Capitolo 26

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Non ebbi nemmeno il tempo per rispondere: Rowena strinse di nuovo la mano attorno al mio braccio e mi trascinó in fondo al corridoio, diretta alle scale che davano sul corridoio della grande sala da pranzo. Con mia sorpresa, anche la guardia, Nick, scese con noi. A quanto pareva, Rowena aveva dato un altro allarme. Forse, avrebbe voluto sbarazzarsi del vampiro che nutriva Dimitri, Sylver. Aveva detto che sapeva chi era stato a rimettere in forze Dimitri e me l'aveva fatto capire. E Rowena non si sarebbe fatta scrupoli ad uccidere qualcuno, questo l'avevo imparato.
A meno che non sia qualcun'altro a costringerla a non uccidere. Come sua sorella, Reina. Come me.
Ero la regina dei licantropi, ormai. L'avevo ammesso anche con Dimitri. In me, scorreva il sangue legittimo dell'erede al trono di Rowena. Lei avrebbe potuto facilmente porre fine alla guerra fin dall'inizio. Ma, allora, perchè non uccidere subito Dimitri? Perchè non raccontarmi tutto subito? Avrebbe evitato la morte di Mike. O, forse, no.
Ma non avrei sopportato altri segreti, non adesso che sembravano tutti disposti a spiegarmi come stavano le cose.
Mi fermai, facendo quasi sbattere la guardia dietro di me contro la mia schiena. La guardia aveva puntato i piedi e ci mancasse poco che cominciasse ad insultarmi per la fermata improvvisa.
Rowena e il Capitano non si accorsero subito del mio arresto, lo fecero solo quando chiamai Rowena.

"Rowena.".
Rowena non si fermó subito, si limitó a voltare la testa verso di me, ma, quando notó i miei piedi fermi, fermó anche i suoi. I suoi occhi si assottigliarono, sospettosi.

"Lilith, non c'è tempo per le proteste. È una questione della massima urgenza." mi esortó lei, ma invano.
Non le avrei permesso di nascondermi altro.

"Perchè hai aspettato tanto a raccontarmi tutto questo, chi eri, perchè mi trovavo qui?".
E perchè hai tenuto Dimitri in vita?, aggiunsi, nella mia mente, ma non lo dissi ad alta voce, percependo la presenza della guardia, dietro di me. Orecchie estranee, non adatte a questo tipo di segreti. Non abbastanza fedeli alla rossa, per poterne venire a conoscenza. Perció, mi limitai solo a quella domanda.
Rowena mi osservó, sbattendo le palpebre per qualche secondo, pensando a cosa dirmi. Non si aspettava una domanda come quella, non in quel momento.
Notai un piccolo gesto del Capitano, un lieve accenno di conforto, una mano che sfiora la schiena della rossa, mentre il suo sguardo si abbassava su di lei. Sembrava volerle dire qualcosa, ma non disse niente.
Lei si ricompose ed assunse un'aria regale, tenendo gli occhi fissi su di me, le mani allacciate, davanti a sè.

"Lilith, non sono una tiranna. Sono una regina, posso essere considerata crudele, ma non sono una tiranna. Ti ho trascinata qua, è vero, ma non ti ho ancora privato della tua libertà.".
Per poco non le risi in faccia. Libertà?! Ero sua prigioniera!
"Hai ancora il diritto di scegliere da che parte stare. Dalla parte dei vampiri. O dalla nostra parte." Spiegó Rowena. "Se costringessi una ragazza a diventare l'erede al trono del mio regno, questa lo distruggerebbe. È questo quello che succede quando si fa qualcosa forzatamente: si distrugge ció che si vorrebbe costruire. E io non posso permettermi di perdere un regno che ho creato io stessa, solo perchè tu non eri d'accordo sul tuo titolo di principessa del mio regno. Io sto cercando di portarti dalla mia parte, ma non posso negarti la possibilità di poter scegliere qualcos'altro, qualcuno che non sia io. Lo faccio per il mio regno.".
E per mia sorella., conclusi la frase per lei, nella mia mente.
Rowena non avrebbe mai potuto vietare a sua sorella la possibilità di scegliere, nonostante le scelte della sorella fossero sbagliate.
"E io...avevo paura che scegliessi i nostri nemici." mormoró.
I vampiri.
"Se ti avessi raccontato fin da subito la verità, avrei rischiato di perdere la tua fiducia, la vera possibilità di far continuare a vivere questo regno. So che ti sembra io non stia facendo nulla di giusta e, soprattutto, lo stia facendo nel modo sbagliato, ma, se ti decidessi a guardare con i miei occhi questo regno, forse, capiresti che non sarebbe tanto male rimanere al mio fianco." continuó.
Notai un piccolo cenno della mano, come se dirmi quelle cose, rivelarmi il motivo di tanti segreti, le fosse costata molta fatica.
Osservai Rowena, attonita. Rowena aveva avuto paura?!
Decisi di non insistere sulla questione, tuttavia: aveva già risposto alla mia domanda.
Annuii e lei, tenendomi gli occhi addosso, si voltó di nuovo verso le scale che portavano alla sala da pranzo, scendendole. Io, il Capitano e la guardia la seguivamo, diretti al Consiglio. Un Consiglio a cui avrei partecipato come principessa ufficiale. Ma con la possibilità che quella potesse essere l'ultima mia presenza ad un Consiglio. Potevo ancora scegliere da che parte stare. Rowena me l'aveva ricordato.

La sala era piena di persone, le stesse che mi avevano parlato, in corridoio, insieme ai loro bambini. Erano seduti ai tavoli, stavano mangiando.
Aggrottai la fronte, confusa. Di solito, i Consigli erano riservati a Rowena, alle guardie e a me. La presenza di tutti gli altri sudditi della rossa non sarebbe dovuta esserci.
Presto, peró, capii perchè tutti i sudditi erano nella sala: era già ora di pranzo. Ma io non avevo per niente fame.
E il Consiglio?

"Fate uscire tutti." ordinó Rowena, mormorando ad una delle guardie che sorvegliavano la stanza, mentre le altre stavano in piedi, addossate alle pareti.
Questa annuí, con un leggero movimento del capo e diede un leggero sguardo alle altre guardie, nella stanza, che capirono e si staccarono dal muro. La prima guardia si avvicinó alla folla, ancora tranquilla.

"Signori! Tutti i presenti devono lasciare la sala! Ordini della regina!" gridó, per sovrastare il brusio dei sudditi.
Come se non fosse successo niente, i sudditi si scambiarono occhiate tranquille e continuarono a chiacchierare, avvicinandosi alla porta d'uscita.
Man mano che le persone uscivano, Rowena si allontanava da me, raggiungendo le altre guardie, che si erano radunate attorno al tavolo. Da lí, mi fece cenno di raggiungerla con la mia guardia, Nick.

Sangue regaleWhere stories live. Discover now