Atto III - Capitolo 49 - Alleanza Inattesa

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Il firmamento brillava di un numero considerevole di astri, una quantità anomalmente maggiore di quella che si potrebbe scorgere nei pressi di un centro abitato. A dividere in due la volta celeste, vi era sempre quella fascia più densa e luminosa, la Via Lattea per gli umani, Zubel per le altre due civiltà aliene che il Destino aveva deciso di far incontrare e scontrare.

Sotto quel cielo così insolitamente stellato, in cima a due dei tanti palazzi che si innalzavano su quella versione cupa e spettrale della città di Rio de Janeiro, Dial e Togar, i fidati consiglieri della Generalessa zubeliana Aetiskend e Adriano Soares Silva, un sopravvissuto alla carneficina della Piaga, disgraziatamente congiunto da tempo con l'entità di un argonidiano, alla ricerca della propria famiglia e del responsabile di quella sciagura, si stavano studiando con un intenso scambio di sguardi.

Il giovane umano, che stava saldamente impugnando una lancia composta da pura energia, aveva appena interpellato i due sconosciuti, domandando riguardo alla loro identità.

Questi ultimi, che non avevano benché alcun motivo per dimostrarsi ostili nei confronti dell'umano, si comportarono e risposero all'interrogativo con l'animo sereno.

«Io sono Dial» si presentò l'alieno dai lunghi capelli castani e la carnagione scura. «Lui invece è Togar, mio collega. Tu, invece...»

«Io sono qui per cercare la mia famiglia» ringhiò il giovane, interrompendo lo zubeliano. «E per scovare il responsabile che ha creato quei mostri

I due alieni si scambiarono uno scambio enigmatico, che Adriano colse con sospetto.

«O siete forse voi i responsabili, eh?» domandò energicamente, impugnando con furia l'energia dell'entità di Jetar.

Dial si voltò verso di lui, accennando ad un sorriso e scuotendo la testa.

«Assolutamente no» rispose poi. «Ma sappiamo di chi si tratta e anche come ha fatto a scatenare questa apocalisse.»

«Ma davvero» strinse i denti il carioca. Una risposta del genere non fece altro che alimentare i dubbi del ragazzo.

«Siamo qui per recuperare il Medaglione con i suoi Frammenti che il Mascherato ha prima rubato e poi compromesso, innescando così questa Piaga e strappando il tessuto della realtà, aprendo queste faglie» spiegò allora Togar, l'altro alieno dalla testa pelata, una corporatura più esile e dei simboli giallo sgargiante che affioravano dal petto.

Adriano sentì un irrefrenabile impulso dentro di sé e fu l'entità a soddisfarlo, prendendo parola al suo posto.

«Siete argonidiani?»

«No, siamo zubeliani» fece Dial.

Mai sentiti, sussurrò Jetar al partner, in modo che i due estranei non potessero percepirlo.

A cosa pensi, Jetar?, chiese allora il giovane.

Ho un dubbio, replicò immediatamente, mi domando se questi... "zubeliani" siano i fautori dell'assassinio del vecchio Imperatore, una fazione di terroristi argonidiani per la quale quel bastardo di Kal ci ha tradito e mi ha...

«Siete di... Argonida? Galassia Argonida, di Andromeda?» domandò il ragazzo borbottando, portando scetticismo nei due alieni.

«Beh no. L'ho detto, siamo zubeliani, di Zubel. Zubel è la galassia a cui appartiene anche il vostro pianeta» replicò Togar, cercando di spiegare quanto più limpidamente possibile le cose.

Poi, Jetar si fece nuovamente avanti.

«Avete parlato di Medaglione e i suoi Frammenti, non capisco. Io so che aveva un'unica gemma incastonata in esso

Sorcerers Against - EndlessWhere stories live. Discover now