18.5 The Lone Wolf and the Little Bunny

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Salve stelle del cielo! Quanto tempo.

Prima che cerchiate di prendere la mia testa per esporla su un vassoio d'argento con una mela in bocca e un contorno di verdure dal forno, vi porgo ancora le mie scuse per il ritardo e perché...

Beh, immagino che questo non sia esattamente il capitolo che stavate aspettando.

Per chi ancora non lo sapesse, questo mese è stato molto caotico per me e lunedì incomincerò finalmente il tirocinio (non so se sono eccitata, terrorizzata o tutte e due le cose insieme), motivo per cui il tempo per sti scleri si è notevolmente ridotto (tradotto: alle dieci di sera stavo già ronfando come un ghiro). Ciononostante, ho continuato a scrivere nei pochi momenti liberi a disposizione. Non ero una lepre già dall'inizio, ma non per questo ho smesso di scribacchiare. Ergo, vi chiedo un po' di pazienza. So che molti di voi sono scocciati e si aspettano aggiornamenti a mitragliatrice, ma finché wattpad non fornirà uno stipendio agli autori vi dovrete accontentare XD

Dato che sto divagando come al mio solito, vi lascio finalmente a questa piccola parentesi emilyana sperando sia di vostro gradimento.

Alla prossima :3

(p.s. ovviamente un enorme grazie va a tutti i lettori, vecchi e nuovi e chi sopporta i miei scleri XD Siete fantastici!)





Non dovette fare molta strada per trovare il soggetto principale delle sue fan fiction drammatiche –o erotiche, ma quello dipendeva dai casi-. E nemmeno qualche passo.

A dire il vero le bastò uscire dalla porta e voltare il capo.

Ren era lì accanto, rannicchiato per terra con la schiena premuta contro il muro e il mento posato sulle ginocchia che facevano capolino dagli strappi dei jeans scuri. Tra le labbra reggeva una sigaretta appena accesa le cui braci rilucevano aranciate nella penombra, ma non sembrava intenzionato ad aspirarne il fumo per cercare conforto. Lo stesso valeva per la bottiglia di scotch; giaceva abbandonata contro il suo fianco, apparendo più come un oggetto scenico che una reale necessità. D'altronde, era ben chiaro di cosa avesse bisogno il ragazzo in quel momento. A pensarci bene, forse il bere non era poi una così cattiva idea.

Emily si morse il labbro inferiore a quella visione. L'impulso di immortalarlo con il cellulare crebbe in lei fino a diventare impellente, almeno finché non si accorse del suo sguardo: vacuo, malinconico... sconfitto. Ren in quel momento appariva così diverso dal consueto se stesso che per un istante la colse alla sprovvista.

In effetti, tutta quella situazione non era come la sua immaginazione l'aveva partorita. Si era aspettata di dover vagare per la villa, imbattendosi nelle più disperate creature e serial killer mascherati nella speranza di trovarlo per tempo. E invece... non sapeva se sentirsi delusa o rasserenata dalla cosa. Ma non era stupita. Per quanto Ren potesse essere una primadonna, non si sarebbe mai allontanato troppo dal suo incubo peggiore. O almeno, se lo augurava. Vedendolo in quello stato non ne era poi così sicura.

Ah, se non ci fosse stata lei a sistemare repentinamente i loro casini da non-coppia. Gratis oltretutto!

Ok, in effetti non sarebbe cambiato nulla, ma gli unicorni le avevano insegnato ad aver fede nei miracoli.

Spostandosi dalla traiettoria della porta, Emily si mise una mano sulla gonna per tenerla in posizione e si lasciò scivolare accanto a lui. Si voltò a guardarlo. Ren sembrò non far caso alla sua presenza, continuando a osservare un punto indefinito davanti a sé con una caparbietà davvero ammirevole. O magari era così preso da se stesso e dal suo momento di depressione da non accorgersi di avere una spalla su cui piangere e, soprattutto, far gossip.

When the children playDove le storie prendono vita. Scoprilo ora