32 ELE

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«Sei stupenda!», esclamiamo all'unisono io e mia madre guardando Nicole in abito bianco. Mia sorella sembra una regina delle nevi. Quest'abito a sirene le fascia il corpo e risalta i punti giusti per poi perdersi verso la fine in una nuvola di pizzo e tessuto. Lei si guarda allo specchio emozionatissima. Sembra quasi una puntata di "Abito da sposa cercasi". Quando lo guardo alla tv penso sempre, ma perché cavolo devono piangere in quel modo? Ma adesso mi rendo conto che siamo nelle stesse condizioni.

«È lui. È il mio abito», esclama Nicole asciugandosi l'angolo dell'occhio. La signora dell'atelier estrae un velo e glielo poggia sulla testa. Così è perfetta! Si volta verso di noi. Mamma si alza e va ad abbracciarla, io sono quasi senza parole. Che cosa devo dire? Wow! Altro non si può. Nicole si volta di nuovo verso lo specchio.

«Sono proprio bella, non c'è che dire», si dice. Scoppiamo tutti a ridere. Il resto del tempo passa decidendo che tipo di acconciatura e di gioielli starebbero meglio. Mia sorella è raggiante. Meravigliosa. Credo proprio che per Gabriele sarà una bella sorpresa.

Mentre siamo in macchina informo mamma che papà vuole potarci tutti fuori a pranzo per festeggiare la mia laurea.

«Sta prendendo il suo ruolo sul serio, finalmente?», risponde lei.

«Dai non essere cattiva», la ammonisco, «Fa del suo meglio»

«Fa il minimo indispensabile, non di più», mi corregge.

Una volta a casa raccontiamo a Erre dei progressi della giornata e lui ci ascolta partecipe. Ormai mi sono abituata a vederlo a casa. Fa parte della famiglia.

«Ele», mi dice, poi, quando mamma e Nicole non ci sono, «Ho pensato di farti un piccolo pensiero». Lo guardo. «È in camera tua, sul tuo letto. Spero ti piaccia».

Piena di curiosità salgo le scale, chiedendomi cosa possa mai avermi regalato e quando entro, trovo sul letto un bellissimo vestito, semplice ma molto elegante e di ottima fattura. È color verde bosco, e si intona benissimo col colore dei miei capelli. Gli sarà costato una cifra! C'è anche un biglietto:

"Farai un figurone davanti alla commissione". Oddio che carino! Cioè, che bella sorpresa. Sorrido da sola come una cretina, ma è sempre bello ricevere qualcosa di inaspettato.

Lo indosso e scendo a farglielo vedere. Si vede che apprezza il gesto. Anche a mamma piace molto e lo capisco perché semplicemente non dice niente. Non ha nulla da criticare.

«Vai a buttare la spazzatura?», mi chiede invece. Sono mezza tentata di andarmi a cambiare, ma dato che si tratta di un attimo esco così come sono. Faccio i pochi metri che mi separano dal bidone e d'istinto guardo in fondo alla via, in direzione della casa di Mat.

Il mio cuore fa le capriole quando lo vedo seduto sul muretto intento a fumare una sigaretta, mi sembra. Rimango inebetita a fissarlo. Vorrei correre da lui. Vorrei dirgli che qualsiasi cosa sia successa mi dispiace, basta che ricominciamo. Mi vede anche lui. E anche lui, come me, rimane qualche secondo immobile. Poi lancia il mozzicone in mezzo alla strada, scende dal muretto, e scompare alla mia vista.

Gli occhi mi bruciano da matti e non riesco a trattenere un singhiozzo.

IL CONFINE DI UN ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora