Atto III - Capitolo 52 - Per Il Bene Superiore

36 4 4
                                    

Per il Bene Superiore.

Queste erano le parole che più spesso il Mascherato ripeteva a sé stesso. Non importava quale fosse l'obiettivo, il mezzo con cui raggiungerlo, il prezzo da pagare per farlo, contava soltanto lo scopo finale da perseguire, una giusta causa per cui combattere, qualsiasi fosse stato l'atteggiamento da assumere, carità o crudeltà, non faceva differenza. L'unica luce in fondo al tunnel che aveva un senso era il risultato. Il tutto per il Bene Superiore. Un concetto così astratto che un comune mortale non avrebbe mai potuto comprendere nella sua breve e miserabile vita. Un'idea che poteva essere accarezzata solamente da chi aveva vissuto tanto a lungo, o aver visto il susseguirsi di ere distinte e lontane fra loro, in modo da poter percepire una visione più grande, il progetto che l'Universo stesso serbava nei confronti di tutto e tutti. Aveva notato e percepito numerosi mortali perseguire una moltitudine di ideali, ma tutti culminavano ad una sola ed unica castrata verità: erano fini a sé stessi, legati a qualcosa di intimo, un semplice e banale tornaconto personale. Persino Wary, la discepola che lo aveva tradito, era una di quei tanti. Credeva di aver perso tutto ciò che era ed aveva della sua vita precedente, gettandosi con tutta sé stessa all'unica opzione che le rimaneva per non annegare nell'insensatezza di quel poco che le rimaneva, ovvero un corpo, l'energia intrinseca e il respiro. Ambiva ad una vendetta personale, una sanguinosa promessa da mantenere.

Il Mascherato la capiva, comprendeva la rabbia e l'odio alimentati dai traumi che la giovane argonidiana aveva vissuto, ma decise di accoglierla alle sue grazie - dunque salvandola da una morte che non avrebbe portato alcun cambiamento per la sorte della sua gente e ancor meno per l'Universo stesso - soltanto per riempire un buco nel suo piano, un interesse in comune che lo stesso Mascherato si vergognava ad avere, perché ricalcava proprio il peggior vizio di coloro da cui voleva distanziarsi. Quello scopo, a sua detta però, era necessario per perseguire il maledetto Bene Superiore.

Quei due popoli, o meglio civiltà, Argonidiani e Zubeliani, avevano sfruttato con smania ed irresponsabilità un Manufatto illimitatamente potente e allo stesso tempo delicato, infrangendo il continuum dello spazio-tempo, sovvertendo le regole che il Fato dettava, manomettendo a proprio piacimento la struttura della realtà. Il Mascherato era ben consapevole che i responsabili andavano fermati a qualsiasi costo, in qualsiasi modo fosse possibile farlo, ma sapeva altrettanto che da solo non sarebbe potuto riuscire nell'impresa. Aveva bisogno di un'arma efficace e Wary ne era l'esempio migliore. Manipolabile, potente e desiderosa di mietere le vite di tutti gli Zubeliani, gli avrebbe consentito di completare almeno metà dell'opera.

Quello di cui però il Mascherato non aveva tenuto conto, era che quell'arma potesse rivoltarsi proprio contro di lui. Era fermamente certo che non avesse più legami con il passato, ma quando tale convinzione venne meno, i calcoli saltarono uno dopo l'altro. Aveva perso il controllo della situazione, al punto da causare un danno maggiore di quello che avevano commesso quei responsabili che avrebbe voluto punire. Aveva ceduto al proprio istinto. Per una volta, dopo tempo immane, aveva agito come uno stupido mortale, causando una catastrofe senza precedenti. Era pronto a pagarne le conseguenze, sacrificando la propria vita quando sarebbe divenuto necessario, quando tutti i tasselli sarebbero tornati al loro posto.

Stringendo il Medaglione fra le mani, gli diede un'occhiata attraverso la maschera tecnologica. Aveva soltanto uno dei tre frammenti, il quale richiedeva energia per riprendere vigore.

Tuttavia, donarla ora sarebbe stata una mossa sciocca, perché in sua assenza, il Destino dell'Universo sarebbe rimasto in balia di quei mortali, così volubili e decisamente poco lungimiranti.

Lungimiranza.

Un'altra parola che il Mascherato si ripeteva sempre. Un aggettivo che sentiva proprio, suo soltanto al di sopra di tutto, che ogni singolo mortale si sognava e poteva al limite presumere di avere. Ma, in fondo, che lungimiranza poteva avere una vita tanto fragile quanto effimera?

Sorcerers Against - EndlessWhere stories live. Discover now