16.

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“Simone aspetta!” corro verso di lui avvicinandomi al suo corpo. Mette il telefono in tasca e mi guarda. Ha gli occhi lucidi.
“ non devo aspettare niente. Ero venuto qua con tutte le buone intenzioni, in questi giorni avevo parlato con Filippo mi aveva confessato che mi pensavi ancora.
Ero combattuto con me stesso, non sapevo se approdare a Malta sarebbe stata la cosa giusta. Infatti aveva ragione la mia testa io non dovevo venire qui. ” mi dice velocemente riprendende a respirare solo a fine discorso. Guardo i miei piedi e poi lo riguardo.
“ senti mi dispiace per come ti ho trattato prima. Non volevo. Ho esagerato. Possiamo parlare senza che ci ammazziamo? ”
“ perché dovremmo parlare? Lo hai detto pure tu non mi ha cercato nessuno e io ho fatto male a venire qui. ”
“ adesso non fare il bambino. Ti ho appena detto che mi dispiace. Non volevo dire detrermite parole. Ma trovarti a casa mia dopo mesi quando potevi farlo prima mi ha annebbiato il cervello. ”
“ hai ragione anche qua, dovevo farlo prima peccato che ho sempre pensato che era giusto lasciati vivere. Sei troppo per me Emma aveva ragione Keanu. Io non ti merito” le ultime parole mi colpivano il petto. Era tornato il Simone paranoico quello delle prime volte al residence. Quello che prima di fare una cosa ci pensava un sacco di volte senza lasciarsi andare del tutto. Si sentiva sempre inferiore agli altri. La mia mano gli sfiora il polso non si muove. Nonostante il sole che ci batte addosso fa freddo.
“ Simo sali a casa? Qua fa freddo e vorrei parlare con te con calma!”
“ a quale scopo Emma? Che ci ammazziamo di parole rovinando ancora di più tutto. Non ho nessuna intenzione di rovinarmi i ricordi belli nostri. Abbiamo già dato abbastanza con le litigate. Non credi?”
“ credo che non andrai via di qui finché non abbiamo parlato. Sei venuto qua per quello. Per chiarire. È visto che c'è una festa di mezzo magari possiamo mettere un punto” ride sarcastico mentre mi guarda negli occhi.
“ aspettavi che venissi io a parlarti? Adesso che chiariamo ci verrai alla festa?” scuoto la testa. Mi allontano di poco dal suo corpo.
“ non andrò da nessuna parte. Voglio soltanto chiarire con te. Così tu potrai andare tranquillamente senza che hai il pensiero di me, se verrò o non verro”
“ sei veramente assurda!” esclama “ non riesci a capire che potresti chiedermi anche di tagliarmi un braccio o di non andare con Filippo a questa cazzo di festa che io lo farei sul serio per te. Non riesci a capire che le altre non sono mai contate niente quanto te!" Urla. Tremo i suoi occhi adesso sono freddi e la sua vena si è ingrossata. Resto ferma finché non vedo il taxi arrivare.
“ ciao Emma. ” scende dal gradino.
“ Simone no. Non vai da nessuna parte!” esclamo bloccando cercando di tirarlo verso di me. Ma sono troppo fragile e leggera per lui che non riesco nemmeno a spostarlo di un centimetro.
“ Emma hai già deciso dal primo momento che mi hai visto. Non ha senso che io stia qui”
“ invece si. ” lo oltrepassò e dico al taxi che Simone aveva cambiato idea. Annuisce senza fare storie è riparte. Lui mi guarda come se avessi fatto qualcosa che non avrei mai dovuto.
“ Adesso sei tu che ti stai comportando come una bambina. Prima non vuoi parlarmi ora decidi di fare andare via il taxi”
“ voglio parlare con te. Per favore! Giuro che dopo potrai andare via. ” Si siede nel gradino del mio condominio e sbuffo. Mi siedo al suo fianco. Non c'é verso di farlo salire.
“ guarda che non mi devi fare un favore” mi dice guardando davanti mentre altre macchine passano.
“ non ti sto facendo nessun favore. Voglio parlare.”
“ allora dimmi. Ti ascolto. ”
“ ti chiedo scusa di nuovo per la reazione avuta...”
“ se lo avessi fatto prima sarebbe stato meglio... Emma vai avanti non mi interessa questo. Tutti sanno tutto. Mia sorella. Filippo. Addirittura mia madre. Tranne che me. Non ti costava chiamarmi e dirmi: « senti simo io non ce la faccio ad esserti amica ci possiamo riprovare?» sarebbe bastato anche questo”
“ Simone ti ho mandato un messaggio lungo chilometri al tuo compleanno cazzo se non lo hai capito così come cavolo pretendevi che te lo dicessi? ”
“ in faccia Emma in faccia se proprio volevi. Sai dove abito, ci hai dormito pure tu la dentro”
“ ma se mi avevi risposto anche freddo Simone come potevi pretendere che mi sarei presentata a casa tua eh!” alzo la voce. Era assurdo che si comportasse così in questa maniera. Ero stanca.
ti avrei voluto con me. Stringerti tra le mie braccia. Mi sarebbe davvero bastato uno sguardo o un abbraccio nient'altro. Sarei stato bene. Invece un messaggio lungo dove dicevi che era migliore persona che potessi conoscere, che ti avevo amato abbastanza, che eri felice di avermi conosciuto nonostante tutto. Che sentivi di provare dei sentimenti per me ma sapevi che non potevano essere altro che un bene profondo visto il nostro rapporto. Ho passato la serata a sperare che entrassi da quella cazzo di porta del locale per dirmi qualcosa qualsiasi cosa avresti voluto dire. Il letto era freddo come tutti questi mesi.
L'altro giorno ho trovato un biglietto - sbarro gli occhi sapevo benissimo di ciò che parlava. Pensavo che non lo avesse mai trovato ecco perché lo avevo custodito dentro il libro. - ho sentito una forte sensazione allo stomaco. Ho pensato che quel sorriso non l'ho più visto. Io non vedo mai le tue storie non ci riesco al tuo contrario. Eppure so bene che qualcosa è cambiata da quando ci siamo allontanati. Io non so se potrò mai essere del tutto felice senza di te. Magari la felicità non esiste e sono destinato a vivere nel buio. Nei miei incubi peggiori. ” mi avvicino un po' di più appoggio la mia mano sulla sua coscia come facevo quando eravamo fidanzati.
“ se solo mi avessi tenuta più vicino a te nessuno si sarebbe fatto del male così tanto simo. Ti sei allontanato di colpo, io non mai potuto fare niente per cercare di salvare il tutto. ” sussurro.
“ lo fatto per te Emma. Sapevo che ci saresti stata male e non importava del dolore che avrei provato, io volevo il tuo bene. ”
“ che eri tu simo! Sei sempre stato tu il mio bene” sorride adesso e mi guarda. Lascia un bacio sulla mia guancia.
“ adesso vado davvero. ”
“ resti? Dormi con Kurt ma almeno stasera resta qua”
“ non mi minaccerai di nuovo come prima” scuoto la testa. “ d'accordo. Solo per oggi”
Sentivo il cuore mettersi al posto giusto. Resto ferma con lui per qualche minuto nel gradino. Poi saliamo in casa e Kurt ci sorride. Chissà cosa penserà papà di tutto questo?

Mille passi con te ♥️Where stories live. Discover now