20.

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(REVISIONATO)

Alzai lo sguardo e incrociai i suoi occhi scuri, rabbrividii ma forse lo feci per il freddo.

Le sue mani mi strinsero, la sigaretta - lontana dal mio corpo - continuava a bruciare e a cospargere i nostri corpi di quell'odore che poco amavo mentre il suo sguardo mi bloccava. Mi voltai per osservare Aiden Miller, ma lo vidi fermarsi e nascondere il ghigno soddisfatto che si era formato sul suo viso bronzeo.

Respirai affannosamente, forse per la corsa, e poi allentai la presa sulla maglietta di Noah.

«Che succede?» la sua voce uscì roca e fredda, mentre io faticavo persino ad ingoiare la saliva e aprire la bocca per rispondere. «Che cazzo succede Allyson?» scossi la testa, chinando il volto, senza però allontanarmi dal suo corpo massiccio.

«Niente, non è successo nulla.» indietreggiai, incrociando le braccia nude sopra il petto e riportando lo sguardo su Aiden Miller. Questo sorrise vendicativo, poi mi fece un veloce occhiolino e ritornò dentro la discoteca mostrando al buttafuori il timbro. Sembrava soddisfatto da chi avevo incontrato.

«Non sparare cazzate quando sei con me.» la sua mano arraffò il mio polso e mi trascinò nuovamente contro il suo corpo quando un gruppo di ragazzi mi passò dietro, gettò la sigaretta quasi finita e poi la spense con la suola delle scarpe.

«Ti ho detto che non è successo un bel niente Noah.»

«E quindi tu, di punto in bianco corri da me?» scrollai le spalle, non trovando una scusa da propinargli. «Vaffanculo Wilson.» sbuffai.

«In effetti una cosa è successa.» ammisi alla fine quando il suo sguardo vagò attorno a noi. «Ma ti incazzeresti e io non voglio farti finire nei guai.» presto la sua presa sulla mia mano si fece più forte e sentii i suoi muscoli irrigidirsi.

«Parla Allyson e non farmi incazzare.» mi leccai le labbra, ma percepii il suo tocco allentarsi. «Perché se non lo fai te, comunque scoprirò cosa ti è successo e non sarà meglio.» abbozzai un sorriso.

«E come faresti?» domandai, confusa.

«Nello stesso modo in cui ho fatto entrare tutti i miei amici senza pagare, non mi ci vuole molto.» ingoiai la saliva. «Ho persone in questa discoteca che sono disposte ad aprire la bocca in meno tempo di quanto ce ne metteresti tu ora.» feci un passo indietro, ma lasciai la sua mano attorno al mio polso.

«E perché non lo fai?» lo sfidai, alzando il mento e mordendomi il labbro inferiore.

«Perché non mi piace perdere il controllo e capisco già da solo quando potrei farlo.» rimasi in silenzio. «Sputa il rospo biondina e le conseguenze magari saranno meno gravi.» ero combattuta.

Non credevo molto alle sue parole. Cosa cambiava se a dirgli cosa fosse successo qualche minuto prima ero io o qualcun altro? Spesso non capivo molto bene i suoi comportamenti, ma questa sua frase – signori e signore – era proprio impossibile da comprendere.

«Se non ho altra scelta...» mi arresi. «C'è una persona che mi ha seguita fino a qua.» si lasciò andare in un sorrisetto e poi scosse la testa, infilandosi le mani dentro le tasche dei pantaloni.

«Hai baciato per tutta la sera uno sconosciuto e sei venuta da me quando qualcuno ha provato ad avvicinarsi a te?» appoggiò la nuca al muro e poi sospirò, facendo uscire dalle sue labbra piene i residui di fumo della sigaretta. «Magari voleva solo offrirti da bere o ballare.»

Di certo non stava sbagliando, ma io non gli avevo raccontato proprio tutto.

«È più complicata la questione.» cercai di riscaldarmi, circondandomi il corpo esile con le braccia nude.

Per Sempre TuaWhere stories live. Discover now