27.

360 5 0
                                    

(REVISIONATO)

Volteggiai tra le braccia di Brad e scoppiai a ridere quando mi pestò un piede.

Era una frana.

«Avrei preferito ballare un pezzo da disco, in questo sono orribile.» annuii. «Eppure mia nonna mi aveva anche obbligato a partecipare ad un corso di balli caribici, ma non ci ho mai capito nulla quindi ho smesso.» sorrisi nel vedere la sua confusione.

Poi si irrigidì e io mi preoccupai.

«C'è qualcosa che non va? É da prima che siete tutti strani.» ammisi. «La preoccupazione per il nuovo anno mi sembra strana da parte vostra.» provai a girarmi verso il suo sguardo attento su qualcuno, ma mi fece volteggiare verso un'altra persona prima che potessi accorgermi della situazione.

Un ragazzo mi prese al volo, appoggiando la mano sull'incavo della mia schiena. Alzai lo sguardo e incrociai un paio di occhi verdi, lui mi sorrise e prese a farmi ballare a ritmo di musica.

Era un ballerino professionista, lo capii subito.

Cercai di seguire con lo sguardo il corpo possente del cugino della mia migliore amica mentre usciva dalla pista, ma presto lo persi di vista. Corrugai la fronte mentre continuavo a girare tra le mani esperte del signore e, dopo qualche minuto, vidi Brad e tutti gli altri sedersi al tavolino.

Eppure mancava qualcuno, mancava lui.

La canzone fortunatamente finì, avevo i piedi che sanguinavano dal male che stavo provando. Eppure uno sforzo lo feci quando tra le mie braccia comparvero i muscoli irrigiditi di Noah, che accennò un breve verso gutturale.

Mi accorsi in quel momento della camicia bianca che indossava, arrotolata sulle braccia, e della collanina che portava ogni giorno. I suoi capelli erano disordinati, non li aveva sistemati con del gel al contrario dei suoi amici. Le sue mani premevano forte - forse anche troppo - sulla mia pelle mentre le mie si appoggiavano leggere sui suoi bicipiti. Il suo sguardo era impregnato d'odio, eppure mi guardò negli occhi e in un secondo sembrò tranquillizzarsi.

«Dimmi qualcosa che mi faccia pensare a una cosa bella.» ringhiò crudele, prendendomi alla sprovvista, mentre si muoveva a ritmo della canzone. «Ne ho bisogno, altrimenti inizio male l'anno.» spalancai gli occhi, non sapendo cosa tirare fuori.

«Il tuo coniglio, quello che hai vinto alla bancarella, è piaciuto molto a Mason. È da prima che ci gioca.» sorrisi e sentii il suo corpo ancora rigido. «Ed Eva aveva pensato che me lo avessi regalato, ma ho chiarito il fatto che lo avessi io perché tu non volevi sembrare ridicolo.»

Le mie parole sembrarono calmarlo, eppure il ringhio che sputò fuori dalle sue labbra mi fece intendere che dovevo impegnarmi di più. Andai in paranoia: non lo conoscevo così bene da sapere che cosa gli facesse pensare a una cosa positiva.

Riflettei su quello che era successo, sulla scuola e ignorai la vocina nella mia testa che mi diceva di parlargli delle cheerleader. Parlare della sua ragazza probabilmente non era l'argomento migliore della situazione.

Le mani tremarono sotto il suo corpo duro, i miei piedi si muovevano da soli coordinati ai suoi e le mie mani seguivano le sue quando mi faceva volteggiare. La canzone che echeggiava nell'aria era sempre stata la mia preferita durante le estati e ballarla insieme a lui non faceva che farmela piacere ancora di più.

Mi venne subito in mente cosa dirgli. «Non sapevo che ballassi così bene.» il suo sguardo puntò il mio, appena in tempo prima di farmi girare tra le sue braccia. «Brad al contrario è un asino, pensavo fosse una cosa genetica e invece mi sbagliavo.»

La mia schiena si scontrò contro il suo petto, il suo braccio poggiato sopra il mio fondoschiena e le sue dita perfettamente incastrate tra le mie. Non mi accorsi nemmeno quando ritornammo alla posizione principale che mi fece volteggiare nuovamente, dando le spalle al tavolino dei nostri amici.

Per Sempre TuaWhere stories live. Discover now