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(REVISIONATO)

Era appena iniziato aprile ed io non avevo più voglia di studiare, di presentarmi alle lezioni o di fare qualsiasi altra azione che richiedesse un minimo di concentrazione.

Era proprio per questo motivo che vagavo per i corridoi, evitando di entrare a lezione, senza farmi beccare dai professori oppure da Roan il bidello. Anche se di lui non mi preoccupavo chissà quanto.

Nel giro di pochi minuti avevo già percorso gran parte del primo piano, sembrando un agente sotto copertura, e stavo salendo al secondo cercando di non fare rumore. Poi il mio cellulare vibrò all'interno della tasca e io per poco non cascai giù per la rampa di scalini. Risposi alla chiamata e strabuzzai gli occhi quando la voce di mia madre iniziò a parlare.

Non sembrava essersi accorta del fatto che sarei dovuta essere a lezione e, ovviamente, io non le dissi nulla.

Rimasi ad ascoltarla mentre mi parlava della nonna e del fruttivendolo con il quale aveva portato a termine l'ennesima scappatella notturna, dei nuovi scoop sulla sua amica, dell'uomo con cui era recentemente uscita ma che non la soddisfaceva così tanto, dei nuovi gossip che circolavano in città. E nel frattempo io cercai un rifugio dove nessuno avrebbe potuto dirmi nulla, perciò mi chiusi in bagno.

Poi arrivò il finimondo e io non ero pronta, assolutamente.

«Domenica, a proposito, verrai con me.» corrugai la fronte, incrociando le gambe sopra quel gabinetto pulito e fornito di carta igienica.

«Si può sapere dove? Oppure facciamo James Bond?» era solito mio scherzare con mia madre anche in situazioni in cui non ci sarebbe stato nulla per cui ridere e lei solitamente mi reggeva il gioco, lo facevamo spesso. Comportarci entrambe come due ragazzine appena entrate nel ciclo di crescita degli ormoni, senza prendere le cose seriamente.

Per questo resse il gioco per qualche minuto, canticchiando la canzoncina del film.

«No, lasciamo stare ora gli scherzi.» alzai gli occhi al cielo con un sorriso divertito in volto. «Tu domenica sera verrai ad una cena insieme a me e ti farai consigliare l'outfit da Alay ed Eva.» sbuffai, ma non replicai.

Infondo era solo una cena, non avevo nemmeno intenzione di chiedere con chi avrei passato l'ultimo giorno di weekend. E per una volta fare felice mia madre non avrebbe richiesto soldi, macchine di lusso o vestiti di marca perciò si poteva fare.

«Posso sapere almeno perché sono invitata anche io a questa cena?» era comunque lecito chiedere perché volesse la mia presenza. Soprattutto perché stavo facendo uno sforzo enorme, odiavo le cene con le sue amiche.

«Beh, in realtà non è una mia idea.» la nonna, ovviamente. «Nonna vuole che ti presenti il figlio di questa mia amica e io non sono riuscita a dirle di no. Ti dispiace?» appoggiai la testa contro il muro e improvvisamente lo sciacquone partì, facendomi saltare letteralmente in aria.

«Io e te sappiamo che mi presenterò alla cena, farò amicizia con questo ragazzo sconosciuto ma che non ci sarà nulla di più.» esatto, perché mamma sapeva ciò che succedeva tra me e Noah e che non volessi rovinare il nostro rapporto.

A nonna invece non avevo mai raccontato nulla perché era piuttosto rigida nel giudicare le persone a cui mi affezionavo.

E mi ero imposta di non frequentare altri ragazzi - non che poi avessi la fila dietro le spalle - perché ero venuta a sapere, grazie a Theo, che Noah non era più stato con una ragazza da capodanno e che quindi ero l'unica a girargli intorno.

E così mi ero preparata: indossai un pantalone elegante beige e un crop top bianco che si abbinava perfettamente alle Air Force 1 per cui avevo optato, mi passai il mascara e la matita nera e infine sistemai i capelli in una coda alta che mi rendeva stranamente raffinata.

Per Sempre TuaWhere stories live. Discover now