Capitolo 28

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Il Capitano si alzó di scatto e scese velocemente i gradini del palco. Camminava cosí velocemente che, quasi, non lo vidi aprire la porta della sala ed uscire, richiudendosela alle spalle. Non mi aveva lasciato il tempo di decifrare l'espressione sul suo viso.
Rimasi ad osservare la porta chiusa, sbigottita da quella reazione improvvisa. Mi aspettavo, quasi, che il Capitano tornasse dentro, portando, con sè, qualche notizia. Ma non accadde. La porta rimase chiusa.

"Il sangue nel bicchiere è stato trovato proprio accanto al re dei vampiri. Stavamo per catturarlo, mentre era intento a nutrirsi, bevendo da quel bicchiere, ma, appena ci ha visti, è fuggito. Abbiamo perso le sue tracce, ma, scappando, il re si è lasciato sfuggire un piccolo, ma prezioso particolare: aveva lasciato, sul pavimento, un altro bicchiere, pieno di sangue. Probabilmente, scappando da noi, il re se ne è dimenticato.
Ora, quindi, abbiamo delle prove: il sangue in quel bicchiere sarebbe dovuto essere stato bevuto dal re dei vampiri. E, annusando attentamente quel liquido, si capisce chiaramente a chi appartenga. Non ad una, ma a due persone, quelle che vi ho appena nominato.".
Il sergente Olly parló tutto d'un fiato, come se volesse dimostrare alla rossa che ció che le stava mostrando era qualcosa di vero, come se volesse provarle la sua lealtà. Quasi si vantasse.
Il discorso di Olly catturó la mia attenzione, facendomi voltare di nuovo la testa verso le guardie, distogliendo lo sguardo dalla porta chiusa. La reazione del Capitano mi lasciava ancora perplessa.
Rowena prese il bicchiere delicatamente tra le mani, lo afferró con la punta delle dita, e lo tenne a debita distanza, come se il bicchiere fosse stato qualcosa di orribile e ripugnante. Tuttavia, mantenne lo sguardo fisso sul sangue al suo interno. Aveva ancora il sopracciglio inarcato.
Rowena rigiró il sangue nel bicchiere, non sapendo cosa rispondere alla guardia. O non volendo rispondere.
"Maestà, vi ricordo che James e Sylver sono sotto la vostra tutela. Non possiamo catturarli, se non sotto il vostro consenso, come ci è stato ordinato. Perció, se desiderate porre fine alla guerra, se tutte le parole che avete rivolto al popolo, tutte le promesse di pace, sono vere, allora dimostratelo. Noi vi abbiamo offerto le prove. Voi dimostrate la vostra lealtà." continuó Olly.
Ero sbigottita. Piú di quanto non fossi stata per la reazione del Capitano, che, ora, era assente.
Una guardia aveva appena messo in dubbio la parola della propria regina, l'aveva accusata di non essere leale, nei confronti del suo stesso popolo.
Non che non sia vero.
Ma questo la guardia non poteva saperlo.
Le uniche persone che conoscevano la verità, in quella stanza, erano Rowena e, forse, Nick, data la sua lealtà verso Dimitri. Anche il Capitano sapeva qualcosa, ma non era presente, in quel momento. Non avrebbe potuto aiutare la sua regina, che, in quel momento, era senza protezione.
Non conoscevo le due guardie, all'altro capo del tavolo, ma, se fosse stato per Nick ed il generale Olly, con gli occhi scuri puntati sul viso di Rowena, Rowena avrebbe potuto ritrovarsi in trappola, di fronte ad una guardia traditrice. Forse, due.
Il sergente Olly attendeva ancora una risposta. Osservava Rowena, il viso severo.
Rowena rigiró ancora il sangue nel bicchiere, tra le mani.

"Sergente, sa che non è questo ció che vorrebbe mia sorella." mormoró Rowena.

"Ma vostra sorella non è piú qui." sibiló Olly, gli occhi improvvisamente accesi da una scintilla di rabbia.
Spalancai gli occhi nello stesso momento in cui lo fece Rowena. Ma, mentre io stavo spalancando gli occhi per lo stupore della sfrontatezza del sergente, Rowena lo fece, oltre che per lo stupore, per la rabbia. Distolse lo sguardo dal bicchiere e lo puntó su Olly.

"Sergente-".

"Vostra sorella non è presente, Maestà. Il suo sangue è dentro la principessa Lilith, ma non è la stessa cosa di avere vostra sorella qui.
Maestà, vostra sorella non è qui. E, sicuramente, Lilith non è vostra sorella. Avete creato questo regno per Reina, è vero," Rowena si acciglió, alle parole di Olly, "ma è giunto il momento che siate voi la vera regina. Voi avete creato il regno dei licantropi per vendicare vostra sorella da ció che le ha fatto il vampiro James. Ora, è arrivato il momento di farlo. Solo voi, Maestà, potete vendicarla. Solo voi potete permettere a noi guardie di catturare James e Sylver e di giustiziarli. Ma potete farlo solo se comincerete a pensare con la vostra  testa, non con quella di vostra sorella.".
Sentivo la testa girare. Quello era stato l'atto piú coraggioso e sconsiderato che avessi mai visto. Una guardia aveva appena criticato la propria regina. Non importava se quella guardia fosse un generale od un sergente. Non importava il grado. Ció che importava era che l'aveva fatto. Se Rowena lo avesse voluto, avrebbe potuto ordinare di ucciderlo in quel momento, per il suo affronto.
Questo era ció che mi aspettavo dalla rossa.
Ma Rowena non si mosse. Rimase immobile, gli occhi ancora puntati su Olly, ma non stavano guardando il sergente. Stavano pensando. Stavano riflettendo. Stavano prendendo in considerazione le parole del sergente.
E anch'io stavo cominciando a farlo.
Il sergente stava spingendo la rossa a giustiziare James e Sylver. Per vendicare la sorella.
Ha creato questo regno per Reina. Per sua sorella. Per vendicarla.

"Maestà, mi ritrovo d'accordo con il sergente Olly." intervenne la guardia seduta di fronte a me, con le mani intrecciate, poggiate al tavolo, e la fronte corrugata.
Sia io che Rowena guardammo la guardia.
Avrei voluto tagliargli la lingua.
Avevo capito cosa stavano facendo le guardie: stavano cercando di convincere la rossa ad uccidere James e Sylver, a confondergli le idee. In quel momento, con Rowena priva di protezioni e del Capitano, non sarebbe stato difficile convincerla a farlo. Soprattutto, perchè le guardie erano tre, escluso Nick, che parteggiava per Dimitri.
"Voi avete sempre pensato che vostra sorella volesse mantenere in vita il suo amato vampiro. Ma, se vostra sorella, invece, avesse sempre voluto vendicarsi di James? Se, dopo ció che lui le aveva fatto, avesse voluto vendicarsi di lui?".
Sta' zitto, pensai.
Ma la guardia non mi ascoltó. Serrai la mascella, impotente, mentre le parole uscivano dalla bocca della guardia dai capelli bianchi, di fronte a me.
"Se, invece, Reina avesse voluto ucciderlo?" sibiló la guardia.
No!
Non potei fare altro che osservare la mano di Rowena, che aveva continuato a rigirare il sangue nel bicchiere fino a quel momento, fermarsi, mentre i suoi occhi si abbassarono sul tavolo. Rowena pensava, gli occhi ridotti a fessure.
Ma io non potevo rimanere a guardare senza fare niente: mi alzai e, senza dire alcuna parola, mi affrettai a scendere le scale ed ad uscire dalla grande sala da pranzo, lasciando le guardie e Rowena dietro di me. Non mi voltai nemmeno una volta ad osservare la loro reazione: avrei dovuto trovare James e Sylver, per avvertirli del pericolo.
Dimitri si era fatto scoprire. Aveva fatto scoprire James e Sylver. Ma non l'aveva fatto apposta.
Superai il corridoio illuminato, fino a quando, svoltato l'angolo, non mi accolsero tutte le famiglie con cui avevo già parlato, in precedenza, forse il giorno prima. Erano tutte lí, sorridevano, con i bambini in braccio o accanto a sè. Mi bloccavano la strada.
Fatemi passare!
Mi avvicinai a loro, sperando che capissero che non avrei avuto tempo per loro, non in quel momento, ma loro non si mossero. Avrei voluto strappare loro via i loro sorrisi.
Una donna, con una rosa appuntata sul vestito nero, mi si avvicinó, con, in mano, un mazzo di fiori. Erano avvolti da carta leggera, rosa, che copriva i fiori, ma, man mano che la donna si avvicinava, riuscivo sempre di piú a vedere i fiori che nascondeva.
Erano grandi. Erano stupendi. Erano rose. Erano rose rosa pallido.
La donna allungó il mazzo di fiori verso di me e rimase a guardarmi.

"Queste sono per lei, principessa." disse.
Allibita, non riuscii a fare altro che prendere il mazzo ed osservare i licantropi inchinarsi lentamente.
Per poco non urlai, quando una mano si avvolse attorno al mio braccio, riscuotendomi dallo stupore. Mi girai e vidi Nick, accanto a me. Aveva la mano stretta attorno al mio braccio.
Che ci faceva lui lí? Non doveva essere al Consiglio? Era già finito? Cosa aveva deciso Rowena?

"La principessa vi ringrazia." disse Nick, rivolto alla folla di fronte a me.
Chinó il capo, per ringraziare.
"Ma Lilith è molto stanca, ora. Andrà in camera per un po' di tempo, prima di tornare da voi.".
Nick mi spinse contro la folla, che si aprí, al mio passaggio, e mi fece quasi cadere per terra. Se non ci fosse stato Nick a tenermi, sarei caduta davanti a tutte quelle famiglie. Ma Nick mi teneva in piedi, e mi conduceva tra la folla, oltrepassandola, arrivando fino alle scale che davano sul corridoio buio della mia camera.
Quando cominciammo a salire le scale, la guardia mi si avvicinó, il suo viso si avvicinó al mio orecchio.
"Principessa, le consiglio di andare in camera sua: deve avvisare i suoi amici di non farsi vedere dalla regina Rowena. Se lo faranno, lei li ucciderà, davanti a tutti i licantropi. James e Sylver la stanno aspettando." mormoró, il suo fiato mi solleticava il collo.
Nick mi stava aiutando.
Arrivammo alla porta della mia camera e Nick mi fece segno di entrare, con la testa. Dietro di lui, in fondo al corridoio, intravidi dei capelli scuri entrare in una stanza. Per un attimo, mi sembró che fosse il Capitano. Ma non mi fermai a riflettere.
Entrai nella mia camera.

Sangue regaleWhere stories live. Discover now