36 ELE

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La sera prima del matrimonio mia sorella si precipita in camera mia piangendo disperata. Il resto della casa è nel completo silenzio. Siamo andati a dormire tutti molto presto, in attesa della giornata di domani che sarà carica di emozioni.

«Che succede?», domando allarmata. Nicole si butta sul letto singhiozzando. Le passo una mano tra i capelli, cercando di scostarglieli dal viso.

«Non posso farlo», dice con la testa immersa nel mio cuscino.

«Ma che diavolo dici? Non fare scherzi!», rispondo allarmata.

«Guardami», e nel dire questo solleva la testa. Un enorme, gigantesco, orrido aggiungerei anche, brufolo troneggia in mezzo alla sua fronte. Poco più sopra delle sopraciglia.

Cerco di trattenere le risate, ma come si fa? Scoppio fragorosamente a ridere, provocando una crisi di pianto epica. È davvero disperata.

«Ho il terzo occhio!», mugugna, tirando su col naso.

«È per vederti meglio..» dico io, ingrossando la voce a mo' di lupo cattivo nella favola di Cappuccetto Rosso.

«Senti, non sono in vena di scherzare», diventa aggressiva «Se mi devi prendere per il culo, vado via subito»

«Non ti sto prendendo per il culo. Cerco di sdrammatizzare», spiego con calma. «Il brufolo c'è e possiamo solo sperare che domani non ci sia più»

«E se ci fosse? Se rimanesse li a guardarci tutti dall'alto in basso?»

«Vorrà dire che daremo un extra all'estetista che dovrà darsi da fare per coprirlo»

«Dici che è possibile?»

«Beh lo spero», sorrido, «Perché sei proprio brutta». Scoppio a ridere di nuovo e Nicole di nuovo piange isterica.

«Non mi vorrà sposare. Quando mi vedrà penserà che sono un mostro e scapperà via»

«Ma fai sul serio?», dico. Se c'è una cosa di cui siamo sicuri al cento per cento e del sentimento che lega lei e Gabriele. Sono come la coppia da film, da romanzo rosa. Quelli del "vissero per sempre felici e contenti".

«Hai provato col dentifricio?», dico poi. Lei mi guarda. «Io ci ho passato l'adolescenza col dentifricio sulla faccia»

«E per quale motivo?»

«Perché avevo sentito da qualche parte che asciuga i brufoli. Mi lavavo la faccia, mi spremevo il dentifricio, aspettavo cinque minuti che seccasse e andavo a letto»

«Funzionava?»

«Beh, se lasci stare il bruciore e la pelle secca, sì funzionava. Non li faceva sparire, ma era molto meglio». Nicole scatta in piedi e corre fuori dalla stanza. La sento chiudersi in bagno a doppia mandata. Io spengo la luce e mi rimetto a letto.

Sto quasi per addormentarmi, quando piomba di nuovo in camera mia.

«Così va bene?», chiede. La guardo. Adesso nel centro della fronte c'è una macchia verdognola a pallini azzurri grande quasi come un piattino da caffè.

«Ne hai messo parecchio»

«Non volevo rischiare. Meglio prevenire»

«Giustamente», la guardo. Sembra molto più tranquilla. «Senti, che ne dici se dormiamo? Domani sarà una giornata impegnativa e se tu parti già così avrò bisogno di tutte le mie energie», lei mi guarda un secondo.

«Posso dormire con te?», chiede.

«Qui?». Annuisce. Mi faccio da parte e lei si infila sotto le lenzuola. Spegne la luce e mi abbraccia stretta.

«Mi mancherai un sacco», dice, dandomi un bacio sulla guancia.

Ci addormentiamo così, le nostre mani strette e le nostre gambe attorcigliate.

IL CONFINE DI UN ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora