Prologo (Parte 3) - La rivelazione

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Il volto di Yuri tradiva un certo divertimento davanti al suo stupore. Anzi, era meglio dire che l'erede dei Greengrass non faceva assolutamente nulla per nascondere il sorriso di gaudio che gli colorava le labbra, o la nota maliziosa che luccicava nei suoi occhi. Sembrava quasi un predatore, per il fuggitivo Shingo, un gatto maligno che aveva finalmente messo all'angolo il topo.

"S-si può sapere che ci fai qui?" balbettò, cercando di riprendersi dallo sbigottimento – e dal terrore, ma non lo avrebbe mai ammesso

"Ti aspettavo, mi pare evidente" flautò l'altro, con una non chalance invidiabile.

"Non è un orario in cui ricevo visite, e comunque siamo parecchio lontani da casa mia. Anzi, a proposito: come hai fatto a sapere di questa uscita? Tecnicamente è segreta"

"Sì, credo che lo sia. Ma se è così, allora dovresti fare attenzione a quello che si cela nell'ombra, specie se sibila e striscia: con loro io posso parlare, ricordi?"

Come evocato dalle parole del Serpeverde, una piccola ombra nera si allontanò dai muri in pietra per avvicinarsi sibilando. Disse qualcosa prima di nascondersi nell'erba della radura in cui era sbucato, e qualsiasi cosa fosse Shingo non volle saperla. Quella sera il suo cuore minacciava di fermarsi per colpa di un maledettissimo arresto cardiaco.

"Si può sapere perché hai sguinzagliato fuori quelle bestiacce? Anzi, perchè mi stavi tenendo d'occhio?"

"Per capire se avevi tenuto fede a quanto ti ho scritto" chiosò l'altro, sempre con la sua flemma.

Quella risposta accese una luce negli occhi del Grifondoro, che finalmente comprese: "Sei tu l'autore della lettera che ho ricevuto?"

"Esatto. Anche se sono sorpreso di vederti uscire solo adesso. Mi aspettavo che agissi con più tempestività"

"La mia tempestività non è affar tuo, e se avessi potuto agire prima lo avrei fatto" fece l'altro, piccato "E poi, fammi capire: tu sei rimasto qui per tutto il tempo? Per tutti questi cinque giorni?"

"Credi davvero che il mio tempo abbia così poco valore?" fece l'altro, con un tono di voce più annoiato "Non mi avresti trovato, se fossi fuggito in un altro giorno"

"Cosa vorresti dire?" chiese Shingo

"Oggi i Greengrass sono graditi ospiti del nobile Sawatari, assieme ad un nutrito gruppo di Mangiamorte e... beh, anche di Zarc"

"Zarc?!" e la paura tornò ancor più prepotentemente alla riscossa, annientandolo con la sola idea di essere a pochi metri dal Signore Oscuro che poteva annichilirlo col solo sguardo.

"Per essere un Grifondoro, sei ben poco coraggioso" commentò Yuri, maligno "Pensavo di doverti convincere a non tornare indietro per affrontarlo. Sai, com'è successo con il basilisco, due anni fa"

Avrebbe ribattuto con ferocia, Shingo, se la gola non fosse stata secca e la sua mente ben povera di argomentazioni. Stava insultando il suo coraggio, il Greengrass, la sua stessa identità come Grifondoro.

Peccato che lui ormai avesse capito che quel coraggio semplicemente non lo possedeva. Aveva tante qualità, ne aveva così tante che poteva benissimo chiamarsi capolavoro di Madre Natura... ma non poteva avere tutti i suoi doni, e quella donna si era certamente scordata di dargli ardimento. C'era stato un tempo, un tempo abbastanza lontano, in cui aveva seriamente creduto che nulla potesse fargli paura; nella sua mente lui era un cavaliere coraggioso che amava affrontare i suoi nemici a testa alta e con la bacchetta sguainata, sempre un passo avanti verso i cattivi che cadevano di fronte alla sua inestimabile potenza. Ma quella era solo pura fantasia, una fantasia che aveva persino ingannato il cappello parlante. Quello straccio era stato così sicuro del suo giudizio che non aveva capito di aver preso informazioni non dal suo cuore, ma semplicemente dalla sua inventiva: non si era minimamente chiesto se quel coraggio l'avesse davvero, se quelle imprese le avrebbe veramente compiute. E ora indossava i colori rosso e oro senza alcuna gloria e senza alcun significato. Tranne forse per il non essere un Mangiamorte, certo.

Scrollò il capo, liberandosi da quei pensieri. Non poteva permetterseli, non in quel momento.

"Perchè mi hai avvertito di scappare?"

"Tu sei scappato. Evidentemente avevi capito che c'era un pericolo nell'aria"

"Sì, certo che lo immaginavo" fece Shingo "Insomma, mio padre lo ha sempre negato, ma ormai è chiaro che vuole tornare nella setta dei Mangiamorte... e forse ci trascinerà dentro anche me"

"Timore sensato" chiosò Yuri "Ma se è davvero solo questo il tuo unico timore, allora è evidente che tuo padre non ti ha messo a parte del resto della storia"

"Del resto della storia?"

"Ovviamente. Il resto della storia, quello che spiega perché tu non devi in nessun modo incontrare il Signore Oscuro"

"Lo intuisco da me che non posso incontrare il Signore Oscuro. Insomma, se accadesse..." si toccò il braccio, come se bruciasse "... per non morire, dovrei fingermi un suo alleato... e allora lui mi marchierebbe..."

"Non è sicuramente il marchio la tua peggior paura" lo interruppe Yuri, e nella sua voce non c'era più alcuna traccia di divertimento.

"Ne sei sicuro? Hai visto quant'è brutto? Quell'orribile viverna che si attorciglia intorno al teschio..."

"Non discuto sul valore estetico, ma di sicuro non è questo il male maggiore. Il male maggiore è che tu possa finire sotto il suo Imperius. E, se accade una simile disgrazia, allora avrebbe tutte le carte in regola per mettere a punto il suo piano"

"Il suo piano?"

"Il piano di riprendersi Yuya"

"Che?!" esclamò basito l'altro "Che c'entra Yuya con questa storia? Ok, è la persona che ha bloccato la sua resurrezione più volte..."

"Quelle sono solo sciocchezze, Shingo" e il Grifondoro si stava davvero stancando di essere interrotto, ma l'altro non gli permise replica perché aggiunse, lugubre "C'è un solo motivo per cui Yuya Sakaki è nel mirino di Zarc, e cioè il fatto che Yusho Sakaki non è suo padre"

"Che?!" esclamò, di nuovo basito "Yoko Black ha tradito suo marito?"

Yuri si mise un viso davanti al volto, come di chi ha appena ascoltato la più grande scemenza della sua vita.

"Non è Yoko Black la madre di Yuya, Shingo. E se – per l'amor del cielo – mi fai finire di parlare, capirai anche perché. Vedi, lui è..."

E fu così che Shingo Sawatari venne a sapere che il suo migliore amico, il ragazzo simpatico e gentile su cui poteva sempre contare, era figlio della bestia più sanguinaria partorita dal mondo magico

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