Atto I - Capitolo 9 - L'Oscuro Fondale

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Diario di Phantalosius

Annotazione 25137

L'Operazione Atid procede nonostante questo inesorabile e infinito scorrere del tempo di cui ne stiamo pian piano perdendo la concezione. Visitiamo per l'ennesima volta quel pianeta blu, la cui specie su cui abbiamo effettuato gli sperimenti è riuscita a divenire quella dominante, moltiplicandosi in maniera esponenziale e colonizzando ogni parte del globo. Durante questo viaggio, abbiamo deciso di portare con noi alcuni "turisti" argonidiani, dirigenti dei maggiori enti governativi del governo, al fine di spiegare loro che valore avesse spendere l'energia e il tempo lontano da Phanial, usufruendo del Gran Portale al massimo del suo potenziale ma ogni ottanta hakt, a causa della mancanza del Manufatto perduto, di cui, attualmente, non ne abbiamo più traccia.

Comunque, abbiamo scortato gli ospiti verso dei villaggi collocati nell'emisfero settentrionale, a nord di quel continente che per lungo tempo ha visto la maggior parte dell'evoluzione sociale e tecnologica di quella razza. La popolazione presente appariva molto più rude e barbara rispetto a quella nella zona a loro meridionale, dove vi costruirono un vasto impero, degno di nota, ma massacrato da innumerevoli invasioni di popoli esterni ad essi. Tornando al discorso sulla civiltà visitata, essi apparivano decisamente aggressivi, con l'abitudine di lasciarsi una folta barba e capelli lunghi, perlopiù tenuti con acconciature a treccie o legati semplicemente. Il loro stile di vita era semplice, erano dediti alla caccia, al saccheggio ma soprattutto alla pesca, poiché si rivelarono dei navigatori esemplari.

In quest'occasione, il Consigliere Ellen giunse con appresso la sua nuova arma tecnologica, più per impressionare quella razza così primitiva che per difesa. Si trattava di una sorta di lancia, molto simile ad uno scettro metallico, in grado di avvolgersi su sé stesso e diventare un possente martello, capace di attirare l'elettricità dalle perturbazioni atmosferiche o dai sistemi di corrente presenti su Phanial, accumulandola all'interno di un condensatore e rilasciandola nel momento in cui avrebbe voluto.

L'idea del Consigliere ebbe l'effetto desiderato e, una volta apparsi a quella civiltà, venimmo accolti e venerati come dei, allo stesso modo di come avvenne in epoche precedenti in altre zone di quel mondo.

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Capitale di Phanial, Argonida.

Erano passati un paio di hemn dalla conclusione di quella trattativa di pace e dal mancato furto del Medaglione per mano di quel misterioso individuo incappucciato.

Il cielo limpido e privo di nuvole mostrava il sole che pian piano affondava all'orizzonte, colorando il cielo di un rosso intenso. Ad osservarlo, in piedi, affacciati alla terrazza in cima al Palazzo Reale argonidiano, sotto quelle quattro guglie che si intrecciavano in un'unica struttura, vi erano i leader di quelle due civiltà che, dopo un'eternità di odio e di guerra, si erano finalmente strette la mano, decretando la pace.

La Generalessa Aetiskend, quell'affascinante zubeliana dai lunghi capelli biondi rasati ai lati e gli occhi arancioni come il tramonto, si voltò verso l'imperatore argonidiano, i cui lineamenti corrucciati e gli occhi puntati sull'orizzonte mostravano una preoccupazione logorante.

«Forse Shadow aveva veramente ragione. La causa per cui combatteva, per cui martoriava interi pianeti, forse è veramente accaduta. La Tragedia non era soltanto un mito» commentò lui, con voce pacata.

«Per quanto i vostri antenati possano essere stati folli nelle loro azioni, non significa che voi, loro discendenti a distanza di eoni, ne dovevate pagare il conto» cercò di consolarlo la leader zubeliana.

«Ma ora abbiamo aperto le porte ad un nuovo futuro» sospirò l'Argonidiano, mentre la sua possente mano, appoggiata al parapetto della terrazza, veniva confortata da quella della Generalessa.

Sorcerers Against - EndlessWhere stories live. Discover now