Train of thoughts (Counterpartshipping)

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Yuto non si era mai considerato una persona egoista, ma era anche vero che difficilmente i suoi pensieri si allontanavano di molto dallo studio e da quelle poche persone a cui teneva molto. Era ritenuto molto riservato, uno che difficilmente sapeva esprimere le sue emozioni in gesti carichi di affetto e in effusioni troppo sdolcinate, e il non avere tanti amici era dovuto proprio a questo distacco che involontariamente il ragazzo stabiliva tra lui e il mondo. Una ritrosia nata dopo la prematura morte dei suoi genitori, uccisi da uno di quegli affiliati del Signore Oscuro la cui disperazione per aver perso quella sua grande guida che si atteggiava a Dio della Distruzione lo aveva spinto a vedere come agnelli da immolare ad un suo improbabile ritorno tutti coloro che si erano battuti strenuamente per la vittoria delle forze del bene. Non era servito, a Yuto, sapere che il colpevole di quell'omicidio avesse ricevuto il famoso bacio della morte per farlo stare meglio, perché nemmeno relegare quell'essere abbietto ad una infelicità perpetua poteva ridare al giovane quelle figure che avevano lasciato a lui solo pallidi ricordi ed immagini sbiadite. A prendersi cura di quello che era ancora un bambino era stata, quindi, la famiglia di Shun e di Ruri, le uniche persone a cui era riuscito davvero ad aprire il suo cuore dopo il tragico evento che lo aveva segnato profondamente. Per lui, Shun era stato il migliore dei fratelli, senpre pronto a guidarlo nelle sue incertezze, ad ascoltarlo quando i mille dubbi di fanciullo affollavano la sua mente, a spronarlo quando aveva bisogno di nuovi stimoli per rialzarsi dopo diverse delusioni. Imitarlo era divenuto quasi un obbligo, un desiderio troppo radicato nel suo spirito per trovare altri modelli degni di essere accostati a lui. E Ruri... Yuto a volte dimenticava di vedere in lei una sorella, era sempre propenso a guardarla come una sua coetanea, di una gentilezza e di un candore senza pari, coronati da una bellezza che si manifestava nel suo essere priva di artifici, di una naturalezza che era in grado di attirare le attenzioni di tutti proprio grazie a quel sorriso che brillava più dei diamanti. Erano rare le occasioni, ma non poteva negare di essersi soffermato, in momenti di confusa distrazione, a riflettere su una sua ipotetica vita coniugale con quella che la legge pretendeva di vedere come sua parente stretta. Pensieri di un futuro felice, carichi di una dolcezza che gli riscaldava il cuore e che stimolavano le labbra a piegarsi in un sorriso.

Era proprio tutto questo, adesso, a gettare la sua mente in uno stato di profonda confusione. Confusione nata da quegli occhi color cremisi che, da diversi giorni, sembravano non volerlo più lasciar andare, pronti a riapparire in ogni momento della giornata, capaci di strapparlo alla sua routine quotidiana per ricondurlo sibillini verso quegli avvenimenti ormai passati e tuttavia ancora vivi nella sua memoria e in quella degli studenti che ancora la rendevano oggetto di chiacchiere concitate.

Sia quando si dedicava alle sintesi di giganteschi tomi apparentemente vecchi e consunti, sia quando cercava di memorizzare quelle complicate formule magiche che dovevano essere accompagnate da una mano sicura e decisa nel suo muoversi complesso, sia quando semplicemente leggeva gli appunti che aveva faticosamente raccolto quel giorno, la sua mente trovava sempre una scusa per alienarsi e ricercare modi più piacevoli per accompagnare il lieve ticchettio che faceva da sfondo alla silenziosa casa dei Corvonero. La decisione che aveva visto sul suo volto quando era sceso in campo per difendere l'amico, quel tenero sorriso che aveva rivolto al nobile appena liberato con un Finite Incantatem... frammenti scolpiti finemente nella sua memoria, talmente marcati da divenire doloroso tralasciarli per troppo tempo.

Era un treno di pensieri che lo investiva senza lasciargli la possibilità di comprendere da dove sarebbe arrivato, un treno di pensieri capace di  ammanettarlo a film immaginari che vedevano lui al centro di quelle attenzioni di cui invece era stato solo testimone, che vedevano lui destinatario di quel sorriso, di quello sguardo sereno in grado di rasserenare anche il più terrorizzato degli uomini... a volte arrivava addirittura a immaginare il suo nome pronunciato dalla quella sua voce calda e ancora leggermente infantile, caratterizzato da una dolcezza che non aveva nulla a che vedere con l'asprezza ricevuta durante il loro primo incontro.

Fu un lieve colpetto sulla spalla a far comprendere a Yuto che non solo nel suo castello nebuloso, ma anche nella realtà c'era qualcuno che lo chiamava. E fu traumatizzante scoprire che c'era proprio Yuya Sakaki dietro di lui, a richiamare la sua attenzione con una delicatezza che suonava quasi irreale, quasi ingannevole. Non sapeva se fosse una semplice coincidenza averlo lì, nella stanza comune dei Corvonero, proprio in uno di quei momenti in cui lo spaesamento dalla realtà lo avevano condotto nei meandri più profondi della sua fantasia, o se in realtà qualche divinità malvagia si stesse divertendo ad aumentare il suo grado di sofferenza strappando dalle sue elucubrazioni mentali quel fantasma a lungo accarezzato e sognato per presentarglielo nella vita reale al solo scopo di divertirsi alla vista delle sue goffe reazioni. Un'entità bastarda che si divertiva un mondo a metterlo in imbarazzo.

"Scusa se ti disturbo..." disse il Grifondoro, leggermente turbato.

Come mosse da una molla impazzita, le dita della sua mano destra grattavano nervose la nuca già arrossata, cercando di dissimulare un disagio fin troppo evidente in quell'azione che doveva apparire naturale, facendo muovere con onde sconnesse quelle piccole ciocche vermiglie che apparivano, agli argentei occhi di Yuto, come un mare di spighe rosse mosse dalla piacevole brezza primaverile.

"C'è qualcosa che non va?" chiese Yuto, vedendo che il ragazzo non riusciva ad andare avanti.

Quelle iridi scarlatte che tanto lo avevano stregato, a quella domanda si voltarono su di lui, infiammate da una decisione che aveva raccolto dal suo cuore dopo troppi secondi di trepidante esitazione.

"Io ti chiedo scusa" disse, con tono solenne "Non mi sarei dovuto comportare in quel modo, l'altro giorno. Ho alzato la voce per un futile motivo, e ti ho anche messo in imbarazzo di fronte ai nostri compagni. Ti prego, accetta le mie scuse"

Un lieve inchino, simbolo di rispetto, accompagnò quelle parole pronunciate come di getto, uno sguardo allo stesso tempo supplice e mortificato che si prendeva il centro della scena di quel viso dalle sfumature rubiconde, nascoste malamente dalla frangia smeraldina che scendeva ribelle sulla fronte.

La confusione di Yuto, acuita da quell'espressione fin troppo adorabile, aveva il suo posto principe, al centro dei suoi pensieri, soprattutto perché una parte di lui, quella che già da tempo si era chiesta con vergogna se davvero non fosse stata eccessiva quella piazzata che aveva messo in piedi, era ancora alla disperata indagine su come davvero ponderare le sue colpe e i suoi sbagli.

"Hai difeso un tuo amico" gli rispose dunque Yuto, intenerito dal gesto del ragazzo "Avevi tutti i motivi di essere arrabbiato"

"Anche Shingo è molto pentito di quello che ha fatto" continuò il giovane a lui di fronte, sorridendo gentile, forse per rispondere a quella cordialità ricevuta, "Infatti, adesso, sta chiedendo scusa a Ruri, la ragazza che mi ha fatto entrare qui. C'è stato un grosso malinteso, tra i due, e sono certo che adesso si staranno chiarendo"

"Ne sono contento"

Yuto non dubitava che il ritorno al buon senso da parte di quel Serpeverde mancato fosse dipeso tutto da quel ragazzo troppo ingenuo per comprendere la profonda influenza che esercitava sugli altri "E per quanto riguarda noi due... non mi ritengo offeso per quello che hai fatto, quindi suggerisco di dimenticare, e di lasciarci il passato alle spalle. Cosa ne pensi?"

Il sorriso che ricevette come risposta fece tremare quel suo cuore che mai, mai nella sua vita, aveva conosciuto sentimenti così conturbanti.


Siete sorprese di vedermi così in anticipo? Sono sorprendenti i miracoli che un esame ben riuscito possono portare. Al dire il vero, ho ancora alcune titubanze su alcuni punti, ma la voglia di pubblicarla era talmente alta che alla fine non ho resistito. Anche perché mi conosco, e so bene che, continuando a rileggerlo, alla fine finirei solo per odiarlo e scartarlo come ho fatto con i suoi predecessori. Eh sì, questa sarà la terza versione che scrivo, di questo incontro. L'ho immaginata così tante volte, nella mia mente, che alla fine sono arrivata alla ricerca ossessiva del capitolo perfetto. Non so se questo è davvero perfetto o meno, ma è quello che mi convince di più, e quello che sono riuscita a portare a termine.

E così, dunque, i nostri beniamini, i protagonisti della nostra storia, sono finalmente riusciti a parlarsi e a incontrarsi. Immaginarmi Yuto confuso è stata la mia parte preferita, devo dire, e anche Yuya imbarazzato! Comunque, spero davvero che questo capitolo possa piacervi, e spero anche che vi faccia comprendere tutte le buone ragioni per cui la counterpartshipping ha ragioni di esistere! A presto!

Harry Potter Au Collection Arc V EditionWhere stories live. Discover now