Atto II - Capitolo 22 - Ivan Amorev

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Atto II – La Piaga del Mascherato

Capitolo 22 – Ivan Amorev

La lunga chioma nera dei capelli di Dimitri Tolarov ciondolava al ritmo dei suoi continui passi lungo quello sterile e monocromatico corridoio giallognolo e dal ripetitivo ticchettìo dei tacchi posti ai piedi di quella dipendente che stava facendo strada all'equipe di scienziati e al Bastardo di Jaroslavl' verso il misterioso caso umano sopravvissuto ad un colpo di fulmine e riportato alla vita grazie a quello stesso trattamento che aveva velocizzato il risveglio del buttafuori.

I sette avanzarono, lasciandosi alle spalle quel corridoio ed entrando in una sorta di ponte avvolto da una cupola trasparente di vetro spesso, che dava all'esterno dell'edificio. Gli occhi di Dimitri ne colse ogni particolare, riscontrando il buio della notte e la sferzante tempesta di neve che si stava abbattendo, contaminando ogni mezzo, ogni muro e ogni strada di quel soffice strato bianco di cristalli di ghiaccio. Decine di luci, alcune fisse, altre in continuo movimento, illuminavano l'esterno, alla ricerca di chissà quale intruso.

«Dove ci troviamo?» boccheggiò infine, voltandosi verso gli altri. «Che fossimo dentro una qualche tipo di base segreta russa mi pare sia abbastanza ovvio. Ma dove, però?»

«Lontano da occhi indiscreti, non le pare ovvio, signor Tolarov?» replicò uno degli scienziati, dopo aver superato quel ponte che li avrebbe condotti in un'altra ala dell'edificio.

Dimitri sospirò, analizzando quella risposta sarcastica, tirando le somme e immaginando il posto più probabile in cui poteva essere finito.

Magari siamo finiti in Siberia, pensò il giovane buttafuori.

Se per Siberia intendi un posto lontano, deserto, inospitale e che nessuno avrebbe interesse nel farvi visita allora beh, potresti aver indovinato, sibilò improvvisamente la voce dentro di lui, l'entità di Cyaner.

L'energumeno russo si scosse per un attimo, non aspettandosi una risposta da quel sibilio paranormale, ricordandosi soltanto all'ultimo che fosse ancora presente in lui.

Magari, poteva offrire qualche soluzione. In fondo, la richiesta di Dimitri nel voler vedere quel caso clinico precedente non era stata dettata soltanto dalla mera curiosità, ma la stava sfruttando come tempo guadagnato per scacciare, almeno momentaneamente, le paranoie che si stavano annidando nella sua testa. Dopotutto, agli occhi di quegli scienziati, non era altro che una cavia da studiare, osservare e sfruttare come più aggradava a loro. Dimitri era convinto che la sua vita, adesso, era completamente legata come una marionetta, ma non era più lui il burattinaio che l'avrebbe manovrata.

Dunque, se quel Cyaner avesse detto tanto di aver oltrepassato la morte con quei poteri energetici sovrannaturali, allora l'avrebbe potuto aiutare ad andarsene di lì, magari incolume e non dentro ad un sacco nero.

Comprendo le tue preoccupazioni, Dimitri, sussurrò ancora l'entità, rintracciando le paranoie che stavano circolando sempre più nella testa del russo, ma attualmente non sento nessuna energia scorrere, non è la stessa congiunzione compiuta dai due fratelli, sono semplicemente intrappolato all'interno del corpo di un terrestre.

«Congiun-che?» domandò il Bastardo, non accorgendosi però che lo fece ad alta voce, incuriosendo per un attimo l'équipe di scienziati, le cui attenzioni vennero però scacciate da un finto sorriso di quest'ultimo.

«Stiamo per raggiungere l'ala dell'alta sicurezza, signor Tolarov» comunicò invece quella dipendente dai tacchi a spillo. «Qui vi sono internati i casi più sanguinosi e folli della cronaca nera russa.»

A quelle parole, Dimitri ebbe un dubbio.

«Ma non dovevo vedere un altro paziente, un altro come me?»

Sorcerers Against - EndlessWhere stories live. Discover now