Capitolo 54

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Le persone mi guardavano. La musica si era abbassata, ora era solo un mormorio soffuso, che dava un tocco di allegria alla sala. Tutti gli occhi erano puntati su di me.
Erano presenti tutti i genitori, con i loro bambini. Era presente il preside Stantford.
Chissà cosa pensa?
Mi guardava, con un'espressione a metà tra il confuso e lo spaventato. Ma ero io. Non avrebbe dovuto aver paura.
Fallo. Parla.
Ma cosa avrei dovuto dire?

"Buongiorno a tutti!" cominciai, allargando le braccia.
Aggiunsi un piccolo sorriso al mio viso, per rendere credibile il mio discorso.
"Sono molto felice di vedervi tutti qua, oggi. Vi ringrazio per la vostra presenza e per la vostra allegria, per il vostro affetto e per la vostra gioia.
Come sapete, per me, è stato un periodo complicato, quello di questo ultimo mese, catapultata da un regno all'altro.
Ma, ora, è tempo di non pensare ai tempi duri, ma a quelli gioiosi.
Oggi, compio diciotto anni. E sono felice di passare questa giornata speciale con voi.".
Il pubblico scoppió in un fragoroso applauso ed urla di ammirazione. Anche i bambini sorridevano e saltellavano, in preda all'euforia e alla gioia.
A quanto pareva, avevo detto la cosa giusta.
Una mano mi toccó la spalla, perció mi girai di scatto, per vedere chi fosse.
Era Rowena, lo sguardo puntato sulla folla, ammirata. Sembrava non aver mai visto uno spettacolo del genere.

"Brava." mormoró al mio orecchio, perchè potessi sentirla solo io.
Avevo davvero detto la cosa giusta.
Lasciai che la folla davanti a me riprendesse a parlare, per sgattaiolare via da quel posto, davanti a tutti.
Non avevo mai amato il fatto di stare sotto i riflettori. Mi aveva sempre dato l'impressione di essere un altro tipo di ragazza, di non essere me stessa.
Poco prima che riuscissi a scendere dal palco, Rowena mi afferró per il gomito, trattenendomi in quel punto. A nulla serví provare a divincolarmi.
"Ottimo lavoro, Lilith." disse.
Spalancai gli occhi e smisi di divincolarmi. La guardai, incredula.
Si era appena complimentata con me?
Dopodichè, la presa di Rowena si allentó, fino a staccare completamente la mano da me.
Il suo viso sembrava sorridermi.
"Vai a goderti la festa." mi esortó.
Attonita, rimasi a guardarla, finchè non si voltó e camminó verso l'altro lato del palco. Verso un uomo con un completo nero ed i capelli pettinati all'indietro. I suoi occhi fulminanti non mi avevano ancora vista.
Rowena prese a braccetto il Capitano, il suo abito di seta di un rosa appena accennato frusciava contro il completo elegante del Capitano.
A braccetto, scesero le altre scale del palco, sparendo tra la folla.
Ed io rimasi lí, non sapendo cosa fare.
Avrei dovuto stare tra tutte quelle persone? Avrei dovuto parlare con loro?
Forse, sarebbe stato meglio fingermi malata e scappare in camera.

"Principessa!".
La donna con la spilla appuntata sul vestito nero era ai piedi delle scale, con suo figlio in braccio. Entrambi mi sorridevano, entusiasti.
Io sorrisi, vedendo dei volti familiari. Per lo meno, sapevo come avrei dovuto comportarmi con loro.
Scesi le scale e feci una piccola riverenza di fronte alla donna, sentendomi improvvisamente piú regale. La donna ricambió piegando una gamba dietro di sè ed abbassando il capo. Non avrebbe potuto fare di piú, avendo il bambino in braccio.

"Buongiorno." la salutai.
Sorrisi al bambino tra le sue braccia, ma lui nascose il viso sulla spalla della madre, imbarazzato.
Sia io che la donna soffocammo una risata.

"È un piacere poterla avere qui in questo giorno." disse la donna.
Io sorrisi, imbarazzata.
"Volevo chiederle se era disposta a stare con noi e a ballare con mio figlio. Non ora, perchè si è svegliato da poco, ma piú tardi.".
Osservai il piccolo bambino, ancora con la testa sulla spalla della madre. Sorrisi.

"Sarebbe un onore." scherzai.
Notai che il bambino mi lanció una veloce occhiata stupita, poi tornó con il viso sulla spalla della madre.
La donna mi indicó, aprendo le braccia, i tavoli allestiti, attorno ai quali molte persone stavano parlando e sorridendo.
La musica, pian piano, stava tornando alta.
Seguii la donna ai tavoli, ma, non appena le altre famiglie mi videro, mi attorniarono, con i loro abiti eleganti ed i loro elogi.
I bambini mi abbracciavano la gonna del vestito, impedendomi di camminare.
In tutta quella piacevole confusione, notai un piccolo particolare: ogni persona aveva una rosa spillata sul petto, simile a quella della donna con l'abito nero. I colori erano diversi, come la grandezza della rosa.
Probabilmente, era solo una coincidenza.
Mentre le persone si complimentavano con me, notai che Sylver si stava avvicinando, con un vassoio in mano.
Mi fece un veloce occhiolino, che mi fece sorridere.
Chiedendo scusa, mi feci spazio tra la folla, per raggiungere Sylver.
Quando la raggiunsi, lei si chinó in una piccola riverenza e cosí feci anch'io.

"Principessa, mi è stato comunicato che i suoi sudditi vorrebbero vedere un bel ballo di coppia tra lei ed il suo promesso sposo, il Capitano.
La prego di seguirmi, la accompagneró da lui." mi informó, ancora piegata nella sua riverenza.
Le maniere formali, sulla sua bocca, suonavano strane. Ma ancora piú strano era ció che mi aveva appena detto. Ma sapevo che non avrei potuto sottrarmi anche a quella tortura.

Sangue regaleWhere stories live. Discover now