Capitolo 68

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I nostri visi erano vicini. Cosí vicini che riuscivo a sentire il suo respiro sul mio collo sudato e coperto di sangue.
Avevo le lacrime agli occhi. Tutto quello che stava succedendo attorno era completamente...irreale.
Me ne resi conto solo in quel momento: stavo combattendo. Da sola. Contro un nemico sconosciuto, ancora da definire.
Un attimo prima, ero alleata dei licantropi, un attimo dopo dei vampiri.
Dimitri mi attiró a sè, tirandomi per le braccia e schiacciandomi contro il suo petto, proprio mentre, dietro di me, avvenne un'esplosione, a qualche metro di distanza.
Le sue mani mi coprirono la testa, le orecchie. Ma le urla mi arrivarono comunque.
Strinsi gli occhi automaticamente, mentre rimbombava e tremava il corridoio affollato.
Il cuore di Dimitri batteva, riuscivo a sentirlo oltre il completo ed il mantello, che gli coprivano il petto, che si alzava ed abbassava ritmicamente.
Un'altra esplosione.
Dimitri si strinse a me, come se avesse voluto diventare uno scudo, per potermi proteggere da tutto il resto.
Il suo corpo tentava di rimanere inerme, di fronte a nuovi colpi di pistola e nuove esplosioni, ma avvertii i piccoli sussulti che lo scuotevano, mentre il battito del suo cuore accelerava.
Io mi strinsi a lui. Non sapevo cosa avrei dovuto fare.
La forza della guerra mi travolse in un attimo.
Mi rinchiusi in me stessa e in Dimitri.
Fate finire tutto questo.
Non era una supplica, solo una richiesta, una richiesta esasperata.

"Lilith, riesci ad alzarti?" mormoró lui, al mio orecchio.
Il suo fiato era caldo, le sue labbra sfioravano le mie orecchie.
Rabbrividii per l'emozione.
Annuii, titubante. Non sarei riuscita nemmeno a respirare, in un momento del genere, se non ci fosse stato lui.
"Forza, allora. Dobbiamo andare in un posto sicuro." mi esortó.
Piegó le gambe, in modo da potersi alzare in piedi, rimanendo, peró, piegato su di me. Distese le gambe e mi sollevó. Ero tra le sue braccia.
Attorno a me, Olly tentó di attaccare Dimitri, ma il licantropo color corteccia intervenne, allontanandolo da noi. Un altro schizzo di sangue partí dal corpo del sergente Olly, colpendomi il braccio esterno.
Spostai subito lo sguardo dalla scena, per non vedere il licantropo morire davanti ai miei occhi e mi concentrai sul viso di Dimitri.
Era teso, attento. I suoi occhi turbinosi scattavano, da una parte all'altra del corridoio.
Stava calcolando tutte le possibili vie di fuga.
"Nick, facci strada!" gridó Dimitri, sopra alle grida spaventate di coloro che tentavano di fuggire da lí.
Il licantropo color corteccia, allora, balzó in avanti, tra la folla, aprendola a metà e permettendo a Dimitri di passare.
Chiusi, strizzai, gli occhi, per non vedere l'orrore attorno a me.
In un attimo, venni posata a terra. Il pavimento freddo era a contatto con la mia pelle sofferente.
Dimitri mi adagió lentamente e delicatamente a terra.
Aprii gli occhi, intimorita da quell'improvviso arresto: le urla si erano bloccate. Attorno a me, non c'era polvere. Ero morta?
Lentamente, con il cuore a mille, sollevai una palpebra.
Tutto, attorno a me, era bianco. Il soffitto a pannelli, le pareti.
Voltai leggermente la testa ed una fitta di dolore si propagó per il collo. Mi bloccai per il dolore lancinante. Mi fischiarono le orecchie. Mi sembrava che il collo mi si stesse strappando.
Non ebbi nemmeno la voce per gridare.
Spalancai e richiusi la bocca, boccheggiando. Ma fui subito curata da quel dolore: Dimitri mi prese tra le sue braccia ed avvicinó il viso al mio collo. Il suo respiro mi accentuava il dolore.
Ma qualcosa di umido e viscido si posó su di me, sul punto da cui si irradiava la fitta. E fu come essere rinata. Il dolore scomparve. I nervi si rilassarono.
Mi abbandonai, al tocco gentile di Dimitri.
La sua lingua si staccó dal mio collo. La sua saliva mi aveva curata.
Provai a muovere leggermente il collo, per guardarlo: il suo sguardo era preoccupato. Ma deciso. Autoritario. Sapeva ció che voleva. Ma sembrava essere afflitto da qualcosa.
Le sue dita mi solleticarono il collo, provocandomi un sorriso.
Fu come tornare a respirare.
La mascella di Dimitri si serró, le sopracciglia si incurvarono verso il basso.
"Scusa." mormoró.
Nascose il viso contro la mia spalla, mentre pronunciava la parola.
Scusa. Scusa.
Dimitri mi aveva appena chiesto scusa?
I suoi capelli mi sfiorarono la pelle umida di sudore.
Provai a parlare, ma con voce roca. Mi schiarii la voce.

"Per cosa?" non ottenni la voce sperata, ma fu sempre meglio di niente.
Cercai di individuare il viso di Dimitri, ma era nascosto. Non si voleva alzare da me.
"Dimitri...." lo chiamai, tentando di attirare la sua attenzione.
Ma lui non volle ascoltarmi. Rimase con il viso nascosto. Lo sollevó leggermente. E basta.
Il suo naso non era piú a contatto con la mia pelle.

"Lilith, scusa.".
Dimitri aveva la voce rotta...dal pianto?
Il cuore mancó un battito. Avevo sentito bene?
Tentai di vederlo in viso, ma non ci riuscii. Era piú forte di me, teneva il viso nascosto.
"Scusa, Lilith. Volevo portarti in salvo. Ma ti ho quasi uccisa." mormoró, con la voce roca.
Aggrottai le sopracciglia.

"Dimitri, cosa stai dicendo?" chiesi, confusa.
Dimitri rimase in silenzio un attimo, prima di rispondere.

"Ho provato a portarti via dalla battaglia. Ero quasi riuscito a portarti in salvo. Ma è intervenuta la guardia...il Capitano....
Lilith, Nick è morto.".
Non realizzai subito quello che mi aveva detto. Fu come realizzare che tutto quello che era successo da un mese a quella parte era stata, in realtà, una farsa. Una terribile farsa.
Ma quella non era una farsa. Quella era la realtà.
"Il Capitano ha ucciso Nick. Avrebbe voluto uccidere me, ma Nick si è sacrificato, si è gettato alle mie spalle senza pensarci due volte. E, mentre mi giravo per vedere e controllare che Nick stesse bene, il Capitano ha sparato di nuovo.
E, se non ti avessi spostata in tempo, il proiettile sarebbe finito dritto nella tua gola." spiegó Dimitri.
Aveva ancora il viso nascosto.
Quasi, tremava, nel raccontare quell'errore.
Smisi di cercare il suo viso e guardai il soffitto.
Dimitri, finalmente, mi aveva raccontato la verità.
Gli posai una mano sulla testa, profondamente grata per la sua sincerità.
Non seppi perchè, ma ebbi l'impressione che, da quel momento, Dimitri sarebbe stato sincero con me.
E, al contrario del Capitano, ero convinta che Dimitri lo sarebbe stato davvero.

Sangue regaleWhere stories live. Discover now