Capitolo 29

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Improvvisamente, il mazzo di fiori che avevo in mano divenne pesante, sotto gli sguardi di due vampiri dall'aria spietata: Sylver e James mi guardavano, gli occhi ridotti a fessure, la rabbia nello sguardo. E la delusione. La tristezza. La consapevolezza. I loro sguardi erano un insieme di emozioni confuse, ma chiaramente distinguibili.
Sylver era appoggiata al mobile sotto allo specchio, in piedi, con le mani appoggiate alla superficie lucida del legno scuro del mobile. I suoi occhi erano puntati sul mazzo di fiori, lo scrutavano, come se, osservandolo meglio, avesse potuto scacciare tutto ció che era successo fino a quel momento, in quella camera, in mia assenza.
James era seduto sul bordo del letto, il piú vicino possibile a Sylver. Ma i suoi occhi non guardavano lei. Nè il mazzo di fiori. Guardavano me. Riconobbi il sollievo e la preoccupazione, sul suo volto. E rabbia. E frustrazione.
Era successo qualcosa, in mia assenza. Non sapevo da quanto tempo i due fossero lí, ma abbastanza da essere accaduto qualcosa di importante. O Sylver era ancora arrabbiata con me per la rivelazione su James e James era preoccupato che io non accettassi le sue scuse per ció che aveva fatto a Reina e me.
Sentivo ancora il peso del mazzo di fiori.
In quel momento, notai un vaso di vetro vuoto, sul mobile, un vaso di vetro che non c'era mai stato. Ma che era perfetto per l'occasione.
Mi avvicinai ed infilai lentamente le rose nel vaso, stando attenta a non stropicciare troppo la carta o a non rovinare quei petali delicati, anche nel colore. Quel colore mi era familiare, troppo, per non poterlo aver notato. Ma, in quel momento, non avrei potuto perdere tempo per i fiori.
Senza staccare le mani e gli occhi dai fiori, mi decisi a parlare. Rowena avrebbe agito subito. E anche James e Sylver avrebbero dovuto farlo.

"C'è stato un Consiglio." Cominciai, a voce abbastanza bassa per non farmi sentire da nessun'altro, se non da James e Sylver. "Le guardie di Rowena vi hanno scoperto. Sono riusciti a trovare Dimitri mentre stava bevendo il vostro sangue e, nello scappare, Dimitri si è dimenticato uno dei bicchieri. Dall'odore, le guardie sono riuscite a risalire a voi. L'hanno comunicato a Rowena e ora lei vi vuole uccidere.".
Smisi di sistemare la carta del mazzo di fiori, anche se non era completamente liscia. Mi voltai a guardare James e Sylver, che non avevano ancora detto una parola. Avevano mantenuto le loro posizioni.
"Dovete andarvene da qui." Chiarii. "Dovete allontanarvi da Rowena. Se vi troverà, vi ucciderà davanti a tutto il suo popolo.".
Cominciai a sentire il terrore crescere, dentro di me, le immagini di James e Sylver davanti al Capitano e due colpi di pistola che foravano la loro testa. Era disgustoso.
"Dovete andarvene." li esortai di nuovo.
James fu il primo a parlare. Strinse le labbra, ma si decise a pronunciare le parole che aveva in testa da quando ero entrata in quella stanza.

"Dimitri ci aveva avvertiti della decisione di Rowena. Ma abbiamo un piano. Non sarà necessario che noi ce ne andiamo.".
James sembrava sicuro di quello che diceva, ma non era possibile: gli avevo appena detto che rischiava la morte e lui mi stava dicendo che aveva un piano! Nessun piano sarebbe sfuggito alla morte. La rossa non l'avrebbe mai lasciato scappare, non ora che aveva la possibilità di vendicare sua sorella.

"James, dovete andarvene! Rowena vi troverà!" cercai di convincerlo.
La preoccupazione mi fece alzare la voce.
Ma perchè non capiva quanto fosse pericoloso il suo comportamento? Perchè faceva le cose senza calcolarne le conseguenze?
È la stessa cosa che ha fatto con Reina e me. Non ha calcolato le conseguenze. L'ha fatto e basta.
Non l'avrebbe fatto anche questa volta.
Nonostante fossi ancora arrabbiata con lui per ció che aveva fatto, non potevo negare che tenessi a lui. E non gli avrei permesso di compiere altri errori fatali.
"James, non fare il bambino e ascoltami!" quasi gridai.
Lui spalancó gli occhi per la sorpresa, nello stesso mentre in cui a Sylver tremarono le palpebre. La mia risposta li aveva presi alla sprovvista entrambi. I due rimasero in silenzio, attoniti.
"Sylver," parlare con lei dopo quello che era successo l'ultima volta che ci eravamo viste, era piú difficile di quanto avessi pensato, "Sylver, devi andartene. Rowena ucciderà anche te.".
Se James non mi ascolta, Sylver lo farà. E, forse, porterà James con sè.
Questo era quello che speravo. Ma non sarebbe successo esattamente questo.

"Impossibile. Mia sorella non glielo permetterebbe mai." mi rispose, sibilando, Sylver.
La sua voce era piú tagliente di qualsiasi lama avessi mai visto o toccato e fu come una secchiata d'acqua gelida in pieno viso, paralizzante. Tra tutte le risposte, non mi sarei mai aspettata una risposta del genere da Sylver.
Ma non poteva fare altro che essere arrabbiata. Con me. Con James. Con noi.
Non c'è nessun noi, mi disse la voce, nella mia testa, la voce calda e melodiosa che mi aveva chiamata anche altre volte. Adesso, sapevo a chi apparteneva: a Reina.
Cercai di scacciarla dalla testa, scuotendola.

"Sylver, tua sorella non puó nulla contro Rowena." avvertii Sylver.
Stacey non avrebbe potuto fare nulla contro Rowena, contro la sua regina.
Era dal processo di Mike che non la vedevo. Non sapevo dove fosse.

"Stacey è l'arma piú potente di Rowena. Ma, come ogni arma, le si potrebbe rivoltare contro.
Stacey è astuta, è amata dal popolo di Rowena e da quello degli umani. È potente anche contro i vampiri. Ma, come è potente per entrambi i regni, Stacey è potente anche per Rowena. È pericolosa. E Rowena sa che, se mi facesse del male, Stacey le si rivolterebbe contro.
Stacey non puó nulla contro Rowena. Ma Stacey e il popolo di Rowena contro Rowena sí.
Perció, Rowena non mi farà nulla." disse Sylver, lentamente.
Il ragionamento di Sylver non faceva una piega e, se aveva ragione, significava che Sylver non avrebbe dovuto temere nulla, anche all'interno del regno di Rowena. Ma James no. Sylver non avrebbe potuto proteggere anche lui.

"Lilith, abbiamo un piano. Noi staremo nascosti solo se tu accetterai di partecipare al piano." mormoró James, per non farsi sentire da nessuno, se non da me e Sylver.
I suoi occhi erano puntati su di me, piú decisi di quanto non li avessi mai visti. Sembrava sicuro di ció che diceva.
Assottigliai lo sguardo, soppesando le alternative. L'ultima volta che qualcuno aveva provato a trovare un piano per farmi scappare di lí, quel qualcuno, Mike, era stato ucciso. Non avrei permesso che anche James venisse ucciso. Ma, in un modo o nell'altro, non avrei potuto evitarlo di molto.
Decisi di scegliere l'alternativa che non includeva il fatto che Rowena avrebbe sicuramente ucciso James, non appena l'avesse visto.
Riluttante, annuii con la testa. James guardó il mazzo di fiori e mi fece cenno con la testa verso di quello.

"Guarda attentamente in quel vaso." mi consiglió.
Dubbiosa per la sua risposta, aggrottai la fronte, ma feci come mi aveva detto ed osservai le rose. La carta era ancora un po' spiegazzata, ma i fiori erano intatti.
Perchè avrei dovuto guardare i fiori in un momento del genere?
Stavo per chiederlo a James, quando notai una macchia bianca, nel rosa delle rose. Era una macchia squadrata, sottile e con delle onde nere, sulla superficie.
Estrassi dal mazzo di fiori il foglietto che era rimasto incastrato tra i gambi spinosi delle rose.
La grafia era familiare. Solo una persona avrebbe potuto scrivere un bigliettino come quello.

Questa notte, sala degli
allenamenti.
Ore 00:25.
Guardati le spalle

Guardai James, confusa. Cosa significava?

"Ti spiegherà tutto lui. Tu presentati." mi disse, solo, James.

Sangue regaleМесто, где живут истории. Откройте их для себя