Capitolo 52

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"Buongiorno!".
Qualcuno mi urló nelle orecchie, cosí forte che saltai giú dal letto, sul quale mi ero riaddormentata.
Avevo ancora il biglietto di Dimitri tra le mani. E la cosa non mi dispiaceva.
Buon compleanno.
Spalancai gli occhi, sia per l'urlo, sia per ció che avevo appena realizzato: buon compleanno?!
Non potevano essere già passati un mese e mezzo, da quando avevo lasciato casa!
Mi rialzai, dolorante, aggrappandomi alle coperte sfatte del letto, per aiutarmi.
Chi poteva urlarmi nell'orecchio? Di notte?
Eppure, avevo già sentito quell'urlo. Mi era stranamente familiare.
"Dormigliona, staccati dal letto e vieni ad indossare qualcosa di decente per la festa!".
I miei occhi non riuscivano ancora a mettere a fuoco la stanza, per l'improvvisa luce. Era mattino, sicuramente.
Una sagoma esile, davanti a me, stava frugando nel mio armadio, la testa immersa nei vestiti.
Quando scuoteva la testa, la sua treccia ossigenata andava da destra a sinistra e da sinistra a destra.
Strizzai gli occhi.
Treccia ossigenata....
Sgranai gli occhi e vidi a fuoco la persona davanti a me, quando la riconobbi.
Sbalordita, mi alzai immediatamente in piedi, avvicinandomi lentamente a Sylver.
Sylver era lí, davanti a me. Mi parlava. Non sembrava arrabbiata. Aveva urlato. Ma di gioia.
Se Rowena l'avesse scoperta nella mia stanza, sarebbe finita male, molto male.
Non potevo perdere anche lei.

"Sylver...." mormorai.

"Ah-ah! Non adesso! La decisione è difficile. Certo, che Rowena ha gusti strani! Erano molto piú belli gli abiti al castello!" mi interruppe, tirando fuori la testa dall'armadio.
Aveva tra le mani un abito rosso scarlatto, ricamato in pizzo rosso brillante, sullo scollo a cuore e sui polsini delle maniche lunghe. Notai che i polsini avevano anche un elastico, da legare ad un dito, perchè la manica non scivolasse o non si spostasse. Il corpetto era stretto e decorato da brillantini rossi, ma non i brillantini da bambine. Sembravano piú gemme di una polvere preziosa.
"Dai, provalo!" mi porse l'abito.
Rimasi a guardarla, attonita. Alternai lo sguardo tra lei e l'abito.
Come poteva parlarmi con cosí tanta calma ed euforia, quando, ai suoi occhi, avevo appena esiliato James?
Sylver mosse l'abito davanti ai miei occhi, per catturare la mia attenzione e farmi prendere il vestito.
Infastidita, lo afferrai e lo strinsi a me, per poterla guardare.
Lei sembrava soddisfatta.
"Su, vai a provarlo!" mi fece segno di andare in bagno.
Non mi avrebbe insultata per ció che avevo fatto?
Forse, non voleva ferirmi.
Ma perchè? Perchè era il giorno del mio compleanno?
Ma se non avesse tirato fuori l'argomento lei, l'avrei fatto io. Avrebbe dovuto sapere.

"Sylver, mi dispiace." mormorai, abbassando gli occhi sul vestito.
Avrei voluto dirglielo guardandola in faccia, per farle capire che mi dispiaceva davvero. Ma mi dispiaceva piú per me stessa, che per lei. Odiavo la parte egoista di me.
"Sylver, mi dispiace. Ho dovuto farlo. Dimitri lo sapeva e-".

"Aspetta, di cosa stai parlando?" mi interruppe, confusa.
Alzai lo sguardo su di lei, titubante. Ma lei aveva solo il collo piegato a sinistra e lo sguardo confuso.
Come poteva reagire cosí? Avevo visto l'orrore e la paura nei suoi occhi, quando avevo esiliato James!

"Sylver, James sopravvivrà, te lo assicuro." Presi una delle sue mani tra le mie, per rassicurarla. "Mi ha consigliato Dimitri di farlo: lui avrebbe fatto in modo che James fuggisse da qui e sopravvivesse, in cambio del mio aiuto per farlo tornare al potere. E Dimitri mantiene sempre le sue promesse.".
O, almeno, cosí speravo.
Sylver, dapprima confusa, si rilassó lentamente, lasciando che un leggero ed amaro sorriso le increspasse le labbra. Abbassó lo sguardo, guardando le nostre scarpe, le mie di fronte alle sue. Lei aveva ancora la divisa rovinata da serva.

"Devo dire la verità, ho avuto paura. E ti ho odiata.
Non prenderla sul personale, ma puoi capirmi, immagino. Insomma, tengo tantissimo a James e vederlo esiliato per colpa tua non ha fatto un bell'effetto. A me.
A Rowena sí, ma non a me.
Dimitri, peró, mi ha spiegato tutto, prima che potessi venire qua a spezzarti il collo. Non dovresti sottovalutarmi cosí.
Posso essere molto pericolosa.".
Il suo sorriso languido la diceva lunga. Avrei fatto bene a tenere a mente quello che mi aveva detto, per evitare di cadere nelle sue fauci.
"Allora, provi il vestito?" Insistette, concentrando di nuovo la nostra attenzione sull'abito che tenevo tra le braccia. "La festa inizierà senza di te!".
La guardai, perplessa.

"Che festa?" chiesi.
Lei sgranó gli occhi, come se avessi fatto la domanda piú stupida del mondo.
Spalancó la bocca e le braccia, incredula.

"Come Che festa?? Quella per il tuo compleanno!".
Sylver mi afferró per le spalle e mi giró su me stessa, spingendomi verso il bagno.
"Avanti, muoviti. Rowena non aspetterà ancora per molto.".
Ero sempre piú confusa.
Una festa?! Per me?! E Rowena lo sapeva?!
Non aspettai altre parole da Sylver e mi infilai in bagno.
"Muoviti!" mi urló lei, dalla mia camera.
Avrei fatto bene a sbrigarmi.

Sangue regaleWhere stories live. Discover now