

Ridiamo, la sua fronte poggiata sulla mia, lo stringo in uno dei nostri momenti più belli.

Si morde le labbra, inizia a respirare in maniera celere. "Una volta mi puntasti una pistola contro".

Assunsi un'espressione confusa. "Come mai ricordi questo ora?"

Ecco, un altro sorriso insolente. "Perché adesso ripeteremo la scena".

Si stacca da me, poi prende qualcosa da sotto il cappotto e me lo porge. Una pistola.

Io lo guardo, abbastanza scettica. "Cosa dovrei farci?"

"Sai che sono due settimane che non ti tocco?" Si mordicchia il labbro. "Voglio che mi punti la pistola implorandomi di farlo".

Non so se sono più scioccata dalla richiesta o dai suoi cambi repentini di atteggiamento. Poco fa mi stava confessando argomenti profondi e dolci, ora vuole che lo minacci con un'arma da fuoco.

Decisamente il mio ragazzo tipo.

"Fallo" insiste. "È un ordine".

"Ancora con questa storia che mi dai ordini?" Alzo la pistola. "Vediamo se inizi a portarmi più rispetto, perché io non imploro nessuno". Dico sicura.

"Stai dicendo che non mi vuoi, Madison?"

"Sei tu che mi vuoi, Jacob".

Ecco che inizia anche il mio di piano.

Abbasso l'arma, entro in casa e inizio a lasciare una scia di vestiti verso il letto nonostante il fresco e l'aria aperta. Il cappotto, i jeans, la maglietta, il reggiseno...

Mi sdraio a pancia in giù sul letto, stendendomi sulle morbide e profumate coperte. Noto la mia lettera incorniciata sul suo comodino vicino alla nostra foto sul The Edge e una foto solo io mentre sorrido. Stendo le mie gambe lunge, inizio a muovermi godendomi della morbidezza delle coperte. Sento il suo respiro da qui, decisamente veloce, ma non sento altri rumori.

Poi lo vedo che gira intorno al letto, esaminandomi dalla testa ai piedi con scrupolosità.

Sento che ansima e freme, ha persino lui le guance arrossate ed è adorabile.

"Non importa quante volte io ti veda senza vestiti" si toglie a camicia e i pantaloni. "O quante volte io e te diventiamo una cosa sola". Sale sul letto, inizia a muovere le coperte sotto le sue mani venendo verso di me, girandomi e mettendosi sopra il mio corpo. "Rimango sempre folgorato dalla tua bellezza. Estasiato oserei dire".

Le sue mani percorrono il mio corpo e inarco la schiena perché ho atteso questo momento per giorni e ho bisogno di lui. Il mio corpo trema, il mio cuore è fuori controllo e la mia mente diminuisce di lucidità.

"Il suo tocco è pericoloso su di me, signor Torres". Cerco di parlare.

Poi si ferma, lo vedo sorridere e abbassarsi sulle mie labbra. Le sue parole sono sussurri sensuali e io mi perdo nel suono dolce e magnetico della sua voce.

"Il pericolo è parte di me, sono io a crearlo ovunque vada".

Poi mi riempie di lui e tutto attorno a noi scompare, ci sono solo stelle.

"E tu... sai perfettamente di essere nei guai con me. Lo sai da sempre".

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CLARA

"Avevamo programmato tutto. Ce l'avevo in pugno. Potevo ucciderla ma mi hanno fermata". Do un calcio alla sedia e spingo via un vaso del mio soggiorno.

Sto fremendo come non mai, nella più totale collera. Io ammazzerò quella ragazza, che sia l'ultima cosa che faccio nella mia vita.

"Calmati, Clara. Ci saranno altre occasioni".

"Che cosa dovrei fare? Come faccio ad ucciderla e prendermi Jacob? Mi dia una mano, lei lo conosce bene".

Lo vedo che posa il bicchiere di vetro con un drink sul tavolo. "Lo conoscevo, ora con l'arrivo di questa ragazza ha perso la testa ed è fuori controllo. L'unico modo che abbiamo per cessare tutto questo è ucciderla".

"Prima voglio divertirmi un po' con lei".

Fremo dalla voglia di vederla sofferente per le atrocità che le infliggerò appena sarà fra le mie mani.

"Anche se non voglio fare i conti con la polizia italiana, la daremo per dispersa. Una volta fatto, sposerai Jacob e tutto tornerà in ordine. Io avevo bisogno di tempo per riflettere".

"Riflettere su cosa?" Chiedo curiosa.

Lui sospira, sistemandosi il nodo della cravatta. "Riflettere su come tornare a manipolarlo ai miei voleri, qualcosa in lui è cambiato. L'immagine di mia madre nella sua mente ha assunto un altro valore, non gli causa problemi uccidermi senza fargli credere che in realtà stia facendo del male a sua nonna" si sbottona alcuni bottoni della camicia. "La ragazza potrebbe essere l'esca perfetta. Devo formulare un piano".

"Ce la farà, signore. I miei fratelli sono in ospedale avendo preso alcuni proiettili, ma abbiamo colpito anche noi uno di loro".

"Cercate un modo per sbarazzarvi della ragazza, ma non uccidetela. Non ancora". Prende la sua valigetta nera e cammina verso la porta.

"È sempre un piacere, signore. Ci aggiorneremo, dunque". Dico con tono soave.

Lui si ferma davanti alla porta, si volta e mi punta i suoi occhi color ghiaccio.

"Per favore, cara. Chiamami William". 

Fortsätt läs

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