Capitolo 6

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Sentivo il mio cuore battere a mille. Dimitri sarebbe potuto essere dietro di me, pronto ad uccidermi, mordermi o qualunque altra cosa avrebbe potuto fare su di me. Lui era lí per me.
Un brivido mi percorse la schiena, quando il Capitano alzó lo sguardo su di me. Ma non si fermó, si allungó, fino in fondo alla sala. Provai sollievo nel capire che Dimitri non era dietro di me. Eppure, non trovavo il coraggio di girarmi. Non avrei voluto girarmi. Ma il mio corpo sapeva come disobbedirmi e si voltó, prima che potessi fermarmi.
L'unica parte visibile di Dimitri erano i lunghi canini bianchi, che risplendevano, al bagliore della poca luce che illuminava quel punto della sala. Il resto di lui era in ombra. Ma questo mi fu sufficiente per capire che stava sorridendo. Lui, prigioniero e re, stava sorridendo.
Avrei voluto che uscisse dall'ombra, per vederlo. Stavo lentamente dimenticando il suo viso. Piú passava il tempo, piú dimenticavo chi fosse. Erano passati alcuni giorni, da quando ero scappata dal castello di James, ma la sua immagine scompariva, nella mia mente, ogni giorno. Avrei dovuto vedere il suo viso.

"Ma che bella sorpresa!" sibiló la rossa, dietro di me.
Un altro brivido mi percorse la schiena, quando Dimitri si allontanó dall'ombra. Avanzó lentamente, i suoi canini si avvicinavano.
"Non avvicinarti a Lilith." ordinó la rossa, prima che potessi vedere Dimitri.
Nonostante Dimitri fosse un re, si bloccó. Ma il sorriso rimase, su di lui.
Avvertii, dietro di me, il Capitano spostarsi ed avvicinarsi a me.

"Non avvicinarti." intimó Dimitri, la voce severa.
Il sorriso scomparve dalle sue labbra. Ora, non vedevo piú nulla di lui.
Il Capitano ignoró l'ordine di Dimitri ed avanzó. Mi superó e scese le scale, per raggiungere il re dei vampiri. Si avvicinava sempre di piú. Avrebbe preso Dimitri. Di nuovo. Era già stato catturato una volta, per colpa mia. Non avrei permesso che venisse catturato una seconda volta.

"Capitano!" lo chiamai, cercando di usare un tono severo, come quello della rossa.
Ma il mio era piú un grido disperato.
Il Capitano avanzó, fino ad essere inghiottito dall'ombra, come Dimitri.
Lo stava catturando. Il piano di Mike e Sylver, per aiutare il loro re, non sarebbe servito a nulla. La rossa avrebbe vinto.
Ma il Capitano sembró continuare a camminare, fino a raggiungere la porta, in fondo alla sala. Una porta piú piccola, di cui non mi ero mai accorta. La chiuse e la bloccó.

"Ubbidiente solo al proprio sovrano, Capitano?".
Mi voltai di scatto, stupita, sentendo la voce di Dimitri dietro di me. Ora, lui era seduto al tavolo con la rossa.
I due al tavolo si guardavano con gli sguardi divertiti. Stavano macchinando qualcosa, ognuno un piano contro l'altro.
Le guardie erano tese, osservai i loro sguardi attenti, fissi su Dimitri. Quelle piú vicine a lui si allontanarono, stringendosi alle altre.
Quelle sarebbero dovute essere le guardie della rossa, intimorite da un prigioniero a pochi passi da loro?
Codardi.
Il Capitano non rispose ed attraversó la sala, per tornare dalla rossa. Mi superó e si mise affianco alla rossa, gli occhi attenti, posati su Dimitri. Al contrario delle altre guardie, che si ritiravano da lui, il Capitano si allungó sul tavolo, come per voler attaccare il re dei vampiri.
Nessuno si curó della mia presenza.
Come se non fossi inclusa nell'argomento.
Ma non mi avvicinai al tavolo. Dimitri avrebbe potuto attaccarmi facilmente. Anche a quella distanza.

"Molto rischioso, da parte tua, mostrarti cosí. I prigionieri fuggiti, di solito, si nascondono." osservó la rossa, la voce tagliente e divertita.

"Molto rischioso, da parte tua, far sposare il Capitano con la mia futura moglie." obiettó Dimitri.
La rossa sorrise, sprezzante.

"Non prendo ordini da un vampiro." lo derise lei.

"Non è un ordine il mio." Osservó Dimitri. "Io sono solo contrario a questo matrimonio.".

"Lilith non è piú la tua futura moglie." osservó la rossa.

"Lo è. Non ha ancora compiuto la scelta e io sono ancora vivo.".
Gli occhi dei due brillavano, le guardie li osservavano, tesi. Nemmeno io avrei potuto capire dove sarebbe potuta andare a finire quella conversazione. I discorsi tra i due sovrani sembravano scollegati tra di loro. Solo chi sapeva i loro piani avrebbe potuto capire.

"Il matrimonio è stato deciso." affermó la rossa.
Dimitri spostó lo sguardo sul Capitano, che si protese ancora di piú verso di lui, gli occhi che lo fulminavano. Dimitri sorrise.

"A meno che il marito non venga ucciso." Spostó lo sguardo sulla rossa. "Erano queste le tue parole.".
Aggrottai le sopracciglia, confusa. Come faceva a sapere ció che mi aveva detto la rossa?

"Dimitri, cosa vuoi?".
Sussultai, sentendo la rossa pronunciare il nome di Dimitri.

"Non sono venuto a combattere.".

"Non sei cosí sprovveduto da fare una cosa del genere." concordó la rossa.

"Non ora. Ma sono venuto per un accordo.".
La rossa sembrava confusa. Aprí gli occhi, improvvisamente interessata.

"Parla.".
Il sorriso di Dimitri si allargó.

"Uno scambio. La mia libertà per il loro matrimonio.".
Il tempo si fermó per un istante. Di nuovo, mi mancó un battito. Dimitri stava facendo la stessa cosa che avevo fatto con lui. La sua libertà per la mia prigionia.
Avrei voluto accasciarmi a terra, per poter vomitare. La sua frase era stata un pugno allo stomaco. Era rimasta sospesa, nell'aria. Nessuno parlava. Le guardie guardavano il tavolo, incapaci di sopportare la tensione tra i due.
Improvvisamente, il sorriso della rossa si allargó.

"Avrei preferito che ci attaccassi." Mormoró. "Prendetelo.".
Il Capitano fu il primo a muoversi, si spostó quasi impercettibilmente, dietro la sedia di Dimitri. Una delle due guardie che faceva la guardia alla porta della mia stanza fu la seconda a muoversi. Ma Dimitri li aveva preceduti.

"La prossima volta, ti accontenteró.".
Voltammo tutti la testa verso le grandi porte della sala da pranzo. Dimitri era lí, che guardava la rossa.
Solo allora mi accorsi della sua camicia bianca, macchiata di sangue, in un punto, sulla schiena, il punto del cuore.
Ricordai la mia mano che toccava la sua ferita, il sangue che macchiava la mia mano. Rabbrividii e nascosi la mano dietro la schiena.

"Non ci sarà una prossima volta." obiettó la rossa, alzandosi dalla sedia.

"Ci sarà." disse Dimitri, prima di uscire.
Nonostante non fosse piú nella stanza, mi sembrava di vedere ancora i suoi canini brillare.

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