Atto II - Capitolo 31 - Limbo dei Sopravvissuti

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Quella sera tirava una leggera brezza proveniente dal mare, che lasciava trapelare l'inizio dell'autunno e la fine di un settembre piuttosto turbolento. La notte rivelava un cielo sereno e stellato, ormai privo di quei bagliori e di tutte quelle scie luminose che lo avevano contraddistinto qualche giorno prima, attirando gli occhi di tutto il mondo. In qualche modo, niente era più come prima.

Tanto meno per lei, Lara, per tutti loro, per quei quattro ragazzi che avevano vissuto un'esperienza così sconvolgente che ci sarebbe stato da porsi il dubbio se fosse realmente avvenuta.

Le due amiche osservavano l'orizzonte illuminato dal firmamento, che andava a collidere con l'oscurità del mare, appoggiate al parapetto di cemento di uno dei belvederi che caratterizzava il centro storico del loro paese.

Lara sospirò, andandosi a sedere sopra quel muretto, dondolando le gambe nel vuoto. Ilaria la raggiunse, porgendole una birra da trentatré. Le due brindarono, per poi mandare giù un sorso.

Rimasero in silenzio per un po', osservando il panorama.

«Continuo a pensare che si sia trattato solamente di un brutto sogno» mormorò Ilaria, inclinando la bottiglia per bere.

«Lo penso anche io. Il problema è che quello che è successo lo hanno visto tutti, quindi non c'è dubbio» rifletté Lara, mentre stringeva la birra fra le mani e tintinnava il proprio anello sul pollice contro il vetro della bottiglia.

«È che continua a rimanere difficile credere che certe cose così... innaturali siano potute accadere veramente» replicò Ilaria.

«Piuttosto,» si voltò Lara «la gamba come va?»

«Sta benissimo,» fece Ilaria, posandovici gli occhi istintivamente «è tornata come nuova il giorno stesso. Credo sia stato grazie a quello che aveva accennato l'alieno, non so se ricordi.»

«Il motivo per cui ci siamo ritrovati in casa vivi e vegeti, senza nemmeno un graffio. Ammetto che è stato quasi più scioccante quel momento che tutto il resto» rise Lara, gustandosi un altro sorso.

Le due tornarono poi a puntare gli occhi in avanti, verso il mare.

«Sai, mi mancherà tutto questo. Questa vista mozzafiato, questa vita, tu, Ilaria. Tutti quelli con cui ho condiviso qualcosa della mia vita» sospirò Lara, per poi fare un lunghissimo sorso, fino a terminare la birra.

«Lo so, dev'essere difficile» annuì Ilaria, che andò a stringere l'amica a sé. «Mi mancherai anche tu.»

Quell'abbraccio sembrò quasi interminabile, come se in esso vi fosse racchiuso in una sola volta tutto l'affetto nato e cresciuto fra le due ragazze.

«Lui lo sa? Gliene hai parlato?» domandò infine Ilaria.

Lara annuì lentamente con la testa, limitandosi a mormorare un breve "sì".

Ilaria alzò lo sguardo, cercando di incrociare quello dell'amica.

«E come l'ha presa?»

Lara fece spallucce. Scese dal muretto e gettò la birra nel cestino presente a qualche metro di distanza. Infilò le mani nella tasca della giacca e scosse la testa.

«Come qualcuno che ha perso un treno, ma senza mai aver avuto dei buoni mezzi per poterlo raggiungere, almeno fino ad oggi.»

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Lara aprì gli occhi, tornando vertiginosamente a quell'atroce e cupa realtà. Con la chioma scura sparsa sul letto, non faceva altro che fissare il soffitto di quella stanza così grande, dalle dimensioni tutt'altro che proporzionate per un semplice essere umano. Le pareti imbiancate in maniera anonima non facevano altro che isolare la realtà, allontanando la mente dal dolore e dalla tragedia che si stava consumando fuori da quelle mura, catapultandola invece in ricordi passati, dolci e amari, velati dalla nostalgia.

Sorcerers Against - EndlessWhere stories live. Discover now