Capitolo 82

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"Posso ucciderti, anche se sei la discendente di mia sorella." affermó Rowena, impugnando meglio la spada, puntata sul mio collo.
Mantenni la facciata di sicurezza. Non avrei dovuto farle vedere che, in realtà, ero spaventata a morte per la mia vita.
Sí, avrei salvato molte piú persone, ma è naturale avere paura della morte. E, in quel momento, io ne avevo.

"Lo so." affermai io, rimanendo ferma.
Non sbattei nemmeno le ciglia. Forse, piú per la paura, che per finzione.
Rowena avvicinó di piú la lama, facendomi quasi arretrare.
Serrai la mascella, costringendomi a restare ferma.
Stai ferma. Non ti ucciderà.
Questo era il piano: prendere piú tempo possibile, in modo che Dimitri finisse di curare Cassandra e, mentre Rowena era distratta ad occuparsi di me, Dimitri la mettesse con le spalle al muro, costringendola ad arrendersi. Od uccidendola.
Tuttavia, la parte di me che era imparentata con lei, avrebbe preferito di gran lunga la prima opzione: arrendersi, piuttosto che la morte.
E sapevo che, finchè non avessi dato risposta a Rowena, lei non mi avrebbe uccisa. E una piccola parte di me ipotizzava anche il fatto che, forse, Rowena non sarebbe comunque riuscita ad uccidermi, nonostante la mia dichiarazione, di aver scelto Dimitri.
Tuttavia, non ne ero cosí sicura.

"Quindi, da che parte stai?" sibiló, tra i denti, ancora, Rowena.
Io portai una mano sulla lama, prendendo la parte piatta tra pollice ed indice, con la maggior attenzione possibile. Cercai di allontanarla leggermente.

"Ho già risposto." risposi.
Prendi tempo, prendi tempo.

"Non fare giochetti con me!" sbottó Rowena, facendo tornare la lama al mio collo.

"Non è un giochetto. Ti ho chiesto da che parte pensi che io stia. Non che, in questo momento, conti molto quello che dici: ho già preso la mia decisione." parlavo piano, scandendo ogni parola.

"Allora, non ti dispiacerà la morte di Dimitri." mormoró Rowena, con un sorriso malizioso sul volto e piegando la testa di lato.
Deglutii, avvicinandomi alla lama.
Prendi tempo.

"No." mormorai.
Ritira quello che hai detto!
"Cioè, sí. Non che mi importi molto di Dimitri, ma è necessario che Dimitri rimanga in vita.".

"Perchè?" pretese di sapere lei.

"Perchè voglio che Cassandra viva." spiegai, con un filo di voce.
Avevo le lacrime agli occhi, sia per la verità, sia per la falsità nelle mie parole.
Volevo che Dimitri rimanesse in vita per Cassandra. Ma anche perchè lo amavo.
James era morto, sí, e il cuore mi faceva ancora male per quello, ma, se anche Dimitri fosse morto, probabilmente non avrei piú opposto resistenza a Rowena, perchè avrei perso la mia ragione per lottare. Non solo perchè Dimitri era il re dei vampiri, per il suo regno, ma anche perchè era proprio Dimitri. Nemmeno James avrebbe avuto il potere che Dimitri esercitava su di me.

"Cassandra è figlia del Capitano. È una figlia illegittima, non dovrebbe nemmeno essere viva.".

"Sí, invece! Lo sai!" le lacrime mi pizzicavano gli angoli degli occhi, per la rabbia.
Come poteva dire una cosa del genere?
"Lei è la sua figlia legittima! Il Capitano non è sposato e non lo sarebbe mai stato nemmeno con me!
Cassandra è sua figlia, ma le manca una madre, cosa che tu non potrai mai essere per lei!" gridai.
Il petto si alzava ed abbassava, sussultava, mentre tentavo di contenere il respiro, per non essere ferita dalla spada al mio collo.
Con un ultimo respiro, espressi i miei pensieri, in un impeto di furore.
"Preferirei cento volte essere una figlia illegittima, essere nascosta al mondo, che avere una madre come te." sibilai, tra i denti.
Ma non avevo ancora finito.
"E preferirei mille volte essere morsa da un vampiro, piuttosto che diventare un mostro come te.
Tua sorella non è morta invano. Ha preferito morire, che passare il resto della sua vita con te." esalai, tra i denti.
Il cuore mi batteva a mille. Sentivo solo il rombo del sangue che mi scorreva nelle vene. Mi mancava il respiro, mentre aspettavo, terrorizzata, il colpo che mi avrebbe staccato la testa.
Rowena restó ferma, mi guardava, con la bocca semi aperta. Notai una scintilla accendersi, nel suo sguardo.
La spada cadde a terra, tra noi due, catturando la mia attenzione.
Ma, mentre guardavo la spada cadere, Rowena si gettó su di me.
Caddi all'indietro, con le sue mani strette attorno al collo.
Non riuscivo a respirare, le sue dita mi schiacciavano la trachea.
Le afferrai le mani, tentando di levarle dal mio collo, ma fu tutto inutile. Scalciai, ma anche quello non serví a niente.
Lei era sopra di me, mi schiacciava anche il ventre, sentivo qualcosa, dentro di me, che veniva schiacciato, soffocato insieme a me.
Mio figlio. Stava morendo con me.
Il panico crebbe, nel mio petto, aumentando ad ogni secondo di soffocamento.
La vista mi si annebbió. Macchie nere cominciarono a coprire tutto ció che vedevo.
Fino a quando le mani di Rowena non si staccarono dal mio collo.
Il suo corpo ricadde di lato, inerme, abbandonando la presa.
Ripresi a respirare, un suono gutturale uscí dalla mia gola, come quello di qualcuno che ha appena corso.
Mi afferrai la gola, in preda al dolore, in cerca d'aria. Avevo le lacrime agli occhi.
Una figura si avvicinó a me, non riuscivo a distinguerla.

"Lilith, sono io, Dimitri.
Stai tranquilla." mormoró.
Mi accarezzó i capelli, delicatamente, mentre avvicinava la testa alla mia.
Lasció andare un piccolo respiro, che cercó di farsi strada nella mia gola, ma inutilmente.
"Abbiamo vinto." mormoró di nuovo, con la voce velata di sollievo.

Sangue regaleWhere stories live. Discover now