12. Io non stuzzico i morti, sono loro che stuzzicano me

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Avviso: Il seguente capitolo contiene scene di violenza "esplicita". Almeno credo. Non saprei... Nella mia mente è normale, ma forse qualcuno potrebbe rimanerne infastidito. Ecco il perché dell'avviso! Insomma, se siete persone molto, ma molto, ma molto sensibili, fate attenzione a non soffermarvi sui dettagli. Oppure saltate interamente il capitolo, vedete voi. Sta di fatto che ci sarà comunque del nonsense (strano).

Ma più che lo splatter, forse saranno i possibili strafalcioni grammaticali a liquefarvi le retine. Chi lo sa :3

Buona lettura






Un respiro... Due respiri... Tre respiri...

Alex s'impose di rimanere calma, concentrata. Non doveva aver paura, non doveva temere alcun male; aveva superato da tempo la fase in cui si svegliava nel cuore della notte in preda al panico, credendo che i mostri si nascondessero negli angoli bui della sua stanza, pronti a ghermirla tra le loro fauci. Che cosa stupida da pensare. Soprattutto nel considerare chi era il vero mostro.

Attenta a non compiere movimenti bruschi, fece scivolare la mano all'interno della borsa, lo sguardo ancora puntato sul quadro che ostentava indifferenza. Lasciò l'orsacchiotto e incominciò a cercare il suo più recente amico. Un lieve sorriso le increspò la bocca nel pensare all'ironia di quella situazione. Quando aveva recuperato quell'arma improvvisata dalla cucina di casa prima di dirigersi al punto d'incontro, non aveva di certo immaginato che avrebbe avuto sul serio l'occasione di poterla utilizzare durante quell'uscita e invece... Il destino dimostrava finalmente un po' di senso dell'umorismo.

Si lasciò sfuggire un sospiro non appena le sue dita si strinsero attorno all'impugnatura. Chiuse gli occhi e incominciò a contare.

Le rimanevano ancora tredici... dodici secondi prima che l'essere alle sue spalle fosse abbastanza vicino da poterla toccare. Cosa di cui avrebbe fatto volentieri a meno, considerando che le sue condizioni erano tutto fuorché pulite. Togliere il sangue dai vestiti era sempre una grossa scocciatura, lo sapeva per esperienza. Fortunatamente per la sua pace interiore e la lavanderia a gettoni, indossava ancora la sua mantella rossa, sebbene in quel momento avrebbe apprezzato di più la tuta di Deadpool. O Deadpool stesso. Ah, sarebbe stato bellissimo avere qualcuno disposto a fare per lei il lavoro sporco, ma purtroppo quella era la vita reale, reale quanto il branco di inutili idioti che aveva a disposizione. E a proposito d'idioti... Dov'era Ren quando più le serviva? Si era perso a masturbarsi da qualche parte per il loro tête-à-tête di prima? E fortuna che era il suo stalker!

Tre... Ren è inutile! Due... Ren è un inetto! Uno... Ren è un maniaco...

«Spero che tu sappia quanto tutto questo sia irritante» esclamò impassibile senza preoccuparsi di affrontare apertamente il suo avversario. La creatura tentennò appena, fermandosi a un passo da lei. Alex poté avvertire un lieve spostamento d'aria contro la sua schiena, ma la consapevolezza di avere una mano protesa verso di lei a pochi centimetri dalla sua mantella la lasciò del tutto indifferente. L'irritazione aveva la meglio. Sempre. E su tutto. «La trovo davvero una mancanza di rispetto per chi deve avere l'ingrato compito di ucciderti di nuovo» continuò. «Sei morta, fattene una ragione. Non c'è accanimento terapeutico che regga ormai. Oltretutto, non ho alcuna intenzione di perdere tempo con te. Vai a importunare Ren. Forse ora lo apprezzerai più per il suo cervello -credo- e non per il suo aspetto.»

Nessuna risposta. Alex si voltò lentamente, imponendosi di mantenere la sua facciata tranquilla. Scrutò ciò che rimaneva di Dakota con occhio critico e la sua solita espressione pragmatica. Come immaginato, lo spettacolo dinanzi a lei era pietoso quanto le condizioni del cadavere della ragazza. Frammenti ossei in vista, carni lacerate, ossa dislocate, occhi spenti iniettati di sangue... Di sicuro era la maschera di Halloween più figa della serata. Sbuffò, trattenendo l'impulso di passarsi una mano sul viso. Non doveva distrarsi. «Inoltre, chiunque si sia impossessato di te, deve essere davvero disperato per sceglierti come tramite.»

When the children playDove le storie prendono vita. Scoprilo ora