When night comes

Par aIevxia

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ยซ๐‹๐š ๐ฌ๐ฎ๐š ๐›๐ž๐ฅ๐ฅ๐ž๐ณ๐ณ๐š ๐žฬ€ ๐ฌ๐ž๐ฅ๐ฏ๐š๐ ๐ ๐ข๐š, ๐œ๐ซ๐ž๐š๐ญ๐ฎ๐ซ๐š ๐š๐ ๐ข๐ฅ๐ž ๐ž ๐ฌ๐œ๐š๐ฅ๐ญ๐ซ๐š, ๐Ÿ๐ซ๐ž๐... Plus

|0|โ˜พ CAST โ˜ฝ
|1|ใ€‹La creatura immonda sono io.
|2|ใ€‹Glitter e lustrini piacciono ai vampiri.
|3|ใ€‹Satana mi ha fregato ancora.
|4|ใ€‹Satana si sta rincoglionendo.
|5|ใ€‹Satana fa il libraio.
|6|ใ€‹Un demone vergine, originale.
|7|ใ€‹Solo le mie prede possono toccarmi.
|8|ใ€‹Storie di streghe e genucidi.
|9|ใ€‹Sei destinato a trovare la luna.
|10|ใ€‹Fiori sulla tomba e connessioni.
|11|ใ€‹Sentivo ancora la tua voce.
|12|ใ€‹Braccialetti stregati.
|13|ใ€‹Creatura speciale.
|14|ใ€‹Tre emozioni in una notte.
|15|ใ€‹Moto e perdoni.
|16|ใ€‹Quattro mani sul pianoforte.
|17|ใ€‹Sturacessi o one motor, two boobs?
|18|ใ€‹Capra che fa la molesta.
|19|ใ€‹Dentro la mente di un Dio.
|20|ใ€‹Un Dio geloso e il banco Trevor.
|21|ใ€‹Un pericolo mezzo morto.
|22|ใ€‹Demoni non troppo demoni.
|23|ใ€‹Mi appartiene un corpo morto.
|24|ใ€‹L'odio di un vampiro.
|25|ใ€‹Le labbra di un dio.
|26|ใ€‹Non sai badare a te stessa.
|27|ใ€‹Voce sexy, frasi decisamente meno.
|28|ใ€‹Proposte di matrimonio e pompini.
|29|ใ€‹Il sole e la luna possono collidere.
|30|ใ€‹Il suo volto illuminato dal tramonto.
|31|ใ€‹Vorrei fargli male.
|32|ใ€‹La parte viva.
|33|ใ€‹Ciรฒ che si cela nel demone.
|34|ใ€‹Prendendo per il culo Azaleya.
|36|ใ€‹Seth tradisce venticinque ore su ventiquattro.
|37|ใ€‹Costrizioni.
|38|ใ€‹Satana e gli spritz.
|39|ใ€‹Gelosia divina.
|40|ใ€ŠC'รจ una prima volta per tutto.
|41|ใ€ŠL'amore segreto di Azazel.
|42|ใ€‹Incomprensioni.
|43|ใ€‹Mi hai guarito.
|44|ใ€‹Strascichi di gelosia
|45|ใ€‹Porto il nome di mia madre.
|46|ใ€‹Andiamo, io e te.
|47|ใ€‹Seth ma con le tette...
|48|ใ€‹Chi non muore si rivede.
|49|ใ€‹Aiden, l'opposto di Seth.
|50|ใ€‹Sangue sacrificale per Seth.
|51|ใ€‹Occhi neri.

|35|ใ€‹Ci sei sempre quando ho bisogno.

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Par aIevxia

|Azazel's point of view|

I miei fratelli escono velocemente, lasciandone indietro però uno.

A quanto pare Seth è con Melany e Aamon è fuori dalla porta di camera mia che cerca titubante di bussare alla porta.

«Entra» dico ormai sconsolata dal fatto che lui sia l'unico in casa.

Sono sdraiata sul mio letto e fisso il soffitto, cercando qualche venatura di legno che assomigli vagamente a qualcuno.

«Dai, siediti. Non ti mangio» scherzo spostandomi un po' più in là per fargli posto.

Aamon si siede timoroso in fondo al letto guardandomi.

«Sai come è, l'ultima volta mi stavi per staccare un braccio» ricorda tenendo le mani in alto per proteggersi in caso di un mio scatto d'ira.

«Andiamo, è stato centocinquanta anni fa, Aamon. Poi la mamma mi ha sgridata, ti ricordi?» mi metto a sedere fissando i suoi occhi dello stesso colore dei miei.

Annuisce sorridendo, capisco che nel suo sguardo c'è un po' di malinconia.

Nostra madre aveva gli occhi scuri come la pece, nostro padre li aveva esattamente come tutti noi.

«Non so, mi sento solo. Vuoi parlare un po' con me?» domanda, facendomi alzare gli occhi al cielo.

«Di cosa vuoi parlare?» gli chiedo, non so cosa mi passi per la testa a dir la verità.

Il suo sguardo si posa sul mio collo ancora leggermente scarlatto.

«Lo so, lo so» mi copro con la mano guardando a terra.

«Sembri giù di corda quando lui non c'è» constata incrociando le braccia come fa di solito.

«È solo che mi annoio» chiarisco sulla difensiva, annuisce.

«Perché non vieni con noi allora? Ci divertiamo, lo sai. Tu uscivi spesso con noi e rompevi il collo a tutti» continua cercando di convincermi.

Vorrei di nuovo qualcuno come mia madre, i miei fratelli sono pur sempre i miei fratelli e Seth è sempre Seth. A me serve una persona che mi insegni, una donna da guardare con ammirazione.

«Samael parla troppo, vorrei ucciderlo» assottiglio gli occhi, non capisco come faccia Aamon ad essere sempre così calmo.

Chissà cosa accadrebbe se sapesse che Iside ha ucciso nostra madre.
La vista inizia ad offuscarsi solo al pensiero.

«Ad ogni modo, vedo che ti trovi bene con Seth. Mi sembra gentile con te e se non gli hai ancora staccato un arto penso che sia proprio così» è così serio che mi fa scoppiare a ridere.

«Non credo di averti mai vista felice» sorride pure lui muovendosi leggermente sul suo posto.

-Lui ti piace?- domanda mentre i suoi occhi sono fissi nei miei. Adoro quando i miei fratelli hanno un collegamento mentale con me, mi fa sentire più in sintonia con loro anche se non lo ammetterei nemmeno sotto tortura.

-È solo meno noioso degli altri. Smettila di guardare il mio collo, ho esagerato- alzo gli occhi al cielo mentre lui sorride.

Nello stesso momento guardiamo la porta. Lo abbiamo sentito entrambi. Non è né Seth, né Draven, né Samael.

Gli faccio segno di stare zitto. Chiunque abbia chiuso la porta non si sta muovendo, non ha un cuore che batte e respira così piano che a stento lo sento io.

Mio fratello è immobile e tutto ciò risveglia in me quella che da quando c'è Seth sembra essersene andata o comunque intenerita.

Io ho sempre protetto la mia famiglia a costo della vita e questa cattiveria viscerale che mi esce solo a pensare a uno di loro in pericolo, mi fa perdere la testa.

Non ammetterò mai quanto gli voglia bene, ma ucciderei chiunque per loro.

-Scendi le scale, fai finta di non aver sentito niente, copri i miei passi- gli ordino, fa come gli chiedo e come se nulla fosse scende.

«Ciao?» sembra essere confuso, cosa sta succedendo? Chi è? Perché ha abbassato la guardia?

Non c'è bisogno che Aamon instauri una conversazione con me per capire chi sia.

Inizio a tremare sentendo la sua voce sibilante così acuta da rendermi sorda. Forse non lo è, forse è solo una mia sensazione.

«Non c'è Seth?» domanda quella voce che ha spezzato tutti i miei sogni, fino all'ultimo, creando in me nuove paure.

Non ho intenzione di scendere. Non posso vederla di nuovo. Ho i sensi annebbiati e mi ucciderebbe in queste condizioni. Non credo che Aamon sia abbastanza cattivo per proteggermi.

«Non c'è. Posso dire che sei passata però, come ti chiami?» domanda il ragazzo inconsapevole di che razza di mostro disumano ha davanti, peggio di me addirittura.

La gola sembra ostruirsi, faccio fatica a respirare.

«Oh, no tesoro. Lo aspetto. Chiamami Isy» un flash mi passa davanti agli occhi. Iside vuole rendere la mia vita un inferno e la possibilità che possa far del male ad Aamon non mi lascia dubbi.

Senza nemmeno accorgermene io sono davanti a lei.

Tremo, non ho forze e cerco disperatamente di rimanere lucida, come quando una persona leggermente ubriaca cerca di scacciare la visione distorta del mondo che ha.

«Chi si vede» mi provoca facendo qualche passo avanti e indietro sempre con una delle sue gonne smilze da stronza.

«Fuori da casa mia, subito» la intimo mentre i miei occhi sono così pieni di sangue da rendermi difficile vedere chiaramente.

«Capra, non fare così. È solo un'amica di Seth» cerca di calmarmi posandomi una mano sulla spalla.

Credetemi, non avrei mai voluto fare una cosa del genere ad Aamon, ma in questo momento è meglio che lui stia sulla difensiva con lei.

Lascio scorrere i miei pensieri a fiumi e fiumi verso di lui che si immobilizza.

Riesco a sentirmi più libera, decisamente, era insostenibile per me quel peso così grande, certo. Però avrei preferito non farlo soffrire.

Mi scende una lacrima lungo la guancia.

Velocemente mi asciugo con la mano.

Aamon ancora non riesce a realizzare, si è solo spostato contro il muro. È spaventato.

«Sono confusa, i vampiri non possono provare emozioni giusto?» chiede con il suo tono provocante, lasciando il silenzio cadere nella stanza.

Quegli occhi truccati, il sorriso così ampio e disumano.

La porta si apre lasciandomi qualche secondo per far segno ad Aamon di salire le scale. Figuriamoci se mi ascolta.

«Porca puttana, che colpaccio oggi» annuncia Samael entrando in casa e accorgendosi solo dopo dell'ospite indesiderata.

«Capra, quando ti ho detto di farti delle amiche non intendevo delle squillo con la gonna più corta della mia voglia di vivere» la prende per il culo girandole attorno.

Ho deciso che Samael e Draven non dovevano sapere di lei.

Samael sarebbe uscito fuori di testa e si sarebbe fatto uccidere, conoscendolo.

Con me, erano i più piccoli.

«Scusa? Come mi hai chiamata?» chiede lei, il suo sorriso le scema dal viso.

D'istinto spingo dietro di me Samael che non sembra esattamente gradire.

«Non ti batte il cuore ma sei sorda comunque?» domanda cercando di scavalcarmi.

Se alla fine della giornata sarò viva, potrò ritenermi fortunata.

Do un'occhiata a Draven che è già seduto sul divano a guardare la TV e se ne fotte di tutto.

Il cuore di Iside riparte, facendo capire a Samael che quella è una dea e che dovrebbe avere paura.

«Oh, oh» fa nascondendosi completamente dietro di me fino a risultare quasi invisibile.

«I tuoi fratelli sono più stupidi di te» riprende ridacchiando e alzando la testa al cielo.

Dove cazzo è Seth quando serve? Dove minchia è mi chiedo!

«Te lo ripeto. Non c'entro niente, vattene» le ripeto per l'ennesima volta. Mi sento impotente ed è straziante, dico davvero.

Finalmente come se Satana mi avesse ascoltato, la porta si apre rivelando Seth sconcertato.

Faccio un sospiro di sollievo e lascio finalmente che la vista mi si annebbi cadendo a terra.

Non siamo più in pericolo. Non lo siamo più.

«Eccolo» la dea lo guarda mentre probabilmente lui è basito. Non lo so, non lo vedo.

«Che cazzo ci fai qui?» domanda il ragazzo lasciando cadere al suolo il suo zaino pesante.

«Sono venuta a vedere la tua nuova dimora. È quasi ora» parla lentamente non so cosa voglia dire, io sto male e Aamon si è fiondato verso di me per guardare come sto.

«Iside. Devi decisamente andartene. Ora» la minaccia, ho l'impressione che il cielo sia scuro e intriso di acqua.

«Altrimenti?» domanda facendo qualche passo verso Samael che sicuramente sta pensando di scappare.

«Altrimenti ti faccio fuori» un fulmine cade proprio fuori casa nostra e un vetro va in frantumi, facendola sobbalzare leggermente.

«Tu non avrai pace, ricordatelo. È solo un piccolo promemoria. La fine sta arrivando, Seth» le sue ultime frasi prima di sparire rimbombarono nella stanza.

Draven come se niente fosse guardava la televisione. Il suo motto è sempre stato "fatti i cazzi tuoi che scampi all'infinito".

Samael non riusciva esattamente a muoversi, fissava Seth con la faccia sbalordita, mentre Aamon mi spostava un po' i capelli dalla fronte per farmi reagire.

Non ci vedevo, ma sentivo ancora perfettamente. La mia vista era di nuovo offuscata e mi chiedo perché.

Perché quando dovrei essere più lucida e pronta contro una persona che odio, sono più debole e fragile? Perché mi è toccata questa sorte?

Seth si avvicina a me, si china senza esitare e mi afferra per il busto alzandomi da terra, senza fare fatica. Mi sento un gatto ora, non una persona.

«Azaleya, hey» mi chiama mentre i miei movimenti sono nulli, sono impassibile che fisso il nero che i miei occhi mi hanno messo davanti.

«Che è successo?» chiede preoccupato Samael, anche Draven finalmente mi da un po' di attenzioni.

«Si odiano, non c'è da preoccuparsi. Domani me ne vado, non voglio che vi disturbi ancora» annuncia, a quelle parole rinvengo di poco.

«Noi ce ne andiamo, ti prego aiuta Capra, mi sembra scossa» gli chiede gentilmente Draven prima di uscire di casa.

Aamon e Samael se ne escono di controvoglia mentre nella casa cala il silenzio.

«Te ne vai?» domando flebilmente, non mi può lasciare così in una condizione in cui non mi so difendere da sola.

«Stasera. Non ti preoccupare adesso, Principessa» cerca di rassicurarmi mentre io inizio a tornare in me stessa e la vista mi si fa meno scura.

«Ti prego, rimani» pronuncio senza pensarci, mentre il silenzio avvolge me, le mie parole e la stanza rendendole ancora più disperate e strane di quanto lo siano già.

Seth fa un sospiro di sollievo avvolgendomi con le sue braccia calde, mi si forma un nodo alla gola e ci vuole veramente tutta la forza di volontà per fermarmi dal piangere.

«Non posso, vi tormenterebbe» insiste accarezzandomi i capelli lentamente.

«Non importa. Ho paura» gli dico, magari questo lo fermerà.

Ma Azaleya tu sei un'illusa, lo sai.

Lui non è niente per me, potrebbe sparire benissimo da un momento all'altro. Però sta decidendo di darmi retta e questo mi piace.

«Perché mi dici sempre così quando me ne voglio andare?» domanda tornando a guardarmi.

È in quel momento che tutto si fa più chiaro e riesco a vedere i suoi occhi eterei fissare i miei.

Non lo so.

Le sue labbra sono sempre più vicine, ma non perché lui si sta avvicinando, lo sto facendo io e sto cedendo come aveva detto lui.

Ci vuole un po' di forza per non premere le labbra contro le sue, si sfiorano e per me quello è già tutto il contatto di cui ho bisogno, non mi serve altro.

«Perché ci sei sempre quando io ho bisogno di te?» mi faccio scappare, ma è vero. Forse la sua sincerità sta contagiando me, la bugiarda cronica.

Lui è l'unico che può impedirmi di fare cazzate e che mi assicura protezione da tutto.

Sento il suo cuore battere più forte, per me quella è già una risposta. Vorrei che anche il mio battesse così eppure mi emoziono sentendo il suo.

«Non lo so, ho un radar» scherza tirandomi per i fianchi e venendomi incontro, facendomi sbilanciare indietro e cadere sul bracciolo del divano.

«Rimango per stanotte, va bene?» domanda, non so come rispondergli, perciò annuisco.

Apprezzo il fatto che nonostante io sia una stronza con lui, ha tanta pazienza.

Lo spingo leggermente per poter rialzarmi.

Non so cosa mi porti a fare un gesto del genere ma lui si ritrova contro il muro con le mie labbra premute violentemente contro le sue.

Emette un verso di liberazione e subito mi afferra per il viso baciandomi velocemente.

Non lo so perché devo essere così, perché lo devo sentire con così tanta violenza per sentirlo realmente.

Velocemente sono io che mi ritrovo con la schiena premuta contro il muro e il mio corpo incastrato contro il suo.

Le sue mani scivolano lungo i miei fianchi, scendono sul mio sedere fino ad arrivare alle coscie dove mi afferra e mi prende in braccio.

Chiudo le gambe intorno alla sua vita mentre i nostri occhi si scontrano e rimangono intrecciati fino a quando lui decide di salire le scale un po' goffamente.

Seth. Non posso pensare ad altro che a lui ora. E non mi piace molto questa situazione perché il suo profumo mi entra nella mente, il suo calore inizia a scaldarmi e le sue guance si fanno più rosse.

Cristo. Perché non l'ho ucciso? E perché non mi viene più nemmeno quasi l'istinto di farlo?

Perché fa sempre tutto così giusto?

«Me lo dirai dove rimarrai a dormire?» chiedo fissando le sue labbra che ora mi sembrano l'unico modo per dimenticare tutto.

O meglio, è lui l'unico modo per dimenticare tutto perché vorrei dimostrargli che lui per me è un minimo importante ma non sono capace.

«Te lo dirò» annuncia, nel suo tono riesco a sentire la speranza che io possa andare con lui.

Perché no? Vaffanculo a tutto. Ci siamo solo io e lui ed entriambi al momento sembriamo due coglioni che non riescono a ragionare lucidamente.

Con una mano apre la porta di camera sua, delicatamente mi lascia sul letto.

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