20 MAT

2.1K 95 1
                                    

Provo di nuovo a telefonare e dopo sei squilli finalmente mio padre risponde.

«Sono io», dico. Dall'altra parte silenzio. «Volevo solo augurarti buon anno nuovo», dico semplicemente.

«Anche a te», risponde lui.

«Come sta andando?»

«Le piante stanno bene»

«E tu come stai, papà?»

«Bene»

«Allora, ci vediamo presto», sospiro. Lui non risponde e io metto giù. Rimango un po' da solo al freddo sul balcone, con il cellulare in mano. Dentro la festa è a un livello insopportabile. Ho bevuto fino a quando mi sono reso conto che stavo perdendo la lucidità, allora sono uscito a prendere una boccata d'aria. Qualcuno al piano terra spalanca il portone. Poco dopo vedo Charlie e Thomas in mutande, prendere la rincorsa e buttarsi in un cumulo di neve ridendo e schiamazzando.

Inizia un altro anno. Che cosa cambierà da quello appena passato? Niente. Sarà sempre la solita vita, sempre la solita storia. Cos'è cambiato l'altro anno con quello prima ancora? Nulla. Poi una voce nella mia testa dice "Ele". Guardo in aria, verso le stelle. C'è lei, di nuovo, nella mia vita e come andrà a finire possiamo deciderlo solo noi. Chissà cosa stai facendo adesso. Guardo la luna, limpida e splendente signora della notte. E provo a immaginarmi Ele in un posto qualsiasi a guardare in aria come me, con i suoi sogni e le sue paure. Chissà come dev'essere bello vedere la luna nei tuoi occhi, penso.

«Che ci fai qui, tutto solo?», dice Jessica comparendomi alle spalle.

«Niente, vado dentro», dico subito allontanandomi, sto cercando di farglielo capire in tutti i modi che deve starmi alla larga. Quando torno dentro vedo Elias in piedi sul tavolino del salotto con una bottiglia di vodka vuota in mano a mo' di microfono. Alice e Claudia non si reggono in piedi e Luis è sul punto di vomitare. Marco mi porge un bicchiere e mando giù senza chiedere spiegazioni.

Ne mando giù parecchi altri.

Quando apro gli occhi mi rendo conto di essere sul pavimento e intorno a me c'è solo silenzio. La luce della stanza è accesa, ma tutti dormono, o così sembra. Qualcuno manca all'appello, ma non me ne preoccupo. Ci penseremo domani. Decido di raggiungere un letto, qualunque sia non mi interessa basta che mi conceda un po' di riposo. La testa mi scoppia, la vista è annebbiata e la mia sbronza è colossale.

Quando mi corico il freddo delle lenzuola è un vero toccasana. Sento già la mia testa pulsare di meno. Mi metto a pancia in giù con un braccio a penzoloni. Sto quasi per addormentarmi quando sento una gamba avvolgere le mie. Mi tiro su per vedere che succede e subito mi trovo premuto addosso il corpo bollente di Jessica che stampa le sue labbra sulle mie. È un bacio carico di erotismo e sento subito il mio corpo reagire benché la mia testa non sia in grado di ragionare. So che dovrei oppormi, ma le mie difese sono molto basse in questo momento e la carica erotica cresce sempre di più. Lei non si lascia desiderare e fa tutto quanto come si deve. In pochi minuti sono abbastanza lucido e pronto per seguire l'istinto e la faccio mia.

IL CONFINE DI UN ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora