Capitolo 67

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Rowena mi aiutó a salire sul sergente Olly. Era semplice stare su di lui: era come stare a cavalcioni su una trave, tanto era teso, ma sicuro. Il pelo scuro di Olly mi solleticava le dita, mentre mi tenevo stretta a lui, abbracciandogli il collo.
Mi ero preoccupata di posizionare la gonna del vestito sotto di me, in modo che non si alzasse, mentre Olly mi conduceva verso un'altra zona, forse piú sicura.
Rowena non fece nemmeno in tempo a raggiungermi.

"Vai." mormorai, all'orecchio di Olly, sopra al frastuono della battaglia.
Il sergente Olly non aspettó altro: piegó le zampe anteriori e spiccó un salto in avanti, in mezzo alla folla, che si batteva e si annientava, davanti a noi.
La folla si aprí in due, non appena Olly staccó le zampe da terra. Avevamo via libera.

"Lilith!" riuscii a sentire, poco prima che la folla si richiudesse, dietro di noi.
Rowena, ormai, era fuori portata, insieme al Capitano e Sylver.
Sarei voluta tornare indietro, ma questo avrebbe significato tornare nel pericolo, tornare sui propri passi. E quello che volevo dimostrare non era esattamente questo.
L'aria e l'atmosfera tesa e cruenta inciampavano sul pelo folto del sergente Olly e sulla mia pelle, leggermente coperta di schizzi rossi, sangue.
Cercavo di non osservare la scena attorno a me, ma non avrei potuto fare a meno di farlo: avrei dovuto dimostrare che valevo, che non ero un semplice premio di guerra. E nascondersi non mi portava a questo obiettivo.
A terra, Olly schivava velocemente, attentamente, tutti i corpi inermi, di morti, da entrambe le parti: vampiri con un buco nel petto, grande come il loro cuore; lupi con gli occhi spalancati; uomini e donne nudi, con buchi che sanguinavano, frutto di proiettili; tenevano tutti ancora in mano le armi. Non erano morti da molto.
Questo significava che la guerra era ancora vicina. Il pericolo era in agguato.
Notai una figura veloce sfrecciarci accanto, poco prima che Olly si fermasse e mi facesse quasi cadere a terra. Facendo perno sulle zampe anteriori, si piegó in avanti e mi ritrovai a toccare con le mani il pavimento di pietra, cosparso di polvere. Strizzai gli occhi per la paura.
Olly, peró, si fermó. Non era caduto, non aveva permesso che mi facessi male.
Aprii lentamente gli occhi, con il cuore a mille, la pistola ben stretta tra le mani ed il paletto infilato nella manica del vestito. Anche Olly respirava pesantemente. Aveva il respiro affannato, ma misurato, come se stesse considerando varie possibilità. Spostó la testa a destra e a sinistra.
Alzai anch'io la mia testa, non capendo cosa avesse causato la fermata improvvisa di Olly.
Davanti a noi, uomini combattevano, la scena era identica alle altre che avevamo visto fino a quel momento. Ma, allora, cosa aveva fatto bloccare il sergente Olly?
Lentamente, mi sollevai, abbandonando il collo di Olly, tenendo ben strette le armi a mia disposizione.
Nonostante avessi perso un paletto nella corsa, avevo tutto ció che mi sarebbe potuto servire.
Scrutai attentamente lo scenario di battaglia davanti a noi. Un vampiro era appena stato ucciso. Il licantropo si stagliava su di lui, vincitore. Aveva un folto pelo color corteccia. I suoi occhi erano due diamanti.
La sua testa scattó alla sua sinistra, su di noi. Incrociammo lo sguardo per un secondo. E ringhió, un verso gutturale che nasceva dalla sua gola.
Aggrottai la fronte: ero insieme ad un licantropo. Avrei dovuto essere protetta da lui.
Invece, il licantropo color corteccia sembrava proprio voler attaccare noi: si voltó lentamente e, con piccoli passi, si avvicinó, ergendosi in tutta la sua statura. Sollevó la testa e mostró le fauci. Ma il messaggio non era diretto a me: era diretto a Olly.
Lo sguardo del licantropo di fronte a noi era puntato su quello di Olly, i suoi occhi fulminanti e determinati.
Avvertii un piccolo momento di titubanza. Ma scomparve quasi subito.
Il corpo di Olly cominció a tremare e dalla sua bocca uscí un altro suono gutturale, un suono che lo scuoteva dal profondo del petto. I due licantropi si osservarono, poi il licantropo di fronte a noi cominció a camminare lentamente, verso la mia destra, ma sembrava piú stesse seguendo una linea curva.
Allo stesso modo, Olly si spostó verso la mia sinistra.
I due licantropi si osservarono, ringhiando, cercavano un modo per fare qualcosa.
Non capivo cosa stessero facendo: non facevano parte dello stesso regno? Non erano alleati?
I due licantropi camminarono, seguendo la circonferenza di un cerchio immaginario sul pavimento. Nessuno dei due osava attaccare. Ma nessuno dei due osava tirarsi indietro.
Strinsi la pistola tra le mani, che cominciavano a tremare.
Tenevo d'occhio il licantropo di fronte a noi, che si fermó all'improvviso, quando Olly raggiunse la posizione opposta a dove si trovava inizialmente, prima di iniziare quel giro in tondo con l'altro licantropo, proprio nella posizione in cui il licantropo aveva ucciso il vampiro. Il suo corpo giaceva ancora a terra.
Anche Olly si fermó, ma continuó a ringhiare.
L'altro licantropo, invece, smise di ringhiare, si limitó ad osservare Olly.
Non mi lanció alcuna occhiata e di questo ne fui grata.
Olly, lentamente, cominció ad allontanarsi dal licantropo, tenendolo inizialmente d'occhio, ma spostando appena la testa, per controllare di avere la strada libera dall'altra parte, nella direzione in cui voleva condurmi.
Guardai io per lui. Spostai lo sguardo alla mia destra.
Spalancai gli occhi e la bocca, pronta a gridare, ma Olly mi precedette e si voltó di scatto, di nuovo verso il licantropo color corteccia.
Alla mia sinistra, avevo visto un uomo, con i capelli spettinati, scuri, il viso ben scolpito, un vestito elegante ed un mantello a coprirlo. Sulla sua testa era posata una semplice corona, niente a che vedere con la corona che avevo visto essere stata posata inizialmente sulla sua testa. I suoi occhi erano turbinosi. E stavano guardando me. Ad una distanza ravvicinata, di appena un metro da me.
Mi strinsi ad Olly, legando le braccia attorno al suo collo, mentre il sergente stesso prendeva la rincorsa per superare il licantropo color corteccia, che se ne stava fermo, a ringhiare contro Olly.
Il licantropo aveva assunto di nuovo una posizione d'allerta, pronto all'attacco, con le gambe piegate, pronte a scattare in avanti.
Olly correva, imperterrito, quasi come se non ci fosse stato il licantropo, ad intralciarlo, che stava ringhiando proprio contro di lui.
Olly si piegó sulle gambe. Si staccó da terra, con un balzo. Superammo il licantropo.
Eravamo quasi riusciti a tornare a terra, quando fui sbalzata all'indietro, insieme ad Olly, e persi la presa sul suo collo.
Finii a terra, sbattendo la testa e la schiena contro qualcosa di viscido.
Spalancai gli occhi per l'odore nauseante che proveniva da sotto di me: ero caduta su un cadavere!
Con la testa che mi girava, mi rialzai e mi staccai dal corpo inerme del vampiro, con gli occhi spalancati ed un buco sanguinante sul petto. Il suo corpo era piegato in una posizione strana, innaturale.
Dietro di me, qualcuno gemette.
Mi voltai di scatto e mi ritrovai di fronte ad un duello tra licantropi: Olly ed il licantropo color corteccia si stavano sfidando.
Olly era sotto al licantropo, tentava di rovesciare la situazione, rotolando sul pavimento, insieme all'altro licantropo, mentre entrambi si azzannavano a vicenda. La loro lotta era senza tregua, un susseguirsi di colpi, morsi, graffi e fauci spalancate.
Ma quello che mi colpiva era: due alleati si stavano combattendo. Com'era possibile? Cosa stava succedendo? Qualcuno aveva deciso di schierarsi con i vampiri? O quel licantropo aveva perso tutto, perció desiderava solo lottare per vivere, non rimanendogli piú nulla?
Tuttavia, non era possibile definire chi avrebbe vinto e chi perso: sembravano entrambi prevalere e non sull'altro.
Avevo ancora la pistola in mano. L'argento era freddo, a contatto con la mia pelle. Avrei potuto porre fine a quel duello e permettere a Olly di portarmi in salvo o di aiutarlo nella battaglia.
Qualcuno mi spinse a terra con violenza, tanto che persi l'equilibrio, inciampai su un cadavere, e finii stesa su un altro cadavere, appena prima di vedere una pallottola d'argento sfrecciare sopra il mio viso.
Spalancai e strizzai gli occhi per la paura. Quando l'aria, mossa dalla pallottola, svaní, riaprii gli occhi lentamente.
Sopra di me, c'era qualcosa che mi bloccava il respiro, mi schiacciava il petto. Il cuore mi andava a mille, i polmoni avevano poco ossigeno.
Boccheggiai, in cerca d'aria da respirare.
Una mano si spostó sotto alla mia schiena e il peso sopra di me svaní. Riuscii finalmente a recuperare un po' di ossigeno.
La testa mi giró un attimo.
Quando riuscii ad avere di nuovo la vista lucida, notai una figura, davanti a me, che mi stava osservando.
Strizzai gli occhi, per capire chi fosse.
Aveva una corona sulla testa. Ed un mantello, che gli copriva la schiena. I suoi occhi turbinosi mi stavano guardando.
La sua mano era appoggiata sulla mia schiena. Mi stava sollevando dal cadavere sotto di me.

Sangue regaleWhere stories live. Discover now