Atto II - Capitolo 39 - Tutto Ciò Che è Stato

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Mi chiamo Éloise Dubois, sono la dottoressa che ti ha sorvegliato durante il coma.

Ed sbatté velocemente le palpebre. Planava verso l'alto, con l'energia intrinseca dell'alieno a far da propulsore. Murwa attivò un campo di forza che potesse deflettere l'attrito dell'aria.

Per quanto ne so, comunque, questa volta siete stati almeno in tre. La terza, pensa, sembra che ti conoscesse.

Il ragazzo scosse la testa. Non riusciva a togliersi quella voce dalla testa. Prese quota, superando lo strato di nubi e osservando l'immensità della terra, irradiata dalla luce del sole.

Ecco, ce l'ho. Si chiama Lara.

Strinse i denti, mentre una fitta lo stava attanagliando dall'interno. Sapeva benissimo di cosa si stesse trattando.

ATTENTO!

Aveva vegliato su di lui. Lo aveva condotto a dei vestiti, del cibo, dell'acqua, fino all'uscita da quel bunker militare nascosto fra le Alpi. Con un gesto estremo, l'aveva addirittura salvato dal letale attacco di uno di quegli abomini.

Sto morendo, vero?

E lui non aveva potuto far nulla per salvarla. Non riusciva a discostarsi dalla visione di quegli occhi vitrei, senza più un'anima. Si stava rimproverando di non aver fatto abbastanza. Non faceva altro che pensare a quella donna, al senso di colpa sbocciato con la sua tragica morte.

Non devi tormentartici, abbiamo fatto del nostro meglio, tentò di rassicurarlo Murwa.

«Lo so, ma non è giusto, capisci?» replicò Ed.

Ti capisco, ragazzo.

Proseguendo il volo verso sud, i due notarono un forte bagliore all'orizzonte, come se stesse tagliando in due il globo.

«Che roba è?»

Non saprei, ma pare che sprigioni un ammontare incredibile d'energia, come... come...

«Come?»

Hai presente quando ci siamo congiunti per la prima volta? Le dimensioni distorte...

«Credi che sia una fenditura spazio-temporale come quelle passate?»

Forse, ma come ha fatto ad aprirsene una così grossa, sempre se sia una faglia...

«Non lo so, ma ci penseremo dopo.»

Ad ogni modo, quello zubeliano, Elbritil Lhan, credo fosse stato completamente sincero.

«Ci avrebbe attaccato, altrimenti. Dev'essere successo davvero qualcosa. Zubeliani scagionati da una maledizione, pace indetta da tuo fratello che ora porta la corona in testa... E va' a badare cos'altro» fece Ed, con l'animo distratto da questioni per lui più importanti.

Credo che lo siano anche queste. Se gli zubeliani sono davvero come noi e possono congiungersi a voi umani come io e te, sai cosa significa?

«Ne sono consapevole, Master. Sei preoccupato che Shadow, Deimos e Phobos girino liberamente per il mondo a far danni, magari anche sotto mentite spoglie. E chissà se sono loro la causa di quella sorta di faglia. Lo so, Master. Ce ne occuperemo. Ma devo prima ritrovare la mia famiglia» replicò fermamente Ed, che agguantò ancora più audacemente l'energia aliena, dandone sfogo e aumentando la velocità di crociera.

Sapevano entrambi che in superficie stava succedendo qualcosa di strano ed oscuro, un processo dagli ingranaggi contorti e intriso di veleno che avrebbero dovuto fermare. Ma Murwa lo lasciò fare, sapeva cosa volesse dire famiglia.

Sorcerers Against - EndlessWhere stories live. Discover now