Il ballo del Ceppo (Parte 1) - Counterpartshipping

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“Bene. Adesso cosa devi fare?” chiese Yuto, sorridendo.
“Devo… spostarmi indietro?” bisbigliò Yuya, titubante.
“Si, esatto. Ma fallo con lentezza, mi raccomando” fu la risposta del Corvonero.
Che mancasse poco meno di mezz’ora all’inizio del ballo non era qualcosa che Yuto avrebbe dovuto sapere o ricordare, visto e considerato che l’evento a lungo inviso e detestato non lo vedeva né come partecipante né tanto meno come protagonista. Aveva anche ipotizzato di alienarsi nella torre di astronomia in quel periodo così lasco per la sorveglianza, o avrebbe comunque scelto un luogo solitario e abbastanza distante dalle note chiassose che il Ballo del Ceppo inevitabilmente portava con se; progetto interessante ma anche inutile e dunque da scartare, visto che Yuya aveva bussato con insistenza alla porta della sua stanza perché urgeva di ripassare i passi per quella stramaledettissima danza di apertura.
“Scusa, ma perché non chiedi a Fleur?” aveva domandato il ragazzo, confuso.
Confuso in egual misura di come lo era stato quando una Yuya in stato catatonico gli aveva comunicato che la macchia di rossetto sulla sua guancia era la diretta conseguenza del sì ottenuto a sorpresa proprio dalla signorina Delacour. Era lei la sua dama del ballo, Yuto avrebbe dovuto accettarlo; aveva deciso di farlo trincerandosi nella solitudine di un castello benedetto per la sua mole e per le sue dimensioni, quindi perché Yuya ci teneva in modo particolarmente perfido a mettere in discussione la sua precaria situazione di neutralità?
“Non posso chiederlo a lei! O meglio, non è che non ci abbia provato, ma praticamente non sono riuscito ad avvicinarmi alla loro carrozza! Era tutto così… caotico, e poi c’era la loro direttrice che per poco non mi bruciava con lo sguardo! Hai idea di quanto è alta? Hai idea di quanto mi può mettere in soggezione quella donna?!”
“Ehm… sì” e con quella parola avrebbe dovuto chiudere la porta in faccia al ragazzo, giusto il tempo di guadagnare l’aplomb necessario per ignorare tutte le immagini sfumate di verde che facevano a tratti capolino nella sua testa.
Ma poi Yuya lo aveva guardato in quel modo irresistibile, in quel modo che gli avrebbe concesso di chiedergli la luna senza che lui fosse in grado di dirgli di no. A quel punto, opporre resistenza e fingersi stoico e inflessibile fu inutile.
“D’accordo” concesse, a malincuore.

Yuya lo sapeva di essere mostruoso, nella sua pretenziosità, ma davvero si era ritrovato in condizioni disperate quando la McGranitt, nelle sue manie di perfezione, aveva deciso di prenderlo da parte per intimargli che nessun errore durante l’esecuzione sarebbe stata perdonato – e il prezzo da pagare per aver scelto la donna più ricercata di quella dannata festa era l’avere gli occhi di tutti puntati addosso per un motivo ulteriore.
Avrebbe chiesto volentieri a Shingo, senza scomodare ulteriormente il suo più caro amico, ma quando lo aveva cercato nella Sala Comune si era sentito rispondere da un’elettrizzata Yuzu che era sparito con Serena per un non ben precisato motivo, e che fino all’inizio del ballo il ragazzo sarebbe stato irreperibile. Aveva chiesto alla stessa Yuzu, perché ormai avrebbe accettato l’aiuto di tutti, ma ella aveva riso in quei toni cristallini che in altri momenti avrebbe amato tanto solo per sentirsi rispondere che no, nemmeno lei sapeva muovere i passi corretti all’interno di un’esecuzione e col cavolo che lo avrebbe avuto sulla coscienza in attacchi ripetitivi miranti a schiacciare i suoi piedi.
L’altra alternativa sarebbe stata Reiji, ma all’ultimo aveva desistito senza nemmeno chiedere; gli era sembrato fortemente ingiusto domandargli aiuto quando anche lui doveva essere nervoso per le sue stesse motivazioni – e non si era messo a fare tanto il difficile pensando che forse uno come Reiji Akaba difficilmente sapeva essere teso –, e inoltre qualcuno gli aveva riferito che i suoi compiti come caposcuola lo avevano trattenuto fino a quei minuti senza concedergli il minimo tempo utile per prepararsi.
Aveva chiesto aiuto proprio a Yuto perché davvero non aveva avuto altra scelta, e anche se avrebbe preferito mangiarsi la lingua si era costretto ancora una volta a fare quello che palesemente non voleva.
Era davvero meschino, lui; Yuto c’era sempre, quando lui ne aveva bisogno, era la mano che stava porta nella sua direzione e che mai si stancava di essere tesa quando lui era in difficoltà. Al primo anno lo aveva aiutato quando aveva scoperto le macchinazioni del sedicente professore di Difesa; al secondo lo aveva protetto contro il Basilisco e le mille e uno insidie nelle quali si era cacciato per aiutare Yuri; al terzo anno per poco non lo aveva perso quando si era accanito contro il Licantropo che era Lupin e pure in quel travagliato anno presente, al loro quarto anno, lui non aveva mai smesso di restare al suo fianco come guida silenziosa e amico insostituibile. Quando si era ritrovato ad essere solo contro tutti, quando aveva dovuto impegnarsi per migliorare l’incanto di evocazione per la sua scopa, quando si era imbarcato nello studio di tutte quelle materie in cui per poco non ci aveva lasciato l’intera materia grigia… lui era ormai insostituibile. Geniale e infallibile.
Veniva quasi da chiederselo cosa ci guadagnasse, Yuto, a rimanergli al fianco, perché a memoria non gli veniva proprio il momento in cui aveva anche solo tentato di aiutarlo o di riscattare l’enorme debito che aveva nei suoi confronti. Si rispose da solo nella consapevolezza che no, lui era suo amico – uno dei suoi più cari amici, se proprio doveva dirlo – e forse qualcosa come pegno per i suoi sforzi non serviva per ricompensarlo, ma ugualmente egli si sentì male per come la cosa stesse definitivamente trasformandosi in un rapporto che per il Corvonero poteva quasi diventare dannoso.
“Ti ringrazio, Yuto” disse, con voce flebile, mentre vedeva i piedi combinare finalmente qualcosa di decente sotto la guida decisa del ragazzo.
“Lo sai che puoi sempre contare su di me” fece l’altro, con un sorriso lieve stampato sul viso.
“Lo so… e non sai quanto te ne sia grato” sussurrò, ma pensò anche che non poteva saperlo perché era impossibile quantificare l’idea dell’infinito in una vita umana.

Yuya ovviamente non lo sapeva, ma Yuto la sua ricompensa – che comunque non avrebbe mai chiesto perché non era un vile approfittatore – la stava ricevendo in quel piccolo momento tutto loro, strappato al mondo nell’incanto di una luna brillante che addolciva i lineamenti di quel parco deserto preso da parte al solo scopo di ripassare quei passi.
Si era convinto che in nessun caso loro avrebbero avuto il loro ballo, il loro momento storico da ricordare per l’eternità, e invece trovava conforto in quei secondi dove il cuore minacciava di fermarsi per la forte emozioni, dove la felicità più pura e armoniosa non smetteva di farlo sorridere come un ebete. Yuya era davvero tra le sue braccia, erano davvero tanto vicini da potersi scrutare negli occhi senza nessun elemento del mondo esterno a inquinare quel contatto che aveva qualcosa di intimo, di proibito, di terribilmente piacevole.
E gli veniva quasi da ridere perché lo vedeva imbarazzato, Yuya, quasi crucciato, sicuramente meditabondo perché si vedeva quanto in colpa si sentisse per averlo costretto ad un giro di valzer che invece il Corvonero benediva senza trovare parole sufficienti a rendere la spiegazione del suo sorriso.
Decise tuttavia di non dir nulla, di lasciar correre e di succhiare ogni scampolo di felicità da quel piccolo miracolo che non si era nemmeno concesso di chiedere: avrebbero terminato presto di vivere quella magia, quel piccolo incanto senza bacchetta, e trovare spiegazioni razionali a quello che stava avvenendo – quando forse nemmeno esistevano – era definitivamente inutile.

Questo capitolo è il mio piccolo regalo di Pasqua per tutti voi. Avrei voluto regalarvi qualcosa di più bello, di più incisivo, ma sfortunatamente non sono riuscita a fare evolvere questo capitolo così come garbava a me. Inoltre il mio relatore mi ha segnalato così tanti errori da parte mia nel merito della consecutio temporum che ho il serio errore di averli fatti anche adesso XD e spero di no, ma se ci sono, per favore, fatemelo presente.
Orbene, parlando d'altro: vi dico che a questo capitolo ci tenevo perché contiene tanto fluff, dolce e tenero fluff, ed era talmente fluffoloso che non poteva non apparire al prologo del ballo del ceppo (la cui parte finale verrà pubblicata, se tutto va bene, domenica prossima). Quindi spero che una delle rare gioie di questa storia vi raggiunga e vi regali almeno un bel sorriso. Questa sarebbe la mia più grande conquista.

Tantissimi auguri di buona Pasqua ❤

Harry Potter Au Collection Arc V EditionTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon