Preludio - Capitolo 1 - Il Sole si Spense

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Preludio – La Stabilità Spezzata

Capitolo 1 – Il Sole si Spense

Ero ancora lì, imbambolato. Percepivo ancora il vuoto dello spazio, quei movimenti da capogiro. Non potei vomitare soltanto perché Master mi accoglieva nel suo corpo per mezzo della congiunzione. Non potei respirare. Percepivo ancora quella macabra mancanza d'aria e altrettanto raccapricciante era il fatto che riuscissi a vivere in quella situazione.

Una volta incrociato lo sguardo di Lara, in quella piazza affollata di persone con gli occhi puntati al cielo, incuriositi da quell'insolito spettacolo pirotecnico avvenuto ai confini dell'atmosfera terrestre, la sensazione di vuoto, dello zero assoluto, della mancanza di fiato e del cuore che batteva all'impazzata avevano ripreso il loro corso.

All'insaputa di tutti, ancora una volta, eravamo sopravvissuti a qualcosa di veramente incredibile.

Chiusi le palpebre per un secondo e rividi nuovamente lo spazio, ricordai il volto riluttante di quel mostro che, con un artiglio, mi aveva toccato il petto, scaraventandomi all'interno del suo incubo.

Sospirai ancora e tornai alla realtà, a qualche passo da lei, Lara, che accennava ad un sorriso, mostrando quelle fantastiche fossette.

Il caos era finito e finalmente potevo dedicarmi a lei, sperando in un nuovo inizio.

Mentre mi avvicinavo, riuscivo a gustarmi ogni singolo passo. Mi sentivo più leggero, più sereno, più sicuro. Niente mi avrebbe ostacolato. Nessun altro alieno, nessuno squarcio dimensionale, nessun energumeno pronto a fare il terzo incomodo. Soltanto io e lei, Lara.

Non feci in tempo ad aprir bocca che mi saltò addosso, stringendomi a sé, venendo presto ricambiata.

Un abbraccio durato minuti, che non volevo finisse mai.

«Ma che diavolo è... successo? Mi sono trovata a casa, all'improvviso e voi non c'eravate più!» fece lei, con voce esitante.

«Dev'esser stato Kit. Lo aveva accennato, dopotutto» mormorai, voltandomi per un attimo verso il cielo imbrunito, proprio come il resto della folla.

Lara seguì i miei occhi e alzò la testa, sospirando.

«Tu stai bene?» le chiesi.

«Sono scossa, traumatizzata, con l'adrenalina ancora in circolo. Ma sto bene. Poteva andarci peggio, no?» replicò lei, accennando una risata.

«Hai ragione. Sai, sono curioso di sapere che ne sarà di noi adesso. Nel senso, tutti hanno visto cos'è accaduto lassù.»

«Magari salta tutto il sistema. Magari continueremo ad andare avanti come se nulla fosse accaduto» mi guardò lei, distogliendo gli occhi dal cielo, le cui stelle iniziarono a far capolino.

«Già, può darsi. Magari avremmo soltanto un po' più documentari trash su alieni ed eventi paranormali come questo.»

Entrambi scoppiammo a ridere.

«Beh, ti va un giro? Vorrei smorzare la tensione che ho addosso da troppe ore» mi propose lei allora.

Camminammo, allontanandoci dalla folla, raccontando e ripercorrendo quei momenti tanto intensi quanto tragici.

Adorai il suo volto entusiasta di quando le spiegai per filo e per segno cosa era accaduto lassù, nel vuoto dello spazio. Cosa si provava, come si viveva senz'aria, con il freddo e il vuoto che mi circondava.

Mi chiese cosa avessi visto nell'incubo di Shadow e, raccontandoglielo, non feci a meno di gustarmi la sua espressione dapprima sconvolta e poi compiaciuta, quasi sensuale, proprio come era avvenuto nella proiezione.

Sorcerers Against - EndlessWhere stories live. Discover now