L'inutile devozione del cuore (Janushipping)

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Ruri aveva dimostrato molta arguzia, nelle sue deduzioni, eppure non avvertì, su di sé, alcuna altra denominazione utile al di fuori di quella meno encomiabile che riuscisse a forgiare.
Era stupida, lei, perché aveva concesso il suo cuore ad un unico amore, coltivato con così tanta devozione da renderlo il perno centrale della sua esistenza.
Era stupida, lei, perché non aveva mai supposto che l'oggetto del suo amore fosse tanto irraggiungibile, tanto da non rendersi delineabile alle forme del suo sentimento.
Era stupida, lei, perché non aveva mai intuito che il suo Yuto, il ragazzo gentile cresciuto sotto il suo stesso tetto, fosse in realtà innamorato di Yuya Sakaki.
Forse, la sua colpa era stata quella di essersi mostrata indifferente a indizi che, ad un ulteriore occhiata, avrebbero rivelato ciò che aveva scorto in una sola notte; nel vero, la chiarezza di quel sentimento a lei tanto oscuro divenne palese solo quando lo intravide nella buia infermeria di Madama Chips, a vegliare sul corpo inerme del Grifondoro ferito - dolorante per gli effetti di un taglio chiamato permanente anche da una delle più abili medimaghe conosciute - e lo sguardo che il Corvonero gli rivolgeva mostrava un pentimento così atroce che nemmeno una dichiarazione scritta avrebbe dato a lei più certezze di quelle che sentiva in quel momento.
Yuto amava un'altra persona. Non le importava che fosse una persona del suo stesso genere, Ruri non era così bigotta da ridicolizzarsi in schematismi comunque morti con la razionalità del nuovo secolo... ma la coscienza di avere come suo rivale una persona a lei totalmente differente, la rendeva cosciente di una cosa. Non c'era modo di eguagliare Yuya, non c'era modo di avere un qualcosa che adombrasse la sua immagine, e la giovane aveva abbastanza stima di se stessa da non tentare per strade da seduttrice che l'avrebbero resa soltanto ridicola agli occhi del giovane.
Almeno il suo rispetto, anche solo quello, lei avrebbe voluto conservarlo.
Perché Ruri era una ragazza egoista, e sebbene lo vedesse ormai come un essere irraggiungibile, pure non sentiva alcuna forza interiore sufficiente ad allontanarlo. Nel vero, lei vedeva così tante negatività, in una simile, disperata separazione, che ad un occhio esterno sarebbe apparsa perfino eroica nel suo silenzio. C'erano in gioco, nel complesso, tutti gli equilibri che la sua famiglia aveva abilmente costruito dopo aver assunto l'onore della crescita di Yuto, e debellarlo dalla sua vita avrebbe significato, nella sua sostanza, distruggere quell'alcova tanto preziosa al ragazzo da essere l'unica casa in grado ormai di accoglierlo.
Eppure la verità era una sola; Ruri era una ragazza avara, e al suo cuore infranto i momenti che trascorreva assieme al Corvonero amato erano preziosità in grado di lenire le sue ferite. Non custodiva speranze, non era sciocca fino a quel punto; purtroppo non era nemmeno abbastanza intelligente da creare un confine nel quale nascondersi e tentare qualunque stratagemma utile alla totale eliminazione del suo sentimento.

Era stato attirato dall'eco di singhiozzi trattenuti con fatica. Erano malcelati, e puntavano alle forme desolate del castello per rendersi maggiormente irraggiungibili. Dennis non avrebbe voluto avvicinarsi in quel modo, sapeva di suo che interrompere un privato tète a tète con la propria coscienza era qualcosa di esecrabile, per il quale si poteva essere giustamente maledetti - ovviamente nel senso più metaforico del termine - ma quando aveva scorto, in simili respiri strozzati, l'eco di una voce a lui tanto cara, non aveva più nutrito alcun desiderio nel fermare l'incedere dei suoi piedi, e quando l'aveva scorta lì, sulla base di scale solitamente mai usate dai studenti, aveva compreso di non avere alcuna necessità di andar via. Poteva essere ugualmente odioso, magari indesiderato, ma mai avrebbe avuto il coraggio di vedere nuovamente il suo riflesso dipinto su uno specchio, se si fosse voltato per lasciarla ai suoi cupi pensieri. Lui era nato per lei; un pensiero romantico che non aveva condiviso con nessun'altro se non con se stesso, conscio che non c'erano ancora i presupposti per rendere la sua amata partecipe del suo segreto. Era nato per bearsi del suo sguardo, per gioire della sua risata, per ammirarla quando ella non era cosciente della sua presenza. Ruri era nata per renderlo felice, perché era la sua sola esistenza a operare un simile miracolo.
E, per renderlo concreto e realizzabile, egli doveva scendere la polverosa scalinata, poggiare una mano sulla sua spalla e accogliere con coraggio tutte le sue lacrime.

Shun Kurosaki non aveva mai avuto nulla in comune con Dennis McField. Ci sarebbe voluta anche quella sventura a farlo precipitare in un vortice auto depressivo dal quale non ne sarebbe mai uscito vivo. Nemmeno gli si sarebbe avvicinato, se la questione Ruri non lo avesse espressamente richiesto, e andava aggiunto che al ragazzo riconosceva almeno quel pizzico di galanteria che, nella sua ipotetica assenza, gli avrebbe altrimenti garantito un viaggio di sola andata verso gli abissi del lago nero.
Che in quel momento i due avessero sul viso la stessa, identica, espressione mesta, era dunque un fatto che, se di rilevanza risibile, pure segnava un'onta all'orgoglio del Corvonero. O, almeno, alle distanze che non gli erano mai così dispiaciute.
"Quindi adesso Ruri sa tutto"
Era tutto ciò che sentiva di poter dire quando ripensava al dialogo riportato dal Serpeverde. Ruri, a dispetto di come si giudicava, aveva un'intelligenza empatica che aveva la stima e il rispetto di molti. Certo lei li trovava deboli per averle dato tre pieni anni di illusione, ma nel vero la totale discolpa di lei andava ricercata in uno Yuto sempre più rigido in sentimenti che non trovava giusto provare. Si imponeva lui stesso dei limiti che non esistevano e, con alcuni suoi gesti, rischiava perfino di allontanare quel Grifondoro che, a detta di una certa Serena, si stava finalmente svegliando dai numerosi abbagli ricevuti.
"Lo sai che non è colpa del tuo amico, vero?"
Era insolito che Dennis difendesse il Corvonero junior. Nella norma, il ragazzo amava deriderlo non tanto per la sua cotta, quando per la sua inabile capacità di saperla esprimere - per non contare i numerosi palmi in viso mossi quando i segnali dell'amore di Ruri erano evidenti anche a un tordo. Se davvero Ruri si chiamava stupida per non aver capito nulla, comunque doveva cedere il primo posto a chi l'aveva battuta ad un livello ulteriore e mai concepibile.
Quindi la sua arringa aveva davvero dell'insolito. Lo sguardo scrutatore che Shun gli rivolse fu infatti un monito per aggiungere le dovute spiegazioni.
"Non lo faccio per lui, sia chiaro." e le palme delle mani bene in mostra quasi evidenziavano una minaccia di maledizione da parte di una bacchetta mai sguainata "Solo... Ruri sta cercando di dimenticare tutto perché non vuole rovinare la sua famiglia, e soprattutto non vuole distruggere l'unico porto franco di Yuto... se tu ti arrabbiassi con lui, però..."
"A dispetto del tuo giudizio, non sono così attaccabrighe con chiunque mi pesti i piedi o per chiunque fa danno a mia sorella" lo interruppe lui.
Dunque era sempre per lei, sempre per Ruri.
C'era stato un tempo in cui avrebbe volentieri sperimentato tutti i suoi nuovi incantesimi più potenti sul suo viso, solo per togliersi dalle mani l'irritazione di trovarselo sempre gaudente e ciarleno. Non lo giudicava male perché era un Serpeverde; aveva i suoi motivi per tutti quei motteggi che egli amava predicare al solo scopo di conquistare la simpatia altrui. Il concetto di falso nasceva da questo, dal fatto che con difficoltà vedeva davvero il viso di McField. L'unico motivo per cui aveva sempre accettato la sua presenza, e il motivo per cui l'aveva sopportato accanto a sua sorella, era da spiegarsi solo in un utile che, in quel momento, aveva appena finito i suoi bisogni. Lui serviva per dare a Ruri la possibilità di dimenticare Yuto. Ora che lei stessa aveva compreso di avere questa necessita, di Dennis McField non ce n'era più bisogno...
Anche se...
"Tu lo sai che ti ritroverai gambizzato, se proverai a spezzare il cuore di mia sorella ora che è fragile, vero?"
Dennis lo guardò come se gli fosse appena spuntata la testa di un troll accanto a quella scontrosa che lo stava uccidendo con lo sguardo.
Maledizione, odiava ricredersi sulle sue convinzioni, ma forse... in un forse che andava tenuto d'occhio, con una vigilanza che Malocchio Moody non avrebbe disprezzato... forse Ruri aveva bisogno proprio di lui. Più di suo fratello e più di una persona più adatta di Yuto o del Serpeverde per essere il suo consorte - una persona che forse nemmeno esisteva.
"Aiutala, dalle conforto, falle capire che non è sola. L'anno prossimo io non ci sarò più, in questa scuola, e lei ha bisogno di un sostegno sul quale poter contare. Quindi tu"
"Questa è... una forma di benedizione?"
Quel sorriso sghembo che gli si formò in viso glielo avrebbe fatto passare a suono di Avada Kedavra, altro che benedizione! No, proprio non poteva uccidere quel vecchio lui tanto certo delle sue verità, ma di sicuro non avrebbe dato tanti favoritismi ad un nuovo lui credulone, che poteva farsi raggirare pure da un bimbo di tre anni, figurarsi da quella faina travestita da cerbiatto!
"Questo è un avvertimento! Ti sto dando qualcosa di estremamente prezioso, e se mai ti mostrerai indegno della mia fiducia, non importa dove sarò, ma farò il possibile per ridurre al minimo ogni tua resistenza alla morte, mi sono spiegato?"

Niente, Shun e Dennis sono la morte mia, amo troppo gettarli in pasto alla comunicazione aggressiva, e se non ci scappa una minaccia di morte non sono contenta XD
Perché sono soddisfatta di questo capitolo? Perché becco due piccioni con una fava, e vado avanti con ben due ship. A dire il vero, è la seconda parte, quella che mi soddisfa, perché la prima non mi convince assai... Ma ammetto che non avevo altre bozze utili, e ci tenevo a pubblicare oggi, quindi... Ecco qui.
Alla prossima ❤

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