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(REVISIONATO)

Passammo l'intera prima giornata dell'anno nuovo in coma.

Eravamo tutti stanchi oppure avvolti da un'inibizione dovuta al troppo alcol ingerito, soprattutto Alay che aveva passato le ore successive alla mezzanotte a rimettere in un vicolo nel tentativo di non farsi vedere dal fratello e dal cugino.

Scesi in cucina, legandomi i capelli ancora ricci in una coda bassa. Mi preparai un caffè con la moka e, mentre aspettavo che salisse a fuoco lento, mi preparavo una tazza di latte. Una volta che fu tutto pronto, uscii in giardino e mi beai del rumore del mare che si infrangeva contro la battigia.

Spalancai il cancelletto, ritrovandomi subito con i piedi dentro la sabbia gelida mentre mi portavo alla bocca la tazza di cappuccino che mi ero procurata. Guardai la superficie marina davanti ai miei occhi e sussultai quando vidi un puntino indefinito a largo.

Il mare però era calmo, le uniche onde presenti erano quelle che si formavano a pochi metri dalla riva e che trasportavano sulla sabbia una spuma bianca. Rimasi a fissare quel puntino indistinto nella distesa azzurra che lo immergeva finché qualcuno non si presentò alle mie spalle.

«Sono le sei e mezza, che ci fai già sveglia?» mi girai verso Wil e lo vidi indossare una felpa marrone molto larga. «E non senti freddo? Tira un'arietta qua.» scrollai le spalle, stringendo la tazza bollente tra le mie dita.

«Ho dormito tutto ieri, direi che dovevo smetterla di dormire in vacanza a Miami.» soffermai nuovamente i miei occhi chiari verso il mare. «E sto bene, questo venticello non mi scalfisce per il momento.» lui annuì, seguendo la direzione del mio sguardo.

«Dovrebbe essere Noah.» mi voltai di scatto verso di lui, sorpresa da quella confessione.

«Fa il bagno la mattina presto? Non lo sapevo.» Wil restò a guardarlo. «Dovrebbe essere una cosa figa però, con tutta quella tranquillità.» il morettino al mio fianco scosse la testa, risvegliato dalle mie parole.

«Non sta facendo il bagno.» mi voltai, ancora più confusa. Cosa mai avrebbe potuto fare un ragazzo nel mare la mattina presto se non il bagno? «Sta facendo surf.» ammise, infilando le mani nelle tasche dei pantaloncini.

Iniziò a camminare lungo la sabbia, così lo seguii con la tazza fumante ancora in mano e un cipiglio in faccia quando mi fece un cenno del capo. Avvicinandomi alla riva, mi accorsi che non era chissà quanto lontano.

Io e Wil calammo in un silenzio religioso mentre Noah prese a remare per arrivare più lontano, poi si sedette nuovamente e con calma iniziò a muovere le mani sulla superfice dell'acqua. Wil mi indicò la torretta e iniziò a salirci. «Vedremo meglio da lassù.»

Lo seguii, arrampicandomi sulla scaletta in legno bianca, e una volta che arrivai in cima sentii il mio corpo fremere dalle basse temperature. Però poi mi posizionai in un punto in cui i raggi ancora deboli del Sole puntavano sulla torre e mi beai del leggero calore.

Noah non si mosse nemmeno quando il mare passò dalla tranquillità apparente al moto ondoso improvviso, ma poi il suo pugno si scaraventò contro la superficie del mare provocando una cascata di schizzi che lo ricoprirono. Corrugai la fronte, avanzando verso le scalette.

«Perché?» chiesi ad un William incantato dalle azioni del suo migliore amico. «Perché non l'ha presa l'onda se è nel bel mezzo del mare con una tavola da surf?» eppure il morettino sembrava incarcerato nei movimenti dell'amico, che si fermò nuovamente.

«Aspetta Allyson...» spostai il mio sguardo verso il ragazzo che avevo baciato a capodanno e improvvisamente i ricordi tornarono a martellare nella mia mente, così come il senso di colpa nei confronti di Ashley.

Per Sempre TuaWhere stories live. Discover now