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(REVISIONATO)

Appoggiai l'indice sul citofono e diedi la giusta forza senza combinare casini, sentii il campanello risuonare all'interno delle quattro mura di quell'enorme villona.

Non ero mai stata a casa di Alayna quando i suoi genitori erano presenti e farlo per la prima volta mi spaventava, terribilmente tanto.

La porta si spalancò e un signore dai capelli ricci brizzolato apparse in tutta l'eleganza del mondo, mi sorrise imbarazzato e poi mi porse la mano per presentarsi. «Henry Parker.» ricambiai la presentazione. «È un piacere conoscerti.»

«Anche per me signore.» si spostò per farmi entrare e poi richiuse la porta alle nostre spalle. «Vi ringrazio per avermi invitato a cena, non era necessario.» per un secondo ebbi l'impressione che lui fosse più in ansia di me per quella situazione, ma poi cercai di non farci più caso.

«Beh, mia moglie non vedeva l'ora di conoscerti. Nonostante i continui rifiuti di Alayna e i vari impegni di lavoro, ha trovato comunque un giorno per riceverti.» sorrisi, lisciando le pieghe dei pantaloni bianchi.

Avevo avuto paura di osare con i vestiti, soprattutto visto che Alay mi aveva obbligata ad indossare il vestito che avevo acquistato a Miami. Eppure, nonostante la festa a cui mi avrebbe portato sul tardi, ero rimasta più elegante possibile senza scendere nel volgare. E i vestiti che lei ed Eva mi facevano comprare durante le battute di shopping dei weekend erano un po' troppo scollati e provocanti per una cena in famiglia.

Henry Parker mi accompagnò a visitare il piano terra dato che sia la madre che la figlia erano ancora impegnante a finire di prepararsi, ci fermammo solo quando aprì l'armadietto di liquori. «Come va la scuola Allyson?»

«Un po' stressante, ma per il resto sembra andare tutto bene.» presi posto nel grande divano in pelle che mi indicò il ricciolino e accavallai le gambe per mantenere un profilo educato e raffinato.

«Alayna mi ha riferito che vorresti entrare nelle cheerleader.» scossi subito la testa.

«Forse ha frainteso, non ho mai avuto intenzione di entrare in quella squadra.» si portò alla bocca un bicchiere di whisky e poi si sedette nella poltrona a fianco del divano. «Me l'hanno proposto e continuano a farlo dal momento che una ragazza si è infortunata mesi fa e sta peggiorando, ma ho rifiutato.» corrugò la fronte e i suoi occhi scuri mi puntarono.

«E come mai questo rifiuto? Mia figlia mi ha detto che sei una ginnasta infondo.» deglutii.

«Ero una ginnasta, ma poi ho subito un infortunio e mi hanno consigliato vivamente di non riprendere quell'attività sportiva.» sembrò scorgere nel mio volto un cenno di disagio per quell'argomento, perciò si sistemò meglio sulla poltrona e cambiò discorso.

«Segui gli sport?» mi rilassai notevolmente a quella domanda e la mia schiena adagiò meglio contro i comodi cuscini del sofà.

«Sì, mi piacciono molto.» lanciò uno sguardo all'altra stanza - il salotto - e poi finì con un sorso il liquore nel suo bicchiere. «Stasera ci dovrebbe essere la partita del Real Madrid di basket.» sembrò cogliere al volo l'occasione e mi fece cenno di seguirlo davanti alla grande televisione a schermo piatto.

Quella casa era una vera e propria reggia: quadri famosi, mobili pregiati, decorazioni in oro, impianti supertecnologici, divani esageratamente comodi e dettagli rinomati in ogni misero angolino. Tutto trasudava soldi e la cosa mi metteva sempre a disagio.

«Da quando mio figlio se n'è andato, non ho più nessuno con cui guardarle.» notai il luccichio negli occhi al nominare Brad. «Sai... spesso, quando frequentava il liceo, la sera rimaneva a casa con me per vedere i campionati.» mi accomodai nuovamente sul grande divano del salotto.

Per Sempre TuaWhere stories live. Discover now