Il discusso arrivo

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Severus avrebbe gradito trovarsi altrove, magari anche all'inferno, piuttosto che nella casa del cane pulcioso. Con suddetto cane pulcioso a capotavola, le zampe sul tavolo e l'espressione di chi non ha appena commesso la più grande idiozia da che è venuto al mondo – e, per chi lo considerava un'idiozia incarnata, era già tutto un dire.

"Così, mentre noi ribadiamo quanto importante sia tenere Sakaki al sicuro, tu hai pensato bene che fosse una brillante idea invitare il signor Sawatari sotto il suo stesso tetto?"

La testa canina non rispose, limitandosi a guardarlo con aria di sfida – e figuriamoci, quell'imbecille avrebbe invitato anche Zarc in persona, se la cosa lo avrebbe agevolato ad avere quell'aneurisma che tanto smaniava di procurargli.

"Ascolta" fece Yoko Sakaki, intervenendo – e lui non la sopportava più già da un po', cioè da quando aveva scoperto tutto il vaso di Pandora che si era data tanta pena di nascondere "So che su di lui ci sono dei sospetti"

"Non su di lui, ma su suo padre" fece il pozionista "Quell'uomo se l'è cavata, durante i processi contro i sostenitori del Signore Oscuro..."

"Come ha fatto qualcun altro" fece il bastardo, tentando di incenerirlo con lo sguardo "Direi che tu sei l'ultimo che si può permettere di giudicare il prossimo"

Già, quanto ci godeva, la bestia, a sottolineare quello che sapevano tutti. Evidenziare che lui non era come loro, ovvero una brava persona, un bravo mago, un bravo Grifondoro; lui adesso si trovava lì, e si trovava lì solo per diretta intercessione di Silente, che aveva avuto la premura di informare tutti su quanto contasse su di lui e su quanto elitario fosse il suo lavoro. Peccato solo che Silente era bravo, a convincere le persone, ma non così bravo. Era difficile educare gli invertebrati, in fondo. O le semplici teste canine.

"Proprio perché sono stato dalla parte del signore oscuro" ci tenne dunque a precisare "So perfettamente che Shuzo Sawatari era lì perché voleva esserci, e non perché lo costringeva qualcuno"

"Nessuno discute su questo" gli rispose Yoko "Ma posso dirti che suo figlio non rappresenta una minaccia"

"E come mai tanta sicurezza, di grazia?" fece l'insegnante, esasperato.

"Perché ho usato la legilimanzia" fu il commento sicuro dell'idiota.

Ne sapeva tanto, sulla sua acerrima nemesi, ne sapeva fin troppo; di sicuro, sapeva che non aveva nessunissimo talento nel leggere la testa delle persone – a stento sapeva leggere la sua, quindi...

"Prima di dire qualsiasi cosa" lo prevenne la donna, e sembrò quasi l'avesse usata lei, la legilimanzia "... sappi che non sta parlando di sé stesso"

"Ah, no?"

"No" chiarì lei "Si riferisce a mio nipote. Ti ricorderai di Sora, vero?"

Ah, già, il ragazzino che leggeva nelle menti altrui senza alcuna delicatezza. Un potere straordinario, invero, che permetteva di sciorinare i pensieri più reconditi delle persone senza nessuna fatica, senza nessun contatto degli occhi obbligato, senza nessuna vicinanza forzata.

"Il ragazzo, Shingo, è un buon occlumante" stava intanto dicendo Yoko "Ma non può essere così bravo quando dorme. Non è una cosa eticamente corretta, ma adesso sappiamo che quello che ha detto a mio marito è vero, e che sta davvero cercando di fuggire"

"Non solo" intervenne il fratello, per la prima volta con un tono che non fosse farsesco "Sappiamo anche che diversi Mangiamorte stanno costringendo i figli a seguire le loro orme, e che alcuni di loro ne sono contrari – anche se Sora ci ha detto che questa informazione Shingo voleva nasconderla, e infatti non l'ha rivelata a nessuno"

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