14 MAT

2.4K 107 2
                                    

Quando arriva Elias insieme a Thomas e Charlie è ancora molto presto.

Butto la mia sacca da viaggio e la valigia nel retro del pick-up e mi stringo nel giubbino. Mio padre è sulla soglia del garage che ci guarda.

«Te la caverai qualche giorno da solo?», domando. Lui si limita a guardarmi. I miei amici lo salutano allegri e lui risponde con un cenno della mano a tutti.

Con un notevole ritardo arrivano anche Luis e Alice con gli altri della comitiva, Marco e la sua ragazza Claudia e la famosa e aspettatissima amica.

E che amica! Fisico da paura, lunghi capelli mori e stupendi occhi azzurri. Un po' troppo truccata forse, ma quelli sono dettagli. I commenti di Thomas e Charlie non si fanno attendere, ma preferisco non starli a sentire.

Fatte le presentazioni del caso, mani fredde e unghie finte, partiamo. Sono un po' preoccupato per mio padre, ma ormai è tardi. Non posso non lanciare uno sguardo alla casa di Ele quando ci passiamo davanti.

Elias guida spedito e sicuro, ben oltre i limiti di velocità consentiti.

Dopo poco più di tre ore siamo davanti alla baita dove al secondo piano c'è il nostro appartamento. Ovviamente dobbiamo aspettare Luis, il padrone delle chiavi, così ci fumiamo una sigaretta.

«Saranno delle giornate da sballo», esclama Thomas.

«Divertimento allo stato puro», gli dà corda Charlie.

Io lancio un'occhiata a Elias che alza gli occhi al cielo. Quando ci siamo tutti e finalmente possiamo entrare in casa rimango senza parole. È bellissima!

La cucina è gigantesca anche se dubito che una delle ragazze sappia utilizzarla, due bagni e un salotto enorme. C'è posto per tutti, quando saremo ubriachi. Il problema sono le camere da letto, sono quattro e molto piccole.

«Due sono per le coppie» dice subito Luis, strizzando il culo ad Alice.

«Perché non ne lasciate una a noi ragazze?», propone Claudia «Sennò Jessica deve dormire con uno di voi animali», continua. Simpatica come un rutto al primo appuntamento.

«Tranquilla, io non mi faccio problemi se devo dormire con loro», dice Jessica indicandoci. Credo che se Thomas e Charlie abbiano un'idea del paradiso sia molto simile a un momento come questo.

«Allora è deciso», dice Luis, dirigendosi verso una porta. «Io e Alice ci mettiamo qua»

«E io e Claudia prendiamo questa», dice Marco, sparendo in corridoio. Rimangono la camera col matrimoniale e quella con il lettino e il letto a castello.

«Io propongo una cosa», dice Elias guardandomi, «Io e te stiamo con lei» e indica Jessica, «gli altri si prendono il matrimoniale. Non mettiamo la gazzella nella tana del leone». Benché la cosa non mi faccia minimamente piacere e penso sinceramente che siano cazzi suoi di come va a finire con quei due trogloditi, decido di accettare. Deciderà lei a chi aprire le gambe, non sono la sua balia. Ovviamente prendo il letto sopra.

Nel pomeriggio cominciamo a mettere giù un piano per i prossimi giorni e già comincia a girare l'alcool. Hanno portato una quantità spropositata di bottiglie, di ogni tipo. Vodka a fiumi e rum e tutta la merda che vogliamo. Alice e Claudia sono ubriache prima di cena e i ragazzi propongono di andare a prendere le pizze. Elias si offre volontario e io con lui.

«Vengo anche io», dice Jessica, sparendo in camera.

Decido di passare dal bagno prima di uscire, ebbene sì ci vado anche io come tutti, e quando passo dalla mia camera butto dentro un occhio perché la porta è aperta. Jessica è in perizoma e reggiseno, con una maglietta in mano. Mi vede di riflesso nello specchio appoggiato al muro e, guardandomi negli occhi, ammiccando, si piega in avanti dandomi la versione integrale del suo culo a luna piena. Una scarica elettrica mi invade le mutande e velocemente, chiudo la porta e poi mi chiudo a doppia mandata in bagno. Mi appoggio al lavandino e mi stropiccio la faccia. Ma che cazzo pensa di fare? Ci sta provando con me! E siamo solo al primo giorno. Devo starle alla larga. Una parte di me mi dà dello stupido. Chi sono io per tirarmi indietro da un po' di sano divertimento? Per quello che mi sembra, la tipa ci sa fare alla grande. Ma il viso di Ele a due centimetri dal mio mi appare davanti e capisco che per qualche motivo sarebbe sbagliato. Sento bussare alla porta.

«Ehi Mat, dai che andiamo», è Jessica.

«Arrivo» rispondo brusco.

Mantieni il controllo, mantieni il controllo, mantieni il controllo!

IL CONFINE DI UN ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora