28 ELE

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Non lo vedo da tre settimane.

Lentamente, credo, stia cominciando ad abituarmici. È un po' come se fosse stato tutto un sogno. Tutto troppo bello per essere vero.

Non posso dimenticare le parole che mi ha detto quella sera né il suo tono di voce. Perché è diventato così aggressivo? Dove ho sbagliato?

Il senso di colpa mi attanaglia. Non volevo rovinare tutto. Non adesso che sembrava che forse le cose sarebbero andate bene. Sento di nuovo le lacrime scendere sul mio viso. Ormai è così, non ci faccio più caso. Non ho mai sofferto per amore, è una sensazione nuova. Prima non ne avevo motivo. Ma ora sento proprio che manca un pezzo di me.

Mia sorella è arrabbiata con lui, dice che vuole dirgliene quattro alla prima occasione, ma l'ho implorata di non farlo. Non voglio mettere benzina sul fuoco. Forse le cose si aggiusteranno da sole. Forse, chissà.

La mattina passo sempre davanti casa sua, durante il mio giro di corsa, ma non l'ho più visto. Ogni scusa è buona per passare da lì, ma sembra tutto deserto. Si è come volatilizzato. Sparito.

Tra pochi giorni ho l'ultimo esame all'università e non ho mai studiato tanto in tutta la mia vita. Mi aiuta a distrarmi, a non pensare. Poi, con tutto il nuovo tempo libero. Ne ho fin troppo, da annoiarmi.

Mia sorella è gentilissima con me, anche perché è l'unica che sa di questa cosa. Non potevo certo dirlo a mia madre, che ancora si deve riprendere dalla storia di Robbi. Mi ha chiesto di aiutarla con i preparativi del matrimonio. Lei e Gabriele lavorano un sacco e non hanno molto tempo libero. Devo cercare bomboniere, inviti, decorazioni, viaggio di nozze, tutto. Poi loro sceglieranno tra le mie opzioni. È un modo simpatico di tenermi occupata. Mi fa sentire importante.

Papà vorrebbe che pensassi anche a qualcosa per la mia festa di laurea, ma io non voglio fare niente. Non me la sento. Voglio solo godermi lo stato di liberazione che mi invaderà in quel momento. E basta. Poi, capitolo chiuso. Quanti capitoli chiusi nella mia vita, in così poco tempo.

Chissà cosa sta facendo Mat, penso, asciugando una lacrima. Chissà se anche lui è rimasto ferito dalla nostra discussione inutile. Chissà se gli dispiace. Chissà se mi pensa, almeno un po'. Cosa non darei per parlargli adesso. Abbraccio il cuscino più forte che posso.

Qualcuno mi aiuti, sento che sto andando in pezzi.

Fa troppo male.

IL CONFINE DI UN ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora