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(REVISIONATO)

I NOAH'S POV I

Sentivo il volto dolorante, l'occhio troppo gonfio anche per rimanere aperto e i rivoli di sangue scivolarmi tra le labbra.

Mi scostai dal suo attacco e ritornai al centro del ring, ballonzolando da un piede all'altro, e poi presi a colpirlo nel tentativo di ripagare il dolore che mi aveva procurato in quei minuti di tempo. Il mio gancio destro sferzò il suo zigomo alto e successivamente quello sinistro il suo addome.

La folla acclamava, la luce ad occhio di bue metteva in mostra i nostri corpi impegnati in un incontro di boxe e Wil, posto all'angolo, cercava di incitarmi. Dovevo dare il meglio di me, mi serviva quel montepremi a tutti i costi. Bryan aveva bisogno di quei fottuti soldi, doveva ripagare tutti i debiti delle scommesse effettuate senza che i genitori lo sapessero e io ero l'unico in grado di aiutarlo.

Non potevo abbandonarlo in quel momento, non così.

Gli occhi eterocromatici del ragazzo mi fissarono con astio prima di colpirmi nuovamente e farmi ringhiare dal dolore. Era il migliore di Sacramento, o almeno così si diceva in giro, e aveva messo in palio quasi cinque mila dollari per chiunque lo avesse sconfitto su un ring. Non mi ero di certo tirato indietro, non dopo che avevo scoperto tutti i problemi che affliggevano i miei amici: la dipendenza di Theo e Bryan per le scommesse illegali sugli incontri di boxe, Mason che non riusciva ad allontanarsi da quella merda ed io che ci avevo provato da tempo.

E ci ero riuscito, ci ero fottutamente riuscito. E poi ho mandato tutto a 'fanculo per un fottuto amico e le sue fottute dipendenze.

Mantenni la calma nonostante tutto, cercai di trovare il mio solito autocontrollo e di non fiondarmi contro l'avversario senza un ragionamento sensato dietro i miei attacchi, ma quando mi diede una spinta facendomi finire contro le corde non ci vidi più dalla rabbia.

«Cos'è? Pensi di non vincere giocando lealmente?» mi scaraventai su di lui, colpendolo come un ossesso e distaccandomi solo quando un urlo femminile mi incendiò le orecchie. Mi guardai attorno, confuso, ma incontrai solo gli occhi vispi e preoccupati del mio migliore amico.

«Fottuto pezzo di merda.» urlò il ragazzo di fronte a me, tornando all'attacco. «Col cazzo che ti prendi i miei soldi oggi.» sorrisi spocchioso, sistemandomi con la lingua il paradenti. «Torna a casa tua che qui noi non ti vogliamo.»

Passammo così diciassette round tra scazzottate e insulti, alcuni anche piuttosto pesanti, e poi finalmente lo gettai al tappetto con alcune mosse che avevo preso in prestito ad altri avversari con cui mi ero scontrato negli anni precedenti e che avevo messo assieme. I secondi passavano e lui non si rialzava mentre il ring si sporcava di rivoli di sangue che colavano fuori dalla sua bocca, faticò molto eppure me lo ritrovai davanti al volto per mio dispiacere.

Wil mi si affiancò quando partì la pausa tra un round e l'altro, e scavalcò le corde dopo avermi posizionato uno sgabello all'angolo.

«Siamo nella merda.» scossi la testa, sorseggiando la bevanda e ringhiando dal dolore quando mi tamponò con un buffetto di cotone il sopracciglio destro ferito. «Non parlo del tuo combattimento, stai andando bene amico mio.» appoggiai i guantoni sulle spalle del morettino. «Hanno fatto una soffiata, sta arrivando la polizia.»

«Non si sta preoccupando nessuno, probabilmente sono solo voci Wil.» cercai di tranquillizzarlo.

Per quanto volessi che la fine arrivasse presto, quel premio doveva essere nelle mie mani e non mi sarei fatto mettere i piedi in testa da nessuno.

«Noah cazzo, stai rischiando.» tuonò. «Sono incontri clandestini, finisci al freddo.» scossi la testa, tirando su con il naso quando mi disinfettò un'altra ferita. «Abbandona Noah, quello è fuori di testa.» mi leccai le labbra, pentendomi quando sentii il sapore metallico del sangue.

Per Sempre TuaWhere stories live. Discover now