Capitolo 70

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Non riuscii nemmeno a fare un passo fuori dalla porta, che un corpo voló, a pochi centimetri dal mio petto, e finí per sbattere contro la parete alla mia destra. Il rumore di ossa rotte era disgustoso, mi faceva venire la nausea e rabbrividire. Anche l'odore non era dei migliori.
La folla, peró, si era dispersa: molti piú corpi erano riversi a terra, inermi, e molti meno erano ancora in grado di combattere.
Sulle pareti, qualche vampiro si teneva il petto sanguinante, gli occhi chiusi per il dolore e la sofferenza, mentre respirava affannosamente.
Dei licantropi, invece, non c'era traccia: non un licantropo era ferito. Gli unici presenti nel corridoio combattevano ferocemente contro il nemico.
La guerra sembrava a favore dei licantropi, nonostante l'attacco a sorpresa.
Strinsi la pistola nella mia mano. Non l'avrei permesso, non avrei permesso la vittoria dei licantropi.
Osservai il viso teso di Dimitri, dietro di me. Stava osservando il corridoio, controllando che non ci fossero pericoli in agguato.
Avanzai di un passo, per permettergli di uscire dalla stanza e di vedere con attenzione com'era la situazione.
Un licantropo, alla mia destra, azzannó un vampiro e, dopo alcuni strattoni, gli staccó la testa. Questa voló via dal corpo, con uno strappo disgustoso, lasciando il corpo cadere a terra.
Dalla bocca del licantropo, la testa del vampiro cadde ai miei piedi. Rotoló appena e si fermó, poco prima di toccarmi. Era rivolta verso l'alto. Gli occhi erano spalancati. La bocca aperta e sofferente.
Mi coprii la bocca per evitare di vomitare in quell'istante. Lo shock, la paura e la rabbia mi pervadevano lo stomaco, mandandolo in subbuglio.
Il calore si irradió di nuovo dalla mia pancia, ricordandomi di chi stavo portando anche dentro di me: non solo avrei dovuto salvare me stessa, ma anche mio figlio.
Sentii di nuovo i muscoli irrigidirsi, sulla schiena, il respiro affannoso.

"Non avere paura." mormoró Dimitri, scivolando velocemente dietro di me.
Mi afferró per le braccia e le alzó davanti al mio petto, all'altezza del collo.
In entrambe le mani, avevo un'arma. Ma solo una avrebbe potuto funzionare per il mio scopo.
Agii senza riflettere. Ed aprii la mano che teneva saldo il paletto.
Questo, lentamente, cadde. Vidi tutto a rallentatore: il legno toccó la pietra, rimbalzó una volta, due volte. Il rumore era secco, ma c'era. E attiró l'attenzione del licantropo, che si giró di scatto verso di me, fulminandomi con lo sguardo.
Aveva le fauci bene in vista, la saliva gli usciva dalla bocca, il muso era contratto in un'espressione feroce.
Non aspettó altro. Mosse una zampa dietro l'altra, avvicinandosi sempre piú velocemente a noi.
Dimitri teneva ancora le mie braccia alzate. La pistola tremava, nella mia mano.

"Dimitri...?" lo esortai a lasciarmi andare e scappare.
Ma lui continuó a stare in quella posizione, mentre il lupo si avvicinava a me.

"Afferra la pistola con entrambe le mani." mi esortó lui.
Avevo il cuore a mille. Quasi non lo sentii.
"Afferrala." disse, di nuovo.
Obbedii. Non sapevo cosa avrei dovuto fare. Ma Dimitri avrebbe saputo sicuramente come e cosa fare. Doveva saperlo.
"Ok. Ora, alzala al livello del tuo viso. Piú o meno a metà.".
Con le mani tremanti, vedendo il nemico correre verso di me, feci come aveva detto.
Sbrigati.
"Ora, metti due dita sul grilletto. Con il pollice, carica la pistola. Hai già visto qualche film a riguardo, no?".
Ricordavo come, nei film western, i cowboy abbassavano una parte di pistola, facendo fare alla pistola il rumore di una cintura che si aggancia.
Posai il pollice su quella parte. E spinsi verso il basso.
Era piú duro di quanto pensassi.
Il click rimbombó, nel corridoio.
Il licantropo cominció a ringhiare. Era, ormai, a tre metri da me.
"Bene. Ora, metti le dita sul grilletto. E spara." mi ordinó Dimitri.
Posai l'indice ed il medio della mano destra sul grilletto, mentre l'altra mano teneva ferma l'arma, che avrebbe, altrimenti, tremato, tra le mie mani.
Chiusi un occhio, per prendere la mira. Ma non sapevo come si facesse.
Provai ad imitare le spie di alcuni film, appoggiando il viso alla pistola.
"Ora!" gridó Dimitri, facendomi perdere la mira e facendomi premere il grilletto, non sapendo neanche dove stessi sparando.
Il proiettile partí, facendomi fare un piccolo salto all'indietro, facendomi sbattere contro Dimitri, che rimase fermo, ad osservare la scena.
Il proiettile attraversó il corridoio. Il licantropo si fermó. Ed uggioló, scuotendo la testa. Dal suo orecchio, coló un rivolo di sangue: avevo mancato il bersaglio.
Ma il licantropo si riprese subito e ricominció a correre. Ormai, era a pochissimi passi da noi.
Piegó le gambe per fare un balzo.
Dimitri mi spinse velocemente di lato, mi prese la pistola dalle mani e la puntó sul licantropo.
Il rumore dello sparo rimbombó. Il licantropo non fece alcun rumore, se non quando cadde a terra, con un proiettile nel petto.
"Niente male come primo tiro." si complimentó con me Dimitri, aiutandomi a rimettermi in piedi.
Mi pulii il vestito dalla polvere.
Bel tiro.

"Se non fosse stato per te, saremmo morti entrambi." gli feci notare.
Lui spostó il licantropo con un piede, per essere sicuro che fosse morto. Il licantropo non si mosse, se non sotto l'azione del piede di Dimitri: era morto.

"Ho detto che è stato un bel primo tiro. I prossimi potrebbero davvero costarci la vita." concordó lui.
Poi, si voltó verso di me.
"Dobbiamo trovare Rowena. Sai dove potrebbe essere?" chiese.
Riflettei, ma scossi la testa: non ne avevo la minima idea.
Dimitri annuii.

"Dovremo andare a cercarla. Sarà necessario entrare davvero in guerra, adesso. Tieniti pronta.".
Un angolo della sua bocca si piegó verso l'alto. Una scintilla maliziosa gli attraversó lo sguardo.
"Guardati le spalle.".

Sangue regaleWo Geschichten leben. Entdecke jetzt