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(REVISIONATO)

 I ALLYSON'S POV  I

Mi sporsi dal finestrino abbassato e gli allungai la felpa e i pantaloni della tuta, lui sembrò risvegliarsi da un sonno profondo. Si voltò verso di me, accennò un sorriso leggero e poi raccolse i suoi vestiti per appoggiarli nei posti posteriori. 

«Hai qualcosa da fare?» domandai, intrecciando le dita e appoggiando i gomiti sul vetro. «No perché io avevo intenzione di andare in un posto e sembra che stia per arrivare un temporale.» il suo sguardo si spostò verso il suo finestrino.

«Non vorrei che mi fregassi per la seconda volta la tuta. Sali, ti ci porto io.» mi fece cenno di salire nuovamente, così aprii lo sportello e mi infilai nel posto accanto al suo.

«Non più tardi delle sette.» le fossette sulle sue guance comparirono velocemente mentre si sistemava contro lo schienale della sua seduta. «Mia madre è una persona troppo curiosa.» si girò verso di me.

«E dove andiamo Cenerentola?» mi allacciai la cintura, indicandogli la direzione.

Passammo il viaggio in una piacevole aria: gli suggerivo dove svoltare agli incroci o che strada dovesse prendere mentre canticchiavo le canzoni che passavano alla radio. Vederlo concentrato alla guida, con una mano sul volante e una sul cambio, mi fece immaginare scenari poco casti, ma mi trovai obbligata a distogliere lo sguardo quando il suo volto girava per incontrare il mio.

Dalla sua giacca si intravedevano comunque i tatuaggi sulle braccia e l'orologio che portava quotidianamente al polso. Avrei voluto fargli delle domande, ma sapevo che se mi fossi addentrata nella sua privacy l'atmosfera sarebbe cambiata repentinamente.

Quando gli dissi di accostare, lui si guardò attorno. Fece una manovra e trovò parcheggio nonostante la maggior parte dei posti fossero occupati. Battei le mani, contenta, e poi uscii dall'abitacolo.

L'edificio che si mostrò davanti ai miei occhi mi fece sorridere dalla gioia, mi voltai verso il mio accompagnatore e lo vidi scuotere la testa divertito. «Una libreria.» annuii, afferrandolo per il polso quando mi affiancò davanti al cofano della sua auto.

L'edificio disponeva di due piani, era disposto a semicerchio e le porte scorrevoli al centro della struttura ruotavano per far passare la gente. Le vetrate ricoprivano interamente i due piani e permettevano così di vedere le scaffalature ricoperte di libri anche dall'esterno mentre le luci illuminavano le stanze.

Ero già stata in quella libreria, ma non ci avevo mai messo piede con un'altra persona. Nemmeno Aaron aveva avuto la fortuna di accompagnarmi, anche perché a lui i libri non piacevano.

Invece Noah era tutto un altro discorso.

Alzai la testa per guardare la magnificenza di quel posto e poi fu lui a trascinarmi all'interno. La mia mano scivolò sulla sua, le nostre dita si intrecciarono e mi accorsi della freddezza che le caratterizzava.

«Senti freddo?» chiesi subito mentre seguivamo le porte scorrevoli che si muovevano in modo circolare, lui voltò la testa verso di me e con un sorriso appena accennato scrollò le spalle.

«Ora no.» ci inoltrammo con calma oltre gli scaffali di libri mentre guardavamo le copertine dei primi esposti. Le nostre mani si lasciarono solo quando entrambi raccogliemmo un libro a testa e lo studiammo, sfogliando le pagine.

Ero così intenta a leggerne la trama che non mi accorsi che Noah si era posizionato dietro di me e lanciava degli sguardi al testo che stavo leggendo. «L'ho letto, non è il massimo.» non appena girai il volto verso di lui, la mia guancia sfiorò la sua mandibola e inalai il profumo esotico prima che fosse troppo tardi. 

Per Sempre TuaWhere stories live. Discover now