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Cameron pov's.

<<Cameron sbrigati!>> sento qualcosa provenire da dietro la porta d'ingresso dell'hotel in cui alloggio.
Nel frattempo sento la suoneria del telefono, a tutto volume.

Apro entrambi gli occhi a rallentatore, quasi con un fastidio, a causa della luce che attraversa le fessure della finestra presente in camera. Sollevo di poco il busto dal letto, per poter capire cosa sta succedendo.
Prendo il cellulare e trovo più di venti chiamate senza risposta da parte dei miei amici.

<<Porca troia, Cameron, svegliati.>> sento di nuovo urlare dall'altra parte della porta d'ingresso.

Ma cosa cazzo sta succedendo?

Mi alzo, lasciando il mio cellulare da parte sulla piattaforma marroncina del comodino accanto all'enorme letto matrimoniale e mi reco verso la porta. Apro lentamente ancora con gli occhi assonnati, e mi ritrovo i miei amici dinanzi a me, con un espressione strana in viso.

<<Che cazzo avete da rompere le palle? -dico un poco irritato- Stavo dormendo, vi informo!>> finisco di dire, per poi appoggiarmi allo stipite della porta.

Loro senza rispondere mi sorpassano e si buttano a peso morto sul letto.

Ma che cazzo?

<<Attendo risposta!>> affermo ancora più irritato di prima.

<<Inanzitutto oggi dobbiamo portare quella quantità di droga ad Anderson.>> inizia dire Nash, per poi fare una lunga pausa. So benissimo che deve ancora continuare.

<<Scommetto che devi informarmi su una notizia alquanto negativa.>> sbotto ironicamente, fissando l'espressione del volto di ognuno dei miei amici.

Annuisce, per poi posizionare una mano sui suoi capelli, tirardo le punte leggermente, in segno di nervosismo.

<<Muoviti Nash!>> quasi urlo, sto perdendo letteralmente la pazienza.

<<Svolgendo delle ricerche, ho scoperto che il soggetto che dovremmo uccidere si trova...>> fa una lunga pausa ed dentro di me continua ad aumentare il bollire del sangue.

Spero solo non si trovi vicino la mia famiglia, potrei partire adesso, senza andare da Anderson, può benissimo aspettare per drogarsi.

<<Nash, sto perdendo la pazienza, quindi vedi di comunicarmi ciò che devi. Se questo bastardo rischia di mettere in pericolo la mia famiglia, meglio che lo dici adesso!>> urlo, stavolta fuori di me. Quel briciolo di pazienza che possedevo, è andata perduta, letteralmente.
<<Dove cazzo si trova?>> urlo nuovamente, per poi lasciare un pugno sul ripiano del comó all'ingresso posizionato.

<<Si trova in California, proprio vicino casa tua. -sospira frustrato- Quindi se Ally è spesso sola in casa, potrebbe succedere qualcosa a lei oppure alla tua famiglia.>> finisce di dire, bianco in volto.

<<Cosa? Come cazzo ha fatto in meno di ventiquattro ore a fuggire e recarsi in casa mia? Poi come cazzo ne era a conoscenza?>> domando freneticamente, ma non ricevo risposta a nessuna delle tremila domande che mi pongo.

Qualcuno mi prende per il culo, qualcuno vuole rovinarmi ed io rovinerò quel qualcuno, se è necessario.

Devo tornare in California.

<<Ragazzi, adesso ascoltatemi bene e se obiettate sapete di cosa sono capace. -inizio a dire serio in volto- Punto primo: voi tre andate da Anderson a vedergli ciò che dovete e fatevi dare tutti i soldi che deve. Se non dovesse farlo o gli puntate una pistola alla tempia oppure mi chiamate. -faccio un grande respiro-
Punto secondo: Io nel frattempo sistemo le valigie, sia quella mia che le vostre. -faccio una pausa-
Punto terzo: Quando finite con il politico da quattro soldi, andate in aeroporto perché si torna in California. Dobbiamo essere le ombre di Ally e della mia famiglia. >> finisco di dire.

Nessuno osa toccare ciò che mi appartiene, tanto meno un figlio di puttana.

I miei amici rimangono in silenzio e fissano il vuoto e ogni tanto contemplano la stanza e come sono posizionati gli oggetti.

<<Fuori di qui! -urlo più accanito che mai- Fate ciò che vi ho ordinato! continuo urlando.
<<Ah, e avvisate quel coglione di Jack G.>> finisco di dire.

Mi reco in bagno sbattendo la porta con violenza, per fare una doccia veloce per poi sistemare la nostra roba velocemente.

Entro in doccia, dopo essermi svestito da ciò che precedentemente indossavo ed inizio a spargere il corpo di schiuma da bagno per poi finire e sciacquare il tutto. Esco dalla stanza in cui mi trovo e andando verso il mio borsone in cui c'è la mia roba, noto che i ragazzi hanno lasciato la mia camera, così indosso un jeans chiaro color nocciola, una t-shirt bordeaux ed infine un paio di scarpe da ginnastica nere.

Velocemente posiziono all'interno del mio borsone ciò che era messo al di fuori di esso, per poi recarmi nelle stanze dei miei amici, non appena aver preso le chiavi delle apposite camere lasciate sul comó della mia stanza.

Due ore dopo.

<<Cameron, siamo appena usciti fuori casa di Anderson!>> mi dice Matt dall'altra parte del telefono.

E perché mi chiamano?

<<E allora? Io sono già in aeroporto, ho appena prenotato i biglietti.>> dico più scocciato del solito.

Non capiscono un cazzo.
Se gli ho detto di andare direttamente nel luogo di atterraggio dei velivoli, dopo aver finito la missione con quel politico del cavolo, perché perdono tempo?
Per perdere tempo sono i numeri uno, possono conquistare il primo posto. Devono solo sperare che non succeda nulla alla mia famiglia.

<<Non possiamo viaggiare con diecimila sterline in contanti, ci perquisiranno!>> mi comunica Matt.

Porca troia.
Se portiamo con noi tutti quei soldi, non ci faranno partire e ci porteranno sicuramente in centrale per porci a varie domande e quindi siamo nella merda.

<<Portate i soldi a Reed e comunicategli da parte mia che voglio i soldi nel mio conto bancario, poi ovviamente li passerò anche a voi!>> affermo. L'unica soluzione è questa, sennò saremmo entrati nella merda senza più uscirne.

Adesso non è questo il punto.
Il punto è che sono preoccupato, vorrei a volte rimanere in santa pace per almeno un anno intero.
Ad essere sincero, a volte, quando mi capita, penso di cambiare lavoro, magari trovarne uno più onesto, che non metta a rischio la mia pelle nè tanto meno quella dei miei famigliari.
Vorrei a volte aver continuato a studiare al college come si deve: frequento ancora la scuola, ma non studio sempre, non studio per garantirmi un futuro decente e questo mi strazia, perché avrei potuto avere di meglio, ma il meglio lo trovo sempre su ciò che mi rende la vita impossibile.

<<Fate in fretta! -affermo con tono fermo- Sappiate che se non vi trovo qui, in area attrezzata per il decollo entro quindici minuti esatti, vi lascerò a Boston senza darvi un briciolo di stipendio.>> continuo dopo una mia breve pausa di riflessione, senza poi dire altro e chiudere in seguito la chiamata.

Spero solo possano fare più veloce possibile.

Da Sa:
Come stai? (Con allegato foto)

Che domande strane sono mai queste? Non intendo per il contenuto, intendo per il messaggio improvviso senza motivo.

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Spazio autrice:

Salve, buongiorno e buona domenica a tutte voi.♡ Come avevo detto, che se riuscivo avrei aggiornato anche domenica, ed eccomi qui!
Segnamo questi giorni: mi sto stupendo di me stessa!
Adesso vado al sodo.
Se vi è piaciuto lasciate una stellina, un commentino che vorrei sapere cosa ne pensate e nulla, basta che ci siete!
Vi adoro, anche se state in silenzio.
Adesso mi dileguo: buona giornata e al prossimo aggiornamento!
P.S. Non l'ho riletto, quindi per ogni orrore grammaticale o verbale, fatemene presente.
Kiss.♡

Amore sotto effetto  #Concorsiamo2k18Where stories live. Discover now