Atto III - Capitolo 64 - Il Giorno del Giudizio

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Era accaduto così all'improvviso, un vero e proprio fulmine a ciel sereno, di gran lunga peggiore di quelli che lo avevano colpito in passato. Il cervello di Ed impartiva i comandi ad ogni parte del corpo, ma le gambe in primis decisero di ammutinarlo.

Il cuore gli iniziò a battere all'impazzata quando si vide la ferita riaperta nell'addome, che gli stava costando un dolore atroce.

Master, CHE STA SUCCEDENDO? PARLA!, imprecò dentro di sé, mentre il terrore lo fagocitava e le L sulle mani si stavano spegnendo una dopo l'altra.

Abbiamo dato il nostro tutto, ragazzo, sibilò rammaricata l'entita. La mia energia è prossima a svanire.

Ti prego, non mollarmi proprio adesso, non ora!, si disperò il giovane, con gli occhi gonfi di lacrime e quel senso di inaccettazione del fato che stava per venirlo a prendere. L'idea di non farcela dopo aver superato tutte quelle difficoltà era straziante.

In quel momento, lo raggiunsero Lara e Daisy, che si gettarono su di lui.

Iyses, sibilò debolmente l'entità di Master.

Mentre il ragazzo tossiva sangue e tremava per la paura, con il sangue che continuava imperterrito a sgorgargli sia dalla schiena che dalla ferita sulla pancia, la sua mente domandava a cosa si stesse riferendo. Intanto, Daisy annuì con un sorriso.

«Sono io, sì, Murwa» replicò l'australiana.

Amore mio, bisbigliò Master, esternando quel legame antico di cui i due argonidiani non avevano mai avuto modo di poter godere.

Sono fiero di te, figlio mio, lo confortò invece l'entità di Pries, che dimorava dentro di Lara, tramite gli Impulsi Elettromagnetici.

«Non sono riuscito a fare abbastanza, padre» replicò Murwa, rammaricato, attraverso la voce di Ed. «Salvate almeno lui, se potete, ve ne sarei grato. Padre... amore mio

L'entità di Murwa smise di parlare. Ed la cercava dentro di sé, ma non percepiva più nemmeno un filo d'energia. I simboli argonidiani sulle mani erano completamente neri.

La testa iniziò a girargli, sentì la sonnolenza incombere e il corpo che iniziava a rilassarsi, mentre davanti a lui vi era una Lara disperata che implorava aiuto e Daisy che stringeva i denti inorridita.

Le pupille stavano iniziando il percorso verso l'aldilà, l'ultimo sentiero che offriva l'agonia prima della morte, una passeggiata finale nel viale dei ricordi, dove ogni persona, pur di sopravvivere per qualche minuto in più, spingeva la mente oltre ogni limite, rivivendo la propria vita dall'alfa all'omega.

«Lara» la richiamò l'altra ragazza. Quest'ultima era sconvolta.

Daisy poggiò un braccio sulla sua spalla, tirò un grosso respiro e chiuse gli occhi. Le gambe dipinte d'arancio per l'energia di Iyses si spensero all'istante.

Lara percepì una nuova corrente d'energia dentro di lei, sembrava rinascere. Phantalosius ne prese poi il controllo, tamponando la ferita letale con le mani.

Io posso, borbottò l'alieno, scaricando tutta l'energia sul taglio, applicando quella stessa tecnica che aveva adottato su sé stesso milioni di hakt prima, per curarsi dalla pugnalata ricevuta da Shadow, durante l'assedio su Phanial.

Il ventre di Lara sembrò illuminarsi di rosso, a causa di quegli stessi tautaggi argonidiani. Dopo qualche secondo, però, anch'essi si disattivarono.

La ragazza non sentiva più alcun bisbiglio, né quel calore potente che l'aveva protetta fino ad ora.

Ed riacchiappò il respiro, come se avesse afferrato la corda della salvezza mentre cadeva da un burrone. Annaspò e sporse la testa in avanti, verso gli addominali. La ferita che quel tondino di ferro gli aveva inferto era scomparsa. Guarita.

Sorcerers Against - EndlessWhere stories live. Discover now