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(REVISIONATO)

                                                                                                                                                                           I EVA'S POV  I

Spalancai il portone d'ingresso del condominio, appoggiandomi allo stipite.

Avevo bevuto troppo, dovevo darmi una controllata se non volevo finire con una bella punizione da parte di mia madre.

Cliccai sul pulsante rosso dell'ascensore e aspettai, accennando un movimento del capo nei confronti del signore seduto dietro la scrivania. Aveva i capelli bianchi, degli occhiali da vista dalla montatura spessa nera e delle rughe adorabili vicino agli occhi chiari.

Adoravo i vecchietti, erano così teneri e dolci.

Quando aprii la porta di casa mia, lanciai la piccola borsa argentata sul mobiletto in legno bianco all'entrata senza nemmeno preoccuparmi di aver fatto cadere qualcosa. Mi portai una mano alla tempia e, barcollando, raggiunsi la cucina.

Presi un bicchiere di vetro e ci versai dell'acqua frizzante, mi appoggiai con la schiena al piano di marmo e lo bevvi in un solo sorso. Respirai a fondo e poi ritornai in salotto.

«Probabilmente la suora rivorrà il vestito Eva.»

Saltai letteralmente in aria, terrorizzata. Mi voltai verso la grande vetrata che dava sulla mia amata città e vidi, appollaiato nella poltrona a dondolo a forma di uovo, mio fratello Mathias con la lampada accesa mentre sfogliava uno dei suoi amati libri.

«Probabilmente c'è qualcuno che si va a divertire invece che stare a casa a leggere stupidi libri filosofici.» lanciai uno sguardo al telefono e strabuzzai gli occhi nel vedere l'orario.

Perché mio fratello leggeva uno dei suoi strani libri alle tre passate di notte? Ma che non fosse poi così normale, lo sospettavo da tempo addietro.

«A parte il tuo orrendo vestito, com'è andata la serata?» mi fermai appena prima di percorrere il corridoio verso la mia camera da letto.

«Come se te ne importasse realmente qualcosa.» ringhiai infastidita.

«Rassegnati. Sarai pure arrabbiata con me per il resto della tua vita, ma sono tuo fratello maggiore e mi preoccupo se torni in queste condizioni da una festa.» presi un respiro profondo. «Soprattutto quando so chi è la tua amabile compagnia.»

Alzai il dito medio, gli sorrisi e poi lo lasciai su quella poltrona sospesa con un occhiolino fugace prima di rintanarmi in camera mia per mettermi il comodo pigiama e nel mio bagno per struccarmi. Ero esausta, fare serata con quelli della Greendale era cento volte meglio di come me lo aspettavo.

Peccato per le brutte visite ricevute però.

Quando la mattina successiva aprii gli occhi, fu solo a causa di una suoneria a dir poco fastidiosa. Mi misi a sedere tra le coperte del mio letto mentre i raggi del sole illuminavano la stanza ed evidenziavano tutta una serie di pelucchi di polvere.

«Dioo, che bello sentirti.» la voce di Jane mi entrò rapidamente nelle orecchie, facendomi sorridere. «Non ce la posso fare, è straziante Eva.» scossi la testa, rimbeccando il copertone del letto.

«Va così tanto male?»

«La gente sembra sempre arrabbiata, soprattutto la mattina.» sorrisi. «Vanno in giro tutti super eleganti anche per andare al bar sotto casa e quando parlano muovono sempre le mani in ogni direzione.» trattenni una risata per non farmi sentire da mio fratello. «Alcuni poi parlano così veloce che faccio fatica anche a capirli.»

Per Sempre TuaOnde histórias criam vida. Descubra agora