Capitolo 79

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Canzoni per il capitolo:
Human - Christina Perri
Simphony - Clean Bandit ft. Zara Larsson

Strinsi il corpo inerme di James al mio petto, scoppiando in singhiozzi. Non era possibile. Non poteva essere finita.
Non è finita.
Ma per James sí.
Avrei voluto averlo come padre per mio figlio. Come consigliere. Come guardia. Come colui che avrebbe reclutato lo sposo o la sposa a mio figlio o figlia. Avrei voluto averlo nel regno. Avrei voluto averlo al mio fianco.
Mi aveva accompagnata per tutto questo tempo. Era stato lui a farmi scoprire quel lato del regno in cui vivevo di cui ignoravo completamente l'esistenza. Mi aveva baciata. Mi aveva amata. Mi aveva accolta nella sua vita. Non importava quale fosse stato il motivo. L'aveva fatto.
Mi aveva fatto conoscere Dimitri. Se non fosse stato per lui, se non avesse messo il mio nome nell'urna di vetro, alla Cerimonia del Cambiamento, non avrei mai conosciuto Sylver. Non avrei mai scoperto tutto sulla mia famiglia.
Le lacrime cadevano, pesanti e bagnate.
Mi aveva protetta da un licantropo. Aveva sbattuto la sua schiena contro un albero ad una velocità pazzesca per proteggermi. Mi aveva portata a casa.
Mi ha dato un figlio.
Un grido stridulo mi uscí dalla gola.
Mio figlio, il mio primo figlio, sarebbe stato senza padre. Non l'avrebbe nemmeno mai conosciuto.
Davanti a me, anche Sylver era scossa dai singhiozzi, incapace di capacitarsi della morte di James.
E Sylver. Era stata abbandonata dal suo vampiro.
James aveva abbandonato entrambe.
Se chiudevo gli occhi, potevo ancora sentire la sua voce, vedere i suoi occhi che mi guardavano, sentire il sapore delle sue labbra. Cose che non avrei piú sentito.
Nella stanza, la guerra stava giungendo al termine, ormai erano pochi i combattenti rimasti in vita.
Sussultai, colta da un altro singhiozzo.
Qualcuno smise di piangere dietro di me, un verso che era rimasto in sottofondo per tutto quel tempo e che solo ora si era distinto, nel suo affievolirsi.
Sylver alzó la testa, gli occhi gonfi di pianto ed il viso distorto da una smorfia di dolore. Spostó lo sguardo sulla stanza, ai piedi di James.
Io non riuscivo nemmeno a staccare le mie braccia da James. Non riuscivo a staccare gli occhi da Sylver. Era la sola che avrebbe potuto distrarmi da quell'avvenimento.
Sylver si bloccó. Rimase con il fiato a mezz'aria. Scrutó la stanza per un attimo. Poi, lentamente, aggrottó la fronte.
Prima, per osservare meglio, poi per fulminare con lo sguardo qualcosa. Il suo sguardo era distrutto, ma emanava scintille. La sua rabbia era una rabbia di dolore, dovuta alla vista di qualcosa o qualcuno legato, probabilmente, alla morte di James.
Il Capitano.
Cercai di scacciare le lacrime dagli occhi, per poter vedere attentamente ció che stava guardando anche Sylver.
Guardai la zona ai piedi di James.
Un uomo aveva in braccio una bambina che singhiozzava e piangeva, con il viso nascosto sulla sua spalla. Era girato di schiena. Si stava allontanando. Non stava correndo, non stava scappando. Si stava solo allontanando. Come se quello che aveva appena fatto fosse stato qualcosa di totalmente normale.
Avrei voluto fermarlo, prendere Cassandra dalle sue braccia e portare il Capitano come prigioniero a Dimitri. Ma non avevo nemmeno la forza di alzarmi. Non riuscivo a staccarmi da James.
Ma Sylver sí.
Sylver, lentamente, si alzó. Anche per lei era un dolore enorme, ma si alzó. Alzó la testa lentamente.
Qualcosa scintilló, nella sua mano. Era una pistola d'argento.
Alzó il braccio.
Vidi tutto a rallentatore.
I suoi occhi erano pieni di rabbia, si scagliavano contro il Capitano, voltato di schiena. Cassandra teneva il viso nascosto.
Sylver avrebbe potuto ucciderlo facilmente. Niente avrebbe potuto fermarla. Niente al di fuori di un attacco alle spalle. Niente al di fuori di qualcuno che aveva osservato tutta la scena.
Sylver caricó la pistola. Impugnó con entrambe le mani l'arma. Pose il dito sul grilletto.

"Derek!" gridó Rowena, dal suo balconcino.
Il Capitano si voltó di scatto, allarmato, mettendo una mano sulla testa della bambina, per proteggerla.
Sylver premette il grilletto. Ma non fu abbastanza.
E, se il Capitano non si fosse voltato, se Rowena non avesse gridato, forse Cassandra si sarebbe salvata. E il Capitano sarebbe morto al posto suo.
Ma non sempre le cose vanno come vogliamo che vadano.
Nemmeno la morte di James si sarebbe potuta evitare. Perchè James si era gettato sul Capitano. E, anche se non lo avesse fatto, nessuno avrebbe potuto affermare che si sarebbe salvato.
E, anche se Rowena non avesse gridato ed il Capitano non si fosse girato, forse Cassandra sarebbe morta comunque. O si sarebbe salvata.
Il proiettile viaggió ad una velocità folle, per poterlo fermare: colpí la bambina. Tra i due, colpí Cassandra. Il Capitano si salvó. Ma sua figlia no.
Mi sentii girare la testa. La vista mi si offuscó. Pensavo di aver perso aderenza al terreno. Pensavo di stare sprofondando nel pavimento.
Non avevo nemmeno la voce per gridare. Le lacrime avevano ingoiato tutta la mia disperazione, tutto il mio furore, tutta la mia paura.
Sulla schiena di Cassandra, si formó un piccolo buco insanguinato, che si espanse velocemente. Il suo piccolo buco di morte. La sua fine.
Se l'avessi tenuta, se avessi impedito al Capitano di prenderla con sè!
Il senso di colpa cominció a divorarmi, come una piccola termite, fastidiosa e difficile da togliere.
Mi tremarono le mani, le labbra.
Ma non quanto vedere Sylver cadere a terra, la schiena anch'essa, come quella di Cassandra, insanguinata, un piccolo buco sulla sua pelle coperta dal vestito da serva.
Cadde in avanti, gli occhi spalancati. Non provó nemmeno a tenersi in piedi, non potè.
Cadde proprio davanti al Capitano. Tentó di rialzarsi, ma il Capitano aveva già l'arma in mano, pronta all'uso.
I suoi occhi erano minacciosi, fulminanti. Feroci. Furiosi.
Non li avevo mai visti in quelle condizioni, nemmeno quando il Capitano era stato ferito da un pugnale d'argento.
Il Capitano abbassó velocemente l'arma su Sylver, mentre lei alzava la testa verso di lui, impotente. Vide solo arrivare la morte per mano del Capitano.
Il paletto si conficcó nel suo corpo, attraverso la schiena. Sylver sussultó. Poi, la testa le ricadde a terra, inerme.
Non ci fu alcuna parola. Solo uno sparo ed un colpo con un paletto. Non mi aveva rivolto piú alcuna parola d'addio.
Il mio cuore non resse. Sentii il rumore di qualcosa rompersi, farsi in mille pezzi.
James. Cassandra. Sylver.
Avevo perso una bambina. Avevo perso la mia migliore amica.
Sentivo ancora il suo profumo dolce, il profumo dei suoi capelli.
I suoi capelli biondo ossigenati si macchiarono di rosso, in prossimità della ferita alla schiena e al petto. In mano, aveva ancora la pistola, con cui aveva ucciso accidentalmente Cassandra.
Con James morto tra le braccia, Cassandra nelle braccia del Capitano, furioso, e Sylver a terra, inerme, cominciai a tremare. Il calore al basso ventre scomparve. Anche il figlio che avevo in pancia sembró percepire quello che stavo provando.
Non riuscivo a fermare le lacrime. Non riuscivo a smettere di tremare. Non sapevo dove guardare, cosa fare.
Il Capitano se ne stava fermo, con Cassandra morta tra le braccia, ad osservare il corpo di Sylver a terra.
"Derek, reagisci!" gridó qualcuno dal balconcino.
Rowena.
Il Capitano alzó lentamente lo sguardo su di lei. E cosí feci anch'io.
Rowena aveva una pistola tra le mani, che teneva puntata sulla sala.
Il proiettile che aveva colpito Sylver era arrivato da dietro, dall'alto.
Era stata Rowena.
Rowena aveva colpito Sylver, perchè il Capitano potesse ucciderla definitivamente.
È strano come la disperazione possa trasformarsi in rabbia in un secondo. Un secondo prima, si sente il mondo crollare sopra di sè. Un secondo dopo, il fuoco brucia tutto. Il fuoco, la rabbia.
Il calore nacque nuovamente in me. Ma era un calore diverso, un calore che nasceva da me, non da mio figlio.
Rowena ha ucciso Sylver. Ha contribuito ad ucciderla. E ha contribuito ad uccidere Cassandra.
Se Rowena non avesse chiamato il Capitano, ora Cassandra potrebbe essere ancora viva.
Rowena ha cancellato tutto.
Rowena aveva cancellato i sorrisi che mi ero scambiata con Sylver, i nostri segreti, le nostre risate. La nostra amicizia. L'unica amica su cui potevo contare.
Aveva cancellato tutto.
Non potevo perdonarglielo. Non avrei potuto farlo, anche se avessi voluto.
Avrei....
Mille pensieri mi vennero in mente, uno peggiore dell'altro, accecata com'ero dalla rabbia.
Intanto, nella stanza, qualcun'altro stava avanzando verso di me, accecata come me dalla rabbia.
No, non stava avanzando verso di me: stava avanzando verso l'uomo davanti a me, verso il Capitano.
Aveva gli occhi ridotti a fessure, lo sguardo fulminante, una coda biondo ossigenata che sussultava ad ogni passo che faceva la ragazza.
Camminava lentamente, premeditando la sua vendetta.
Picchiettava le unghie sulle sue cosce.
Le sue unghie brillavano, non appena si muovevano.
Quelle non erano unghie semplici: erano unghie rivestite di metallo.
Osservai meglio. Non era metallo: era argento.
Stacey stava attraversando la sala, diretta alla postazione del Capitano, con le unghie ricoperte d'argento.
Anche solo graffiandolo, avrebbe potuto uccidere il Capitano.

Sangue regaleWhere stories live. Discover now